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Intervista: a 20 anni da Ghost in the Shell, Mamoru Oshii torna con Garm Wars

Una storia di fantascienza che si fa metafora della nostra dipendenza dalla tecnologia, nel nuovo film diretto dal maestro degli anime

Garm Wars

18.01.2016 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Ghost in the Shell è uno di quei miracoli del cinema che segnano non solo un'epoca, ma anche le generazioni successive. Un'opera capace di prevedere il futuro, ancora attualissima nella sua descrizione della rete e nell'immaginare scenari futuri credibili, nonostante siano passati 21 anni dalla sua uscita. Oggi, nei cinema italiani arriva il nuovo film del suo autore, Mamoru Oshii, regista che dall'animazione è passato più volte al live action e che, come in Avalon, con Garm Wars: L'ultimo druido mescola riprese dal vivo e computer graphic per dipingere uno scenario fantasy originale, un mondo in guerra in cui tribù di soldati cloni collegati a una mente collettiva si sfidano per la supremazia.
 
Abbiamo incontrato Oshii in occasione della presentazione del film a Lucca Comics & Games e ci siamo fatti con lui una chiacchierata nel tentativo di esaminare presente, passato e futuro del cinema per capire la sua posizione all'interno di un'arte il cui volto è stato per sempre cambiato dalla tecnologia. La nostra intervista. 

 
Garm Wars condivide con Ghost in the Shell parecchi temi portanti, come la dipendenza dalla tecnologia e come questa diventi pressoché indistinguibile dalla vita biologica...
Quando lavorai a Ghost in the Shell, la tecnologia non era avanzata come oggi e Internet era appena nato. In America, addirittura, il mio film fu definito un Internet movie, non fantascienza. In quel periodo non potevo avere la consapevolezza di un futuro così interconnesso, tutto nasceva dalla mia fantasia.
 
Ma a distanza di tanti anni, le sembra un futuro più plausibile o resta fantascienza? Questo vale anche per Garm Wars, dove si parla di clonazione umana e di una memoria collettiva connessa alla rete...
Non mi interessa particolarmente scoprire se la fantascienza diventerà realtà, quanto usare il futuro come mezzo per descrivere il presente. Quando realizzai Ghost in the Shell, non pensavo alla rete globale ma ai cellulari, che si stavano diffondendo in Giappone e stavano diventando sempre più un mezzo senza il quale non era possibile vivere. Tutti gli elementi futuristici di Ghost in the Shell sono in realtà metafora altri temi: ad esempio, la presa per connettersi alla rete è sul collo e dunque rimanda a un collare, qualcosa che tiene incatenata una persona. Essere connessi significa essere legati, ma in senso negativo, trattenuti e controllati. Per me è importante, dunque, far passare messaggio che, a livello metaforico, il mondo è già così. Trasferire la propria memoria su supporto esterno alla fine non è tanto diverso da pubblicare un libro e condividere propria esperienza con altri. È solo un mezzo nuovo per fare qualcosa che le persone hanno sempre fatto. Ma anche uno strumento apparentemente semplice come un cellulare può diventare qualcosa che ci intrappola e controlla, come in passato hanno fatto religioni e ideologie.

 
Garm Wars è un ibrido di live action e computer graphic che immagina scenari impossibili da girare dal vivo. Pensa che l'evoluzione della tecnologia abbia dato la libertà di raccontare cose che prima non si potevano raccontare?
È come per il cellulare: all'inizio era un mezzo comodo, ma poi ci siamo fatti prendere la mano e abbiamo perso la libertà. Serve un talento particolare per riuscire a usare questi mezzi rispettando la propria libertà. Al mondo ci sono pochissimi autori che ce la fanno, ad esempio Ridley Scott e James Cameron. Prima dell'avvento della CGI, il lavoro del regista era più divertente e piacevole. Le nuove generazioni, essendo nate dopo la diffusione di queste tecnologie, non se ne rendono conto e non si pongono il problema. Sarà interessante vedere come i futuri registi, che vedranno film come questo durante la loro infanzia, che tipo di opere realizzeranno, ma non sono molto ottimista. Diciamo che le cose migliori vengono realizzate quando una tecnologia è ancora in fieri e non ha raggiunto l'apice. Ma gli sperimentatori sono già andati, ormai, e non so quanti ne nasceranno ancora.
 
Interpretato da Melanie St-Pierre, Lance Henriksen e KevinDurand, Garm Wars: L'ultimo druido è distribuito in Italia da Notorious Pictures.