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"La situazione politica si risolve con un documentario", Tea Falco e la Sicilia 'buona' al Biografilm

Al festival bolognese con il suo 'cannolo metafisico', l'attrice e regista cerca il senso della vita nel documentario in programma su Sky il 29 giugno.

17.06.2018 - Autore: Mattia Pasquini, dal Biografilm di Bologna
Da Io e te ad Adamo ed Eva, Tea Falco arriva al Biografilm Festival di Bologna con il suo primo film da regista, Ceci n'est pas un Cannolo, un documentario nel quale ha messo molto di sé stessa… forse troppo! "Una esperienza entusiasmante", come la definisce, ma da non ripetere, almeno per trent'anni… Un film che tutti potranno vedere a partire dal 29 giugno prossimo su Sky che lo trasmetterà, ma che abbiamo visto in anteprima e del quale abbiamo parlato con la sua creatrice. Un personaggio poliedrico e difficilmente inquadrabile, da sempre, come dimostrò subito dopo l'exploit cannense con Bernardo Bertolucci passando dal cinema al teatro, dalla fotografia alla televisione, ma che sullo schermo sembra non riuscire a dare un ordine preciso agli spunti offerti dai suoi protagonisti, i "personaggi difficili' che ci accompagnano nell'impegnativa ricerca che sottende tutta l'operazione.

Fortemente segnata da suggestioni surrealiste e dadaiste, dai reportage di Cartier-Bresson e Doisneau, dalla passione di Diane Arbus per i freaks, che cita Magritte e Kieslowski, e che la Falco dedica al fratello e "a Bernardo" ("è stata la prima persona che ha creduto in me e ho voluto dedicargli questo mio esperimento sul senso della vita"), che deve ancora vedere il film. Un film più interessante per lo spaccato di vita che presenta che per il contenuto delle tesi espresse, ma che coerentemente con le coordinate scelte non si preoccupa di sintetizzarle, lasciando lo spettatore in balia degli spunti e delle reazioni - istintuali e razionali - suscitate. "Ho sempre cercato i momenti di vita quotidiana - conferma l'autrice. - La mia idea era di realizzare un doc sulle tipologie umane e attraverso queste ricercare il senso dell'esistenza"

L'hai trovato?
Quasi. Nel film ne parlo attraverso i concetti della fisica quantistica, per cui l'osservatore influenza la realtà, sostenendo che tutti siamo collegati, come in un grande broccolo romano, che ha la forma dei multi-universi. In questo senso è come se restassimo immortali, come spiegare Dio senza contemplarlo. Ma il taglio ironico che ho scelto mi ha permesso di indagare il concetto di punto di vista, e di una realtà che comprende tanti punti di vista, che nel documentario cerco di studiare. Una moltitudine che ha a che fare con un'ottica unica che identifichiamo con la divinità, ma che siamo tutti noi...

Anche se nel film sembriamo destinati a rassegnarci a un'eternità di incomunicabilità…
Esatto! Come in Novecento d'altronde, che ci tengo a citare, in cui litigavano di politica. Ma è una eterna lotta tra noi tutti, ognuno con i suoi convincimenti di base.

Anche qui la politica è presente, visto che si parla di immigrazione e lavoro...
Sono solo i punti di vista dei personaggi, a me non interessa parlare di politica, credo sia tempo perso. La situazione politica forse si risolve più con un documentario che manifestando in piazza. Ma è complicato. La gente è generalmente scoraggiata, anche se mi spaventa che mia madre sia entusiasta di questo ultimo governo. Io comunque ne resto fuori, credo che qualsiasi cosa sia inutile e che ci sia qualcosa di più importante al di sopra di quelli che ci governano.

Sei scoraggiata anche tu?
Voglio vedere cosa succederà. Altre volte non è successo nulla, nonostante l'entusiasmo iniziale. Magari ora potremmo avere delle sorprese. Ma la vita è talmente breve, che bisogna pensare a vivere...

Torniamo ai personaggi, come li hai trovati?
Ho fatto un anno di scouting, in giro per la Sicilia. Altri invece facevano parte della mia vita, come mio padre che racconta la storia dei semi e dei pomodori o il latin lover di Catania che parla di Ornella Muti, che conosco da circa tredici anni, anche Adamo ed Eva sono di lì, una coppia che conoscevo e che litiga proprio in quel modo. È stato divertente scoprire dei personaggi che hanno vissuto in maniera diversa dalla mia o da quella di chi li considera strani solo perché non conformi alla società.

Cosa chiedevi agli intervistati?
A volte quale fosse il loro senso della vita, altre volte - avendo avuto discussioni con loro, quando li ho conosciuti - mi parlavano della loro quotidianità o, se non era interessante, delle loro idee, dei loro punti di vista, mi interessava trovare la loro anima come personaggi.

Quanti sono rimasti fuori dalla versione finale?
Alcuni personaggi sono persino scomparsi il giorno delle riprese. Ma avendo una lista di oltre 150 nomi, li abbiamo sostituiti facilmente. È stata una creazione casuale alcune volte.

Che regista sei stata, o pensi di voler essere?
Questo documentario è stato un esperimento, come se io fossi sempre rimasta una attrice che realizzava un doc. Perché ho studiato dei personaggi che un giorno potrei interpretare. Ma fare un film è difficile e faticoso, un percorso molto lungo, e per quanto sia stata una esperienza entusiasmante non penso che la ripeterò. Forse quando avrò sessant'anni, ma adesso ne ho 30 e preferisco vivere la mia vita.

Che bilancio ne fai, cosa è emerso alla fine?
Volevo rappresentare la mia Sicilia, quella buona, che conosco, ma è come se anche io l'avessi scoperta e digerita solo ora. Non ero mai andata in giro davvero, e finalmente ho potuto capire certe differenze. E poi volevo mostrare quanto i siciliani non siano costruiti, ancora non del tutto globalizzati. Soprattutto le persone più adulte, ma non solo. Ho ripreso meno i giovani perché penso di conoscere già la mia generazione, non mi interessava rappresentarla. Preferivo parlare della vecchiaia, è qualcosa che mi spaventa e che cerco di sublimare.

Nell'attesa, che progetti ti aspettano?
Adesso sto lavorando a dei videoclip che fanno parte di un progetto musicale, nel quale interpreto una cantante attraverso performance video diverse. È come se fossero cinque videoclip della stessa cantante, che sono io che interpreto una cantante che a sua volta interpreta diversi personaggi. Sembro pazza, lo so, ma è un gioco. E poi sto scrivendo un film per un regista, ma è un progetto molto lungo ed è troppo presto per parlarne. Ho anche interpretato due gemelle in due episodi della seconda stagione della serie Rai Non uccidere, con Miriam Leone, che uscirà a fine agosto.