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Intervista a Edoardo Leo, da Loro chi a Smetto quando voglio 2 e 3: "Far ridere è sempre la cosa più difficile"

Attore, regista e veterano dell'ultima commedia italiana, quella che torna a essere cattiva

Loro chi - Intervista a Edoardo Leo

11.04.2016 - Autore: Pierpaolo Festa (Nexta)
Un genio della scienza laureato con lode che non trova lavoro, un disperato che cerca di sbarcare il lunario diventando campione di curling, un pubblicitario che sogna una carriera di successo ma che viene messo sul lastrico dopo aver subito una megatruffa. C'è un fil rouge che accomuna il lavoro cinematografico di Edoardo Leo. Quello di scegliere ruoli di disperati che per ritrovare se stessi sono costretti a un colpo di coda, finendo per diventare una persona completamente diversa rispetto a quella che avevamo conosciuto all'inizio del film. Molto spesso questi personaggi scatenano alcuni tratti diabolici all'interno di una personalità comunque maldestra. L'argomento è al centro della discussione che Film.it instaura con Leo quando lo chiamiamo al telefono in occasione dell'uscita di Loro chi? in Blu-Ray e DVD con Warner Bros. 


Marco Giallini ed Edoardo Leo protagonisti di Loro chi? - Guarda il video: "Una coppia di attori come Bud Spencer e Terence Hill"
 
La commedia rimane il genere più gettonato in Italia, ma sta cambiando dall'interno. Film come Loro chi e Smetto quando voglio lo dimostrano. Cosa succede? Stiamo diventando più cattivi?
Un principio di cattiveria c'è , ma non credo però che sia solo quella caratteristica lì. Il mercato punta sulle commedie, ma quei tentativi di fare le cose diverse, gli stessi che prima rimanevano nell'ambito della formalità, vengono finalmente fuori. Lo dimostrano quei film che hai citato ma anche altri titoli come il primo film di Pif.
 
Pochi giorni fa abbiamo visto la prima foto dal set di Smetto quando voglio 2 e 3. Avrei voluto vedere la tua faccia quando Sydney Sibilia ti ha proposto di tornare al ruolo per i due sequel. Ti è capitato di pensare: "Questo tizio è matto"?
E' una cosa folle e interessante. Io non sono un entusiasta per natura, ma ho compreso le potenzialità della cosa. Prima di accettare, ho aspettato di leggere le sceneggiature e ragionarci in maniera approfondita. Mi sono sembrati progetti molto soliti ed entrambi al livello del primo film. Ecco perché ho ripreso il ruolo. 


Leo protagonista di Smetto quando voglio
 
Smetto quando voglio era diretto da un regista esordiente che ha azzeccato il suo primo film. Cosa cambia quando lavori con un direttore esordiente?
Forse è perfino più interessante. Io ne ho fatti tanti di esordi, quello di Sydney e quello di Claudio Amendola con La mossa del pinguino. Su Loro chi? invece è stato un esordio sui generis, dato che entrambi i registi venivano da altre esperienze. Durante la lavorazione avevano un metodo preciso: prima si confrontavano tra di loro, poi uno solo veniva a parlare con gli attori. La presenza di Fabio Bonifacci sul set ha cambiato tutto: lui è anche lo sceneggiatore e averlo a disposizione sempre ci ha consentito un lavoro più approfondito. D'un tratto ogni dubbio veniva risolto all'istante senza la necessità di telefonate disperate all'ultimo momento. 
 
Tu che tipo di regista esordiente sei stato? Ti è capitato di avere paura in occasione del tuo primo film Diciotto anni dopo? 
Ti dirò, sono un tipo molto tranquillo. Da una parte il mio esordio era difficile: facevo il regista e interpretavo il ruolo di un balbuziente, ma ho scoperto che il set mi calma. Ho fatto tre film e non ho mai urlato a nessuno in vita mia. Non mi agito, non l'ho mai fatto. 

Il primo film diretto da Edoardo Leo
 
Come sei riuscito a farti prendere sul serio dalla tua troupe quella volta?
Dopo un po' di giorni hanno capito che era quello che volevo veramente. Avevo cinque settimane per girare il film, era a basso costo e non volevo distrazioni. Ma avevo già girato quel film nella mia testa: il set è stato il luogo in cui ho scoperto un nuovo lato di me, quello della persona calma e paziente.
 
Lo sei anche verso te stesso quando ti dirigi da solo? 
Non guardo i miei film in continuazione, ma a volte capita di vederne qualche pezzo in TV. Allora inizio a pensare "forse avrei dovuto tagliare cinque minuti!". La verità è che quello era l'Edoardo di sette anni fa, ora sono più indulgente verso me stesso. Merito anche dei miei collaboratori con cui ho messo a punto un meccanismo ben collaudato. 

Selfie con il cast di Perfetti sconosciuti: leggi la recensione del film

Sempre a proposito di commedia, genere di cui ormai sei un veterano: quanto trovi sia difficile fare ridere film dopo film?
La commedia per me resta il genere più complesso. Sono abbastanza convinto di questo. Far ridere in un certo modo è molto complicato. Per quanto mi riguarda cerco di scegliere film che andrei a vedere da spettatore. Scelgo cose che mi piacciono per quello che posso e non farmi schiacciare da strategie di mercato: Loro chi e Perfetti sconosciuti, hanno messo d'accordo botteghino e critica e mi hanno fatto venire più voglia di fare questo mestiere.
 
In Loro chi interpreti un perdente che torna a vincere, da truffatore. Hai incontrato veri "specialisti" del mestiere? 
Non esattamente. Era tutto nella sceneggiatura. Io ho un metodo che applico sempre: cerco di fare un lavoro sulla memoria e studio anche le battute degli altri. Ecco, ho tutto il film in testa e cerco di essere presente il più possibile sul set. Mi preparo al massimo, e poi cerco invece di scordare tutto e non ripassare la parte il giorno prima dell'inizio. 


La grande riunione sul set di Smetto quando voglio 2
 
Sono curioso, a che punto siete con le riprese dei sequel di Smetto quando voglio?
Purtroppo sono sotto embargo e non ne posso parlare. Ti basta sapere che non sarò in Italia per un po'. 
 
Ci sarai per il concerto del tuo idolo Bruce Springsteen? 
No, purtroppo non potrò vederlo a Roma. Andrò a Milano forse, in qualche modo farò. Non lo perderò di sicuro. Lo seguo da sempre, da quel primo concerto al Flaminio del 1987,  Tunnel of Love. Avevo sedici anni. 
 
Sempre a proposito di idoli, chiudiamo l'intervista con la nostra domanda tradizionale: qual era il poster che avevi in camera da ragazzino?
Fammi pensare, non avevo poster di attori. La mia passione per la recitazione è nata più tardi, da adolescente: credo di aver attaccato qualche foto di Marlon Brando in qualche diario. Lui e Nino Manfredi sono da sempre i miei punti di riferimento. Oggi nel mio ufficio c'è la locandina di C'eravamo tanto amati. 




Loro chi? è disponibile in edizione Blu-Ray e DVD distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.I dischi includono il backstage del film e le interviste ai due protagonisti Edoardo Leo e Marco Giallini. Il film è anche disponibile in digital download sulle principali piattaforme digitali.