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Fucking Bruges

Colin Farrell e Brendan Gleeson nei panni di due killer in vacanza forzata in Belgio. Tra bellissimi paesaggi, nuovi amori e sensi di colpa, dovranno anche guardarsi bene dal loro capo psicopatico. Benvenuti all'inferno.

In Bruges - La Coscienza dell'Assassino

16.05.2008 - Autore: Pierpaolo Festa
“Prima spara… poi vai a vedere i monumenti”…
Ray (Colin Farrell) e Ken (Brendan Gleeson) sono due killer irlandesi poco professionisti mandati in vacanza forzata a Bruges, borgo medievale dominato da una cupezza gotica più che mai affascinante. Uno (Gleeson) è sempre interessato ad esplorare la storia e la cultura fiamminga, l’altro, invece, è una mina vagante che odia la città ed estende il massimo della sua cultura ai pub, alle numerose pinte di birra e alle belle ragazze straniere. Con l’andare avanti di questa “vacanza”, scopriremo che i due sono stati spediti a Bruges, dopo che Ray ha mandato all’aria il suo primo incarico, uccidendo involontariamente un ragazzino in una chiesa. La situazione si complica quando a Ken viene ordinato l’omicidio di Ray...

Badate bene “In Bruges” non è l’ennesima storia che strizza l’occhio ai film di Tarantino. Il regista tenta fino in fondo d’inserire in un contesto ordinario dei personaggi extra-ordinari. Un’operazione totalmente riuscita. Tra ironia tagliente e dramma umano, quello che ne viene fuori è un’incredibile e durissima cattiveria. I due attori sono semplicemente perfetti nell’impersonare due persone solitarie che si guadagnano da vivere freddando la gente su commissione. Siamo davanti ad una commedia nera in cui regia, sceneggiatura ed interpretazione combaciano perfettamente come pezzi di puzzle impegnati a creare una solida pellicola, una storia molto originale lontana anni luce dal dimenticatoio in cui finiscono tanti film del genere. Ciliegina sulla torta il grandissimo Ralph Fiennes, nei panni del capo dei protagonisti, spietatissimo e fuori di testa, ma con un suo grottesco codice morale.

Al timone di regia l’esordiente (sul grande schermo) Martin McDonagh, già autore del cortometraggio premiato con l’Oscar, “Six Shooter” (2004). Il regista riesce a catturare bene ogni angolo di questa città che fa da vero e proprio protagonista del film. Ribattezzata “la Venezia del Nord”, Bruges sembra uscita dal mondo delle fiabe e qui rappresenta una specie di purgatorio per i personaggi.  "Quando sono stato lì per la prima volta, circa quattro anni fa, avevo delle sensazioni contrastanti sul posto – ha detto McDonagh -  Ho iniziato a pensare a due personaggi che reagiscono a Bruges in maniera diversa e ho iniziato a metterli su carta, con dei luoghi specifici della città che dovevano visitare, e con i quali dovevano interagire”. A proposito dei suoi protagonisti il regista ha aggiunto: "Si tratta di assassini, ma non li abbiamo tratteggiati in bianco e nero. Alla fine della storia, la speranza è che lo spettatore avrà una comprensione migliore di quello che li manda avanti e delle ragioni dietro alle azioni che compiono".

Curiosità:
Nella versione originale del film la parola "Fuck" ed i suoi derivati vengono pronunciati circa 126 volte: una media di una parolaccia ogni 1.18 minuti di pellicola.