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Il mio senso

Tinto Brass: "Il mio senso? Più fedele di quello di Visconti alla novella di Boito". Sul set romano dove sta terminando le riprese di Senso '45, Tinto Brass parla della suo nuova opera.

Senso 45

10.08.2001 - Autore: Maria Stella Taccone
E pacato, bonario, ironico e ammiccante, Tinto Brass, quando lo incontriamo sul set stile littorio di Senso 45, trasposizione in ambientazione fascista dellomonimo romanzo di Boito, di cui sta terminando in questi giorni le riprese. Con limmancabile sigaro in bocca e laria sorniona, Brass da dietro il bancone del bar dellHotel Luna, ricostruito con meticolosa cura dei particolari nel Salone delle fontane dellEnte Eur a Roma, parla della sua nuova opera per cui ha voluto unattrice di talento come Anna Galiena (cui ha affiancato lapollineo Gabriel Garko) e le calli della sua città natale, Venezia una perfetta città alcova.   Ho scelto la Venezia bituminosa e sibaritica di fine età fascista spiega il regista di Caligola e de La Chiave, una Venezia dove si applicava il coprifuoco e si consumavano festini orgiastici, cui rimpiango di non aver potuto partecipare, perchè troppo piccino allepoca, ma di cui ricordo nitidamente i racconti ed i resti del giorno dopo di fianco ai portoni.   Come definirebbe Senso 45? Un film sulla passione scenograficamente iperbolico che mi piace apostrofare, parafrasando Apollinaire, Venezia, mona-mour!. Questo perché nel portare sullo schermo la passionale vicenda della novella di Boito sono passato attraverso le mie ossessioni di sempre: le donne, il cinema, gli anni 40 e naturalmente Venezia.   A portare sullo schermo il romanzo di Boito prima di lei è stato Luchino Visconti. Non ha pensato fosse unoperazione quanto mai rischiosa confrontarsi sullo stesso terreno? Per quanto mi riguarda no, trattandosi di opere che nascono da esigenze diverse, anche se sono sicuro che ci sarà chi, pur di scrivere qualcosa, azzarderà paragoni tra i due film.   In cosa si differenzia la sua versione di Senso? A parte il momento storico (Ha spostato la vicenda alla fine del periodo fascista. Cambiamento sottolineato dallaggiunta di quel 45 in coda al titolo, n.d.r.), ho enfatizzato la sensualità della novella. Quello di Visconti era un film bellissimo, ma che sulla sensualità glissava, in questo io sono rimasto più fedele al testo.   Quanto alla protagonista Livia, che donna è? Una donna in preda ad una deriva passionale. Una femme fatale sul genere della Barbara Stanwyck di La fiamma del peccato.   Molte sono le attrici che dopo aver lavorato con lei lhanno sconfessata Non basta un bel culo per far carriera se non cè una mano che lo spinge avanti, si dice dalle mie parti Be, io per molte giovani aspiranti attrici sono stata quella mano per proseguire da sole ci vuole talento però Chi non ce lha tenta altre vie.   Pensa che, uscito il film, anche la Galiena la rinnegherà? Non credo, Anna è unattrice vera, che gode della stima dei critici e delle simpatie del pubblico, e non ha certo bisogno di farsi pubblicità con certi mezzucci.   Dopo aver ingaggiato formose sconosciute, è tornato alle attrici con la A maiuscola, questo indica uninversione di rotta anche nei contenuti? Se nei miei ultimi film la trama era secondaria alla rappresentazione, direi che con Senso 45 ho unito il piacere della narrazione a quello visivo. Questa opera si inserisce nel solco de La Chiave e Salon Kitty, prende una direzione in cui mi piacerebbe proseguire, se il pubblico sarà daccordo nel seguirmi. Con ciò non voglio dire che ripudio i cosiddetti filmetti di sesso. Tornerò a farli se gli spettatori dimostreranno di preferirli a quelli dove il sesso è al servizio del racconto.