NOTIZIE

L'ordine delle cose, incontro con Andrea Segre: “Un film per smuovere le coscienze”

Il regista presenta a Venezia il suo film incentrato sulla crisi libica dei migranti

L'ordine delle cose

31.08.2017 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
“Questo è un film politico ma non fazioso. È il veicolo di qualcosa di più grande del nostro lavoro. Ha un valore intrinseco che potrebbe smuovere coscienze”. Sta a Giuseppe Battiston dire l'ultima parola quando lo incontriamo insieme al cast di L'ordine delle cose, gli attori Paolo Pierobon, Valentina Carnelutti e Olivier Rabourdin, tra gli altri, e ovviamente insieme al regista Andrea Segre. Che, come sempre, ha confezionato un'opera di grande valore artistico e tecnico oltre che sociale e umano. L'ordine delle cose è la storia di un poliziotto d'alto rango incaricato di gestire la questione dell'immigrazione clandestina dalle coste della Libia. Dovrà recarsi nel paese nordafricano e trattare con le autorità locali affinché fermino i barconi e trattengano i migranti nei loro centri di detenzione, per poi “rimbalzarli” all'indietro.
 
Abbiamo iniziato a scrivere questo film prima dell'attualità – rivela Segre, citando i recenti sviluppi sulla questione – Era nostra intenzione fare un film che non fosse solo dedicato alla possibile attualità. È capitato che sia uscito in mezzo ad essa, e ne siamo contenti perché aiuterà a riflettere, ma credo che parli di molto altro, di altre attualità e altri tempi”. “Fino a sei mesi fa nessuno sapeva che stavamo per fare respingimenti in Libia – prosegue Segre – non lo diceva nessuno e ora è diventato chiaro”.

 
Segre voleva mettersi proprio dalla parte di chi, normalmente, in questi casi è considerato il cattivo, la figura di autorità preposta a bloccare i migranti. “Nel film, Corrado fa un lavoro che tutti noi ci auguriamo venga fatto bene da chi è nella sua posizione. Corrado Rinaldi è uno di noi, non è uno speciale solo perché fa un lavoro complesso, ma è un pezzo del nostro corpo”.
 
Gli chiediamo perché abbia scelto, insieme allo sceneggiatore Marco Pettenello, di dare al personaggio di Corrado tratti compulsivi (la spinta a ordinare e allineare gli oggetti). “Era importante dare l'impressione che fosse un uomo tutto d'un pezzo che andava a fare un lavoro necessario. Abbiamo inserito questi elementi inquietanti per far sentire che c'era altro. Un conflitto, un guardarsi e non guardarsi, spazi di dolore che poi vengono coperti ma non fino in fondo. Un ordine iniziale per infilarci poi quella tensione”.

 
“Per rendere autorevole il racconto è stato necessario un lavoro di ricerca, non facile perché la superficie mediatica italiana dice poco. È stata una ricerca sia sui vari 'Corrado', sia sul fronte libico. Abbiamo scoperto cose che non sapevamo sui centri di detenzione, i corpi di polizia libici, cose di cui fino a qualche mese fa non si sapeva nulla e che ora non conosciamo che in superficie”.
 
“Mi auguro che la gente voglia andare a scoprire le tensioni di Corrado – conclude Segre – Chiedo agli italiani di andare a vedere il suo lavoro”.
 
L'ordine delle cose sarà distribuito nelle sale da Parthenos il 7 settembre.

Per saperne di più sulla Mostra di Venezia, seguite il nostro speciale.