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Jill Soloway sul ritorno di Transparent: "Esploro la femminilità raccontando i trans"

Al via la seconda stagione della serie cult da stasera su Sky Atlantic in dieci episodi. Ne parliamo con la creatrice e produttrice

25.05.2016 - Autore: Pierpaolo Festa (Nexta)
"Una vagina non fa una donna, un pene non fa un uomo" - Jill Soloway non ha più paura di pronunciare questa frase: "Pensavamo così, ma abbiamo capito che la situazione è diversa. Non che sia cambiata, ma questa frase che un anno fa mi suonava come assurda, oggi sappiamo che è vera".

Incontriamo la produttrice, regista e realizzatrice di Transparent, in occasione del lancio italiano della seconda stagione della serie "scandalo" che ha rivoluzionato la TV per come abbia mixato commedia e dramma all'interno di un tema più che mai attuale. Lo show segue, infatti, le vicende di una famiglia ebrea di Los Angeles, i Pfefferman, messi sottosopra dal coming out di Mort, il padre di famiglia che rivela di essere Maura. Un personaggio interpretato da uno strepitoso Jeffrey TamborLa serie, prodotta da Amazon Studios, ritorna da stasera, 25 maggio, su Sky Atlantic HD.


La Soloway, una delle donne più potenti della Hollywood televisiva, ha iniziato a pensare alla serie quando il padre le ha confessato di essere un trans. "Facciamo chiarezza - ci avverte - Chiamiamola 'lei' non 'lui'. Usiamo il termine genitore. Stiamo tutti imparando questo linguaggio, io stessa dato che ho scoperto la verità solo cinque anni fa, quando mi ha telefonato dicendomi che era un trans. A quel punto una parte del mio cervello piano piano ha iniziato a pensare allo show televisivo". 

Qual era il più grande obiettivo che aveva in mente quando ha pensato allo show?
La possibilità di passare il femminile in soggettiva. Spostare la donna da oggetto a soggetto:  non prendiamoci in giro, è la soggettività maschile quella che viene considerata "normale", mentre quella femminile è ancora "l'altra". Quello che faccio con il mio lavoro è cercare di raccontare il femminile dall'interno, invece che osservarlo oggettivamente.

Questo vale anche per le scene di sesso della serie? Di solito al cinema il sesso è mostrato come un'esplorazione piccante del corpo femminile, come lo racconta lei invece? 
Una scena alla volta, un'inquadratura alla volta. Non voglio mai vedere un'inquadratura che cerca di catturare l'aspetto di Maura, voglio però capire cosa significa essere lei. Posso raccontarti di quando ho girato una scena di sesso nella prima stagione. Sono stata io a prendere la macchina da presa: mi sono sdraiata sul divano e mi sono guardata attorno, finché ho visto un dettaglio, la collana d'oro dell'uomo con cui la nostra protagonista faceva l'amore. Mi sono soffermata su quel dettaglio. E' stato un po' come mettere la macchina da presa all'interno di una donna, tutto in soggettiva. 

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Quanto il coming out del suo genitore ha posto sotto una nuova ottica la sua infanzia?
Tantissimo. E' stato come ricominciare da capo. Come avere una nuova lente di ingrandimento sul mio passato. D'un tratto ho visto il mio genitore come una donna costretta a vestire un costume da uomo, e questo soltanto perché era stata dichiarata "maschio" alla nascita. Ho capito come ha vissuto la sua vita e facendolo ho scoperto di più me stessa. Quando questo succede a cinquant'anni ti rivoluziona tutta la vita. Continuavo a ripetermi: "vengo da una famiglia queer, ho un'eredità queer". 

Come mai farne una commedia e non un dramma? 
Perché la commedia funziona meglio: fai ridere lo spettatore e intanto lo porti in un posto emotivo dove è più vulnerabile. Mi sono ispirata a serie come Parenthood o Brothers and Sisters. E ai film di Woody Allen che è uno dei miei eroi per come è riuscito a mettere al centro la sua crisi senza accentuare tracce di machismo. I miei film preferiti sono Io e Annie, Hannah e le sue sorelle e Crimini e misfatti e cerco sempre di imitarli. 
 
Nella vita privata lei è una mamma di due figli, in che modo educa i suoi bambini alla diversità gender? 
Ne ho uno di sette anni e uno di diciannove. Mio figlio piccolo non guarda ancora lo show ma una volta l'ho portato sul set dove ha incontrato Jeffrey e mi ha subito chiesto: "E' un uomo, vero?". E io gli ho spiegato che l'attore era un uomo ma che il personaggio era una donna. Direi dunque che uso lo show per far capire loro la vera natura del mio genitore. 

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Di cosa parla dunque questa seconda stagione di Transparent ora che il segreto è stato svelato? 
E' la storia di una famiglia che compie il processo inverso rispetto a quello della prima stagione: prima erano "tutto segreti e niente confini". ora è tempo di creare i nostri confini. 

Creare i nostri confini vuol dire anche ritagliarsi uno spazio nella società, quanto con il suo show combatte le discriminazioni gender? 
E' interessante notare come fino a dieci anni fa il mondo non era pronto ai transgender o al coming-out. La situazione era terribile, oggi abbiamo fatto passi avanti ma è ancora tutt'altro che sicura: negli USA ci sono almeno una trentina di stati in cui è legale discriminare i trans. Queste discriminazioni spesso si traducono in violenze, omicidi e tantissimi suicidi, oppure ci sono genitori che non fanno coming out perché vogliono proteggere i loro figli e temono per la loro sicurezza. Nessuna discriminazione è accettabile. Bisogna combattere la cosa immediatamente.
 
La seconda stagione di Transparent andrà in onda da stasera alle 22, su Sky Atlantic HD.
 
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