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Mel Gibson presenta Hacksaw Ridge a Venezia: “Odio la guerra, ma onoro i combattenti”

Il regista approda al Lido con Andrew Garfield e il suo cast per presentare il film che lo vede tornare dietro la macchina da presa a dieci anni da Apocalypto

Mel Gibson e Andrew Garfield

04.09.2016 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
I veri eroi. Sono i veri eroi al centro di Hacksaw Ridge, il film che vede il ritorno di Mel Gibson dietro la macchina da presa a dieci anni da Apocalypto, e che il regista ha presentato al Festival di Venezia in compagnia del suo cast: Andrew Garfield, Hugo Weaving, Vince Vaughn, Teresa Palmer e Luke Bracey. “I veri eroi non indossano tute di spandex”, scherza Gibson facendo riferimento a un certo uomo ragno interpretato da Garfield in passato. “Ho un fratello che fa il medico a Londra – afferma l’attore – e per lui provo quello che provo per Desmond Doss: non fa conferenze stampa, non viene applaudito, eppure cresce tre figli e si fa in quattro sul lavoro. Questi sono i veri eroi”.

 
Desmond Doss, sulla cui storia il film è basato, era un obbiettore di coscienza della Virginia che decise di servire durante la Seconda Guerra Mondiale come soccorritore, ma rifiutò categoricamente di impugnare armi da fuoco. “Prendere un uomo ordinario e fargli fare cose straordinarie in circostanze incredibilmente difficili è la formula perfetta dello storytelling – spiega Gibson – Mi ha ispirato molto la storia di quest’uomo che va all’inferno armato solo della sua fede e fa qualcosa non solo di straordinario, ma di sovrannaturale. E poi noi narratori amiamo raccontare storie di eroi”. “Il bello di Desmond era la sua semplicità – prosegue Garfield – Dentro di sé sapeva di non voler assolutamente togliere la vita a un’altra persona, pur volendo servire nell’esercito, e dunque si è forgiato una strada personale per farlo. In questi tempi difficili, è il simbolo perfetto del ‘vivi e lascia vivere’. Tutti dovremmo imparare da lui”. “L’uomo che rifiuta di usare le armi e sceglie una strada più alta è un esempio – gli fa eco Gibson – Io odio la guerra, ma penso che dobbiamo amare e onorare i combattenti, persone che hanno sacrificato tutto e hanno sofferto su un campo di battaglia. Spero che il mio film lo faccia”.
 
A colpire di Hacksaw Ridge sono anche le sequenze di battaglia magistrali, con cui Mel Gibson sembra aver voluto superare se stesso e le leggendarie scene analoghe di Braveheart. “La cosa importante quando giri una scena di battaglia è non confondere, dare l’impressione del caos ma essere chiaro su cosa vuoi che il pubblico veda. Bisogna trattare la battaglia come un evento sportivo: se non sei in grado di far seguire le strategie, la scena perde la capacità di intrattenere e coinvolgere”.

 
Gibson riflette, infine, sull’invecchiamento: “Col passare del tempo, le cose diventano in genere più facili da fare. Da vecchi ci si annoia e dunque la chiave è rilassarsi. Spero che invecchiando si migliori, anche se non credo che accada sempre”.