NOTIZIE

Home Video: Muhammad Ali, uomo vulnerabile senza guantoni

I am Alì, la storia del più grande campione di boxe di tutti i tempi in un documentario in DVD

I Am Ali

12.11.2014 - Autore: Pierpaolo Festa
Leggenda con i guantoni, colonna portante di un'era di boxe epica, simbolo di libertà per un intero popolo. Questo il lato di un campione che conosciamo già, un aspetto scolpito nella memoria a livello multi-generazionale. Quello che invece non sapevamo riguarda il pugile senza guantoni, lontano dal ring: lo ritroviamo nei panni di uomo sensibile, un padre di famiglia insicuro nella vita privata. Sono stati realizzate decine e decine di documentari su Muhammad Ali, qualcuno di questi è arrivato perfino al cinema e agli Oscar (Quando eravamo re, miglior documentario nel 1996), mentre il maestro Michael Mann gli ha costruito un monumento cinematografico immortale facendolo interpretare da Will Smith. Eppure nessuno prima d'ora aveva colto questi aspetti inediti della vita del fu Cassius Clay.


Muhammad Ali contro Joe Frazier.

Una delle prime sequenze di I Am Ali, che esce in Home Video con Universal Pictures (disponibile in DVD e Blu-Ray) si svolge a Roma: un filmato in cui vediamo un giovanissimo Ali aggirarsi per le strade della capitale in occasione delle Olimpiadi del 1960. Partendo da quella sequenza la regista Clare Lewins cerca di sorvolare sui quattro angoli di gomma del ring e raccontare l'uomo. Tra un sipario e l'altro lo schermo diventa nero: appare solo una linea sonora che si muove a ritmo di voce, come se stessimo guardando un impianto stereo: sentiamo Ali mentre parla al telefono con i suoi cari. Vere registrazioni che la famiglia del campione ha concesso alla Lewins: “Ascoltavo la sua voce e ho scoperto che era un vero padre di famiglia – racconta la regista ai microfoni di Film.it – Un uomo molto divertente ma anche vulnerabile. Una qualità che non mi aspettavo. Quando viaggiava in tour per i suoi incontri sul ring, chiamava le sue figlie e chiedeva loro: 'Ditemi che mi volete bene'. Ecco dunque il peso interiore di un uomo che ha sacrificato tanto per lottare in ciò in cui credeva”.

Come mai un nuovo documentario su Alì proprio adesso? Lo scopo era stare lontano dal ring?
Sì, prima viene l'uomo, poi il campione. Stavo cercando di capire il perché le persone abbiano sempre creduto nel mito di Alì. Un giorno mi sono imbattuta in questa fotografia speciale: c'era una mamma che affidava il suo bambino nelle braccia del campione, quasi gli chiedesse una benedizione. Lì ho capito che aveva sempre un posto speciale nei cuori delle persone. E' stato il momento in cui abbiamo capito come procedere, intervistando le persone che gli stanno vicino ho capito che avrei potuto esplorare questa sua caratteristica unica.


Ali affettuoso uomo di famiglia.

Cos'altro ha scoperto di inedito sul campione?
Questa sua mania per le registrazioni delle telefonate. Da una parte è sempre stato affascinato dalla storia e ha sempre pensato che un giorno quei nastri sarebbero serviti a uno scopo valido. D'altra parte ho anche capito che è un tipo molto ficcanaso... a volte registrava perfino la suocera!

Devo chiederle di quell'immagine di Ali a Roma. Come mai questa scelta? Quanto è stato difficile trovare quel materiale?
Più o meno come cercare una perla sul relitto del Titanic! Ma questo era lo scopo del film, non solo raccontare Ali l'uomo, ma farlo mostrando filmati rarissimi, come quello di Roma in cui gli viene consegnata la medaglia d'oro olimpica. Diciamo dunque che ho passato tanto tempo chiusa in un laboratorio a guardare ore ore e ore di archivi. Alcuni di quei filmati erano stati visionati solo dalla sua famiglia. In quel caso mi interessava mostrare questo ragazzo umile, ma dall'aspetto forte.

Dunque ecco l'immagine dell'uomo semplice contrapposta al suo essere spaccone. Tutte le volte che guardo uno dei suoi “numeri” mi chiedo se era senso dell'umorismo o se è stato un personaggio poco simpatico di natura...
In realtà è un uomo con un umorismo tagliente. Credo comunque che si sia trattato di uno show. All'inizio degli anni Sessanta era più innocente, d'un tratto, invece, aveva creato questo personaggio: aveva capito che la boxe significava soprattutto vendere i biglietti e diritti televisivi. Direi dunque che il vero Muhammad Ali è timido e vulnerabile, il resto è solo spettacolo glamour.



A proposito di glamour, per quanto il suo film cerchi il più possibile di uscire dal ring, in alcuni filmati viene fuori questo periodo romantico della boxe. Sembra essere passato un secolo da quell'epoca d'oro...
Devo confessare che non sono mai stata esperta di pugilato. Guardavo però quei filmati di archivio e tutto sembrava un evento epico. Penso agli incontri tra Ali e Frazier al Madison Square Garden e mi ricordo subito di persone come Elizabeth Taylor o Frank Sinatra a bordo ring. Direi che un evento del genere oggi sarebbe paragonabile al Royal Wedding tra William e Kate. Purtroppo non è più così, oggi la boxe ha perso sia l'epicità che il glamour.

Ali è stato il re del ring. In che cos'altro potrebbe essere chiamato un “Re”?
La verità è che il suo talento trascende perfino il ring.  Hanno sempre detto che Ali era il migliore pugile del mondo. Secondo me è stato anche uno degli uomini più interessanti del ventesimo secolo.


La regista Clare Lewins con le figlie del campione, Maryum e Hana Ali.

Caratteristiche tecniche del DVD
Lingue: Inglese DOLBY DIGITAL 5.1; Italiano, Francese, Tedesco, Spagnolo, Ungherese, Polacco, Turco DOLBY DIGITAL 2.0.
Sottotitoli: italiano, inglese per non udenti, francese, tedesco, spagnolo, olandese, ungherese, danese, finlandese, norvegese, svedese, arabo, polacco, turco, portoghese.
 
FILM E PERSONE