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L'eroe del mese: Raoul Bova

"Sbirri" non è il solito action all'italiana confezionato per emozioni facili. Fiction e realtà si incrociano e la seconda trionfa sulla prima. Il tutto girato in stile "Cloverfield" o "The Blair Witch Project". Abbiamo intervistato il protagonista.

Sbirri

01.04.2009 - Autore: Pierpaolo Festa
Marito e padre colpito in pieno da una disgrazia, quella di perdere il figlio. Questo è il giornalista Matteo Gatti (Raoul Bova), deciso a trovare i responsabili della morte del figlio e quindi a proiettarsi nel mondo della realtà della droga. S’intitola “Sbirri” e non è il solito film d’azione in cui, all’ultimo minuto, l’eroe tira fuori la pistola e sbatte in galera i cattivi, né tantomeno la solita fiction commemorativa pseudo-documentaristica che gioca con le emozioni del pubblico.



Si tratta, invece, di un esperimento, un viaggio nella realtà visto attraverso gli occhi di un personaggio cinematografico. Il tutto girato con camera a mano in puro stile “The Blair Witch Project” e “Cloverfield”. “Il nostro è un film vero e proprio – ci tiene a precisare il regista Roberto Burchielli E’ un prodotto spettacolare dove la realtà è più forte della finzione. Raoul Bova ha davvero partecipato ad incursioni della polizia e si sentiva il fattore rischio, oltre che una forte emozione. Quando abbiamo girato la prima operazione, Raoul ha vomitato l’anima. Si è trovato proiettato all’interno di un’azione dove c’erano ragazzini che venivano arrestati. Lo vedrete nel film”.

Abbiamo incontrato Raoul Bova per parlare del film:

Raoul, raccontaci dell’adrenalina e delle emozioni provate durante le riprese…
La macchina da presa non si fermava mai e quindi posso dirvi che sono state registrate tutte le emozioni e le sensazioni. Al cinema vediamo sempre gli arresti e pensiamo ormai che sia una cosa normale. La cosa che ho scoperto è che quando si assiste ad un arresto dal vivo e ci si ritrova davanti ad un uomo in manette, l’effetto è d’impatto. Non è proprio facile.



E per quanto riguarda la partecipazione a vere operazioni di polizia?
All’inizio mi sentivo davvero tranquillo. E, in alcune situazioni, vi confesso che ho anche confuso la realtà con la finzione: sono entrato con incoscienza in case di spacciatori… solo dopo mi sono reso conto che era tutto vero, insomma, in quelle abitazioni c’erano pistole vere!

Sei anche produttore del film. Da dove nasce questo bisogno di realizzare un tipo di cinema che mescola la finzione con la realtà?
Di solito quando si pensa al cinema indipendente, s’intendono tutti quei film che non devono necessariamente essere distribuiti bene o curati. Io volevo sfatare questo mito. Come produttore, c’ero già passato con “Io l’altro”, un film bellissimo che non ha avuto la giusta attenzione, forse perché non mi ci ero messo abbastanza. Con “Sbirri” volevamo osare un po’ di più e mettere a nudo realtà esistenti, quotidiane. Tutti fanno film sulla droga, ma nessuno ha mai mostrato i ragazzini che spacciano per comprarsi i vestiti, una cosa vera e tragica. Abbiamo osato sia come produttori che come attori: per la prima volta ho affrontato un testo dove non c’erano le battute… una cosa strana, un work in progress. Il personaggio veniva fuori a poco a poco e c’erano comunque dei punti dove bisognava arrivare con la recitazione.



Come papà, quanto ti è costata questa esperienza?
Sono due le cose che mi hanno messo davvero paura. La prima è la storia di un padre di famiglia  fermato dalla polizia per possesso di cocaina. Era un operaio che tornava a casa dai suoi piccoli, la sua affermazione è stata scioccante: “Faccio uso di cocaina perché mi sveglio alle 4 del mattino: quando torno a casa mi metto a dormire e non riesco a giocare coi miei figli”. L’altra storia è quella di un bambino che a 10 anni ti dice: “a scuola mia si spaccia la cocaina, e anche io ne ho fatto uso”. Di chi è la colpa?? Della disattenzione dello Stato, dei genitori, della polizia o degli insegnanti?? Come genitore mi sono impaurito davvero.  


L’appuntamento nei cinema con “Sbirri” è fissato per il 10 aprile. La pellicola è una distribuzione
Medusa Film.

Per saperne di più
Guardate il trailer