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Intervista: Il viaggio, una “commedia romantica” per raccontare la pace in Irlanda del Nord

Parlano Nick Hamm, Timothy Spall e Colm Meaney, regista e protagonisti del film che immagina i retroscena dei trattati nordirlandesi del 2006. E racconta la storia di una improbabile amicizia

Il viaggio

31.03.2017 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
“Un messaggio di speranza”. Colm Meaney, interprete de Il viaggio di Nick Hamm, non ha dubbi sul potere del film: “Una delle ragioni per farlo è stato proprio il suo messaggio positivo e di pace, che parla di come anche le differenze apparentemente più inconciliabili possano essere superate”.
 
Il viaggio è una storia vera. O quasi. Nick Hamm, insieme allo sceneggiatore Colin Bateman, ha immaginato cosa potrebbe essere accaduto durante un viaggio che i due leader delle fazioni opposte nel conflitto nordirlandese, l'unionista Ian Paisley (Timothy Spall) e l'ex membro dell'IRA Martin McGuinness (Meaney), furono costretti a intraprendere insieme. L'occasione furono i trattati di pace del 2006, che avrebbero portato a un governo congiunto delle forze cattoliche e protestanti. E, dopo quel viaggio, tra i due sarebbe nata una strana e inaspettata amicizia, un rispetto reciproco e una vicinanza che prima era stata giudicata impossibile. 

 
“Durante i Troubles, spesso i politici di partiti opposti venivano costretti a viaggiare insieme per evitare attentati – ci spiega Hamm durante l'incontro con lui e i due attori protagonisti – Sappiamo che Paisley dovette tornare a casa nel corso dei negoziati e che McGuinness prese l'aereo con lui, ma non sappiamo cosa accadde sull'aereo”. “Io volevo fare un film sulla relazione tra questi due uomini e la loro amicizia. Come una sorta di 'Strana coppia' politica”.
 
Ma, siccome i negoziati furono tenuti strettamente dietro porte chiuse, Hamm e gli attori hanno dovuto usare la loro immaginazione. “Paisley e McGuinness erano due uomini senza compromessi, devoti alla loro causa e convinti che il proprio metodo fosse il migliore – spiega Spall – Quello che avevano in comune era non avere compromessi... Il compromesso tra loro fu proprio capire quanto fossero senza compromessi!”. “Abbiamo progettato il film come incontro di boxe – aggiunge Hamm – Un round dopo l'altro. C'è anche la struttura del Buddy Movie, con due protagonisti che inizialmente si odiano e poi si amano. Come in 48 ore, dove Eddie Murphy e Nick Nolte entrano in auto, guidano per tutto il film e alla fine sono amici. Se vogliamo è anche la struttura di una commedia romantica. Non ho paura di usare il genere, un cinema semplice per illuminare una situazione complessa”.

 
Cinema semplice nei concetti, ma certamente non nella realizzazione. “Abbiamo creato una sorta di entourage alla Mad Max. C'erano in tutto una decina di auto. Quella in cui abbiamo messo gli attori era collegata a un furgone, con sopra una pompa in grado spruzzare acqua per simulare la pioggia e il suo sistema di illuminazione. Era di fatto uno studio mobile. Dietro l'auto c'era un altro furgone dove mi trovavo io con i monitor. Dietro di me i microfonisti. E dietro ancora la polizia. Chiudevamo un tratto di strada e guidavamo avanti e indietro di continuo. Un metodo di riprese un po' bizzarro, ma che ci ha permesso di realizzare lunghi ciak di dieci minuti”.
 
Una manna per gli attori, in cerca dell'elemento umano per connettersi ai loro personaggi: “Gente come Paisley e McGuinness risulta monodimensionale all'occhio dell'opinione pubblica – ammette Meaney – Per interpretare personaggi così devi trovare l'umanità profonda in loro. Ovviamente non si può non tenere da conto il modo in cui erano percepiti dal pubblico. Ma per interpretarli davvero, ed evitare l'imitazione, è necessario basare la performance sulla loro umanità”.

 
“Il mio film vuole essere un antidoto al concetto di fondamentalismo – conclude Hamm – Viviamo in un'epoca che lo sta avallando. Lo accettiamo, ci avvolgiamo nella bandiera e pensiamo sia la cosa migliore, ma non lo è. Questo è il potere del film: se due personaggi come questi possono trovare un dialogo, lo può fare chiunque”.
 
Il viaggio è distribuito in Italia da Officine Ubu. Qui ne potete vedere una clip esclusiva.