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Hugh Jackman è The Greatest Showman nel Musical su P.T. Barnum e il suo circo

L'inventore dello spettacolo moderno per antonomasia diventa un visionario alla Steve Jobs nel film diretto da Michael Gracey in cui l'ex Wolverine domina la scena.

06.12.2017 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
The Greatest Showman è P.T. Barnum, rimasto nella storia come l'inventore del Circo, ma soprattutto The Greatest Showman è Hugh Jackman, protagonista e mattatore assoluto del film diretto dall'esordiente Michael Gracey. Un musical costruito sulle canzoni dei Premi Oscar Benji Pasek e Justin Paul (La La Land) e su uno spettacolo mozzafiato, che abbiamo appena scoperto nella presentazione romana organizzata dalla 20th Century Fox e che arriverà nelle sale italiane nel giorno di Natale per colorare le Feste ed emozionare le famiglie finalmente riunite.



"Oggi Barnum sarebbe un personaggio alla Steve Jobs", spiega Jackman stesso, raccontandone la storia. Un uomo di umili origini, "nato in condizioni di estrema povertà, per il quale il successo era una necessità prima che un sogno. E che ha dovuto superare avversità straordinarie. Un combattente, che non accettava un 'no' come risposta". E che per questa capacità di giocare d'azzardo aveva saputo avere un effetto dirompente sulla società del suo tempo. E oltre.

[The Greatest Showman: nel trailer il coloratissimo Circo Barnum di Hugh Jackman]

Come lui, innamoratissimo della moglie, presenza costante e sempre al suo fianco per tutto il film, nella buona e nella cattiva sorte, anche l'attore australiano si dice fortunato di avere una donna eccezionale che lo sostiene e lo riporta con i piedi per terra quando rischia di esagerare. Un ruolo fondamentale per chi ha davvero vissuto mille vite, anche ai confini della realtà, come per Wolverine. Personaggio che non poteva tornare alla mente, parlando di 'esclusi' e 'diversi': "Il tema della tolleranza percorre tutta la mitologia degli X-men, sin dai fumetti, e qui succede la stessa cosa. Nel 1800 i mostri erano chiusi nelle cantine o nascosti dietro una porta, coperti di vergogna, maledetti da dio o sfruttati al limite della schiavitù. Barnum li riportò alla luce del sole, rendendoli - in alcuni casi - ricchissimi e acclamati in tutto il mondo. In fondo ogni teenager sente di essere strano in qualche modo… Questa storia dice loro 'non sprecate energie nel conformarvi, mettetela in quel che vi rende speciali!".



"L'accettazione della diversità" è il cuore del film, più delle musiche toccanti ("quando ho sentito This is Me, ho pianto") e delle affascinanti coreografie, ma ci sono anche altri temi nelle pieghe della storia: "la nascita dell'America moderna e l'idea che il tuo lavoro, il tuo talento e la tua immaginazione determinano il tuo percorso nella vita". Temi contemporanei, e "tristemente" attuali, come suggerisce lo stesso regista Michael Gracey, definito da Jackman "il vero Barnum del film" per averci "sempre creduto fino in fondo".

Insieme avevano fatto solo uno spot pubblicitario, qualche anno fa, ma insieme non hanno mai smesso di lavorare alla storia. Che pezzo dopo pezzo è andata prendendo corpo. Contando sulla presenza di Michelle Williams, Zendaya, Zac Efron e Rebecca Ferguson, e su una serie di riferimenti, più o meno espliciti, che vi divertirete a riconoscere, al di là dei più evidenti che cita lo stesso Gracey parlando del Freaks di Tod Browning e del nostro Fellini: "Per me è uno dei più grandi cineasti di tutti i tempi. Il suo lavoro ha avuto una grande influenza su di me, e su altri registi che ammiro molto, come Terry Gilliam. Federico Fellini non si può aggirare, ci sono stati momenti in cui guardavo il circo, le persone nel fumo, di profilo, e pensavo a lui".


The Greatest Showman, in sala dal 25 dicembre 2017, è distribuito da 20th Century Fox.