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Madri come regine e tate come mamme in E' arrivata mia figlia

Il Brasile raccontato da Anna Muylaert: "Vi parlo della schiavitù delle bambinaie, madri al posto dei genitori biologici" 

05.06.2015 - Autore: Pierpaolo Festa
Cinema brasiliano, così lontano così vicino. E' arrivata mia figlia! è un titolo che lascerebbe intuire una commedia, ma il film è tutt'altro. Piuttosto ha uno stile unico mentre esplora una storia pregna solo in apparenza di toni leggeri, che a tratti spariscono improvvisamente per rivelare un dramma. Ce lo conferma la regista Anna Muylaert: "E' questo il tipo di cinema che mi piace: cerco il dramma ma prendo attori con senso dell'umorismo. In questo modo ottengo l'equilibrio che cerco".
 
Sullo schermo seguiamo Val, donna ultrasessantenne che lavora come bambinaia a San Paolo. Anche lei è una mamma, lontana dalla figlia Jessica cresciuta con altri parenti in un'altra città. Le donne si ritrovano tredici anni dopo. Riconciliarsi sarà tutt'altro che facile, la donna dovrà prima trovare la forza per liberarsi dal contesto sociale di cui è schiava. Una prigione del corpo e della mente.

Un momento del film
 
Anna, il suo film parla di un paradosso sociale: quello delle mamme che "abbandonano legalmente i figli" affidandoli in toto alle bambinaie o a terzi. Per un italiano questo paradosso suona come un vero incubo!
(Sorride) ti riferisci ai mammoni, no? Il mio primo film parlava di loro, quindi tranquillo: i mammoni sono anche in Brasile. Eppure io sono cresciuta così, come vedete nel film: avevo questa bambinaia che era una seconda mamma, paradossalmente era "la mamma più affettuosa", quella che si occupava di me sempre. E intanto mia madre leggeva e si dedicava a se stessa. Ecco, la vera madre era una specie di regina. 
 
Quanto questo "metodo sociale" è cambiato tra le nuove generazioni?
Non si tratta solo delle nuove generazioni, la situazione sta cambiando grazie alla politica. Il nostro primo ministro Dilma Rousseff ci sta provando con ogni sforzo: ha creato delle leggi secondo le quali se vuoi che la bambinaia si occupi di tuo figlio anche di sera, allora devi pagarla di più. A quel punto i ricchi si sono lamentati: fare la bambinaia oggi non è più una schiavitù, sta diventando un lavoro come un altro. 
 
Quindi senza dubbio il suo è un film politico che punta il dito contro la mancanza di istruzione e il poco accesso alla cultura della middle class brasiliana...
E' proprio di questo che parla il film. Solo i ricchi hanno accesso all'istruzione, ai poveri non resta altro che guardare la TV. E' come se il Brasile avesse ancora questo gap sociale. Proprio perché non c'è istruzione per tutti. Ho mostrato il film sul grande schermo alla mia "seconda madre" che oggi ha più di settant'anni. In sala è rimasta in silenzio e non ha detto nulla. Alcuni spettatori erano commossi, altri commentavano il film, ma lei fino alla fine a bocca chiusa. Poi ho capito, era la seconda volta in vita sua che andava al cinema e provava pudore a commentare o a reagire in qualche modo. Aveva paura di essere giudicata o di dire qualcosa di stupido.

La regista Anna Muylaert
 
Ho letto che ha scritto questo film nel corso di più di vent'anni: è stata la sua maternità ad aprirle gli occhi?
Ho iniziato a pensare al film quando ho avuto il mio primo figlio. Come dicevo sono cresciuta anche io con due madri, ma dentro di me qualcosa è cambiato quando sono diventata mamma. Ho avuto un brivido, prima ero devota al lavoro e in quel momento ho capito che quello della mamma sarebbe stato il lavoro più importante della mia vita. Attorno a me, nella vita di tutti i giorni, la figura della "tata a tempo pieno" era una realtà. Tutti i miei amici mi dicevano: "Lascia tuo figlio con la bambinaia e andiamo a fare shopping!". Io volevo solo prendermi cura di lui, a costo di lasciare il mio lavoro. All'epoca avevo già in testa questo concetto del "paradosso sociale". Diventare madre mi ha protetta, e sì mi ha aperto gli occhi.  
 
Anna alla fine di ogni intervista faccio sempre la stessa domanda: qual era il poster che aveva in camera da ragazzina?
Wim Wenders, Lo stato delle cose.

E' arrivata mia figlia è distribuito da BIM Distribuzione. 

Per saperne di più

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