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Jeff Bridges: “Quanto mi piace interpretare il cowboy!”

L’incontro con un titano del cinema americano. Un po’ come Il Grinta ma soprattutto tanto “Drugo” Lebowski…

18.07.2013 - Autore: Adriano Ercolani, da New York
Quella di R.I.P.D. non poteva essere una conferenza stampa come le altre, se a parteciparvi era il protagonista del film Jeff Bridges. Dal lontano 1971 de L’ultimo spettacolo al recente remake de Il Grinta dei fratelli Coen, Bridges ha scritto pagine indelebili di cinema americano. Con semplicità, ironia e una filosofia di vita personalissima. La stessa che ha adoperato per parlare del suo ultimo film in cui lo vediamo membro del corpo di polizia formato da agenti passati a miglior vita e adesso operativi dall'aldilà alla ricerca di criminali del paranormale.



Perché ha scelto di interpretare il ruolo di Roy in R.I.P.D.?
Mi piace fare film che in qualche modo trovo bizzarri, che possono sorprendermi. Opere che, quando cominci a lavorarci, non sai bene dove potrebbero portarti. R.I.P.D. mi è sembrata una di queste. Ci sono diversi elementi nel film che hanno attirato la mia curiosità e destato la mia sorpresa, a quest’età non è più facilissimo. Inoltre avevo l’opportunità di interpretare nuovamente un cowboy, anche se morto. Dentro contesti che non oserei definire classici, il film ha comunque alcuni elementi che lo avvicinano al western.

Come mai una scelta come questa a così poco tempo da un successo come Il Grinta?
Mio padre ha lavorato in molti grandi western, primo tra tutti Mezzogiorno di fuoco. Io da bambino lo vedevo tornare a casa indossando costumi di scena come il cappello o gli stivali, e ne ero affascinato. Da che ricordi ho sempre voluto interpretare cowboy, anche perché sono una figura importante nella storia, seppur breve, del nostro Paese. Rappresentano il lato selvaggio e libero da condizionamenti dell’America passata.

Ha citato Lloyd Bridges, un grande caratterista classico. Quali insegnamenti ha preso da suo padre?
Lloyd è sempre stato nello showbusiness e ne era entusiasta. Amava recitare, mi ha sempre spinto a tentare di seguire la sua strada. Spesso ci diceva di marinare la scuola e accompagnarlo a lavoro, per lui contava moltissimo che comprendessimo il lato divertente del suo mestiere. E’ stato il mio primo insegnante di recitazione. Guardarlo lavorare e poi poter condividere con lui il set un paio di volte, in Tucker e poi Blown Away, mi ha trasmesso quel senso di gioia che provavo da bambino. Quel piacere era contagioso, ricordo che durante le riprese di Tucker Francis Ford Coppola, una persona notoriamente entusiasta, si sorprendeva continuamente di quanto Lloyd fosse sempre sorridente. Quando ti rilassi e ti diverti le cose si semplificano sempre, questa è stata la grande lezione di vita che mio padre mi ha trasmesso.



Tornando a R.I.P.D., come ha trovato il feeling col suo coprotagonista Ryan Reynolds?
L’alchimia tra due attori è una cosa che non si improvvisa, lo capisci sul set se c’è oppure meno. Penso che avvicinarsi ai colleghi in maniera sincera e senza preconcetti sia il modo migliore per creare un buon rapporto di lavoro, che è alla base dell’armonia e della riuscita di un set cinematografico. Io sono uno che preferisce rilassarsi e non creare problemi. Alla base del mio lavoro con i colleghi c’è prima di tutto il rispetto.

E’ stato un film impegnativo a livello fisico?
Non molto, è stato abbastanza semplice. Per me la parte più complicata è stata girare dentro l’automobile facendo finta di guidare in un modo tutto storto.



Lei è un attore, un fotografo, un musicista e molto altro. Quale di questi tipi di espressione artistica la soddisfa di più?
Tutti allo stesso modo, mi ci avvicino con lo stesso spirito. All’inizio, quando ero giovane, sentivo di dovermi dedicare alla recitazione, sentivo di dover studiare e mi ci sono lanciato con entusiasmo, con tutto me stesso. Col passare degli anni ho trovato altre vie di espressione e le ho percorse, è un modo forse più equilibrato di essere un performer. Non si può essere una sola cosa nella vita, nessuna persona lo è.

Se come il suo personaggio dovesse tornare sulla Terra sotto altre sembianze, chi vorrebbe essere?
Vorrei tornare come Ryan Reynolds.

R.I.P.D. - Poliziotti dell'aldilà sarà distribuito in Italia dalla Universal Pictures a partire dal 3 ottobre.

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