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Esclusiva: Film.it intervista John Lasseter

In occasione dell'uscita home video di "Cars 2", abbiamo chiacchierato con il fondatore della Pixar, ovvero il Walt Disney moderno

Cars 2

07.11.2011 - Autore: Marco Triolo
John Lasseter è un nome che non ha bisogno di presentazioni. Da molti definito il Walt Disney moderno, con la sua Pixar è stato il pioniere dell'animazione al computer, e ha diretto pellicole seminali come “Toy Story”, “A Bug's Life” e l'originale “Cars”. Dopo essere stato premiato con il Leone d'Oro alla carriera alla 66ma Mostra del Cinema di Venezia, è tornato alla regia con il sequel di “Cars”. In occasione dell'uscita in DVD e Blu-Ray di “Cars 2”, abbiamo parlato con lui della sua passione per le auto e per i film di spionaggio, del 3D e del venticinquesimo anniversario della Pixar, in un'intervista esclusiva.

Il Blu-Ray di Cars 2

Com'è stato rivisitare il mondo di “Cars”?
Realizzare “Cars 2” è stato divertentissimo. “Cars” e “Cars 2” sono molto personali per me: mio padre, Paul Lasseter, era responsabile delle parti di ricambio in una concessionaria della Chevrolet. Da bambino, lo aiutavo a inventariare le parti delle auto, al liceo lavoravo d'estate e nei weekend come fattorino di pezzi di ricambio. Amo le auto e leggo riviste di auto ogni mese, perciò amo il mondo e i personaggi che abbiamo creato in “Cars”. Dico sempre che ho il miglior lavoro del mondo, e dirigere “Cars 2” lo ha reso ancora più bello. La Pixar è uno studio guidato dai filmmaker, e le nostre idee sono molto personali, provengono dalle nostre vite. Facciamo il tipo di film che ci piace vedere come spettatori.

Cosa vi ha spinto a realizzare un sequel?
Alla Pixar facciamo sequel solo quando abbiamo una grande storia e cerchiamo sempre di essere originali. Se guardate i tre “Toy Story”, hanno temi completamente diversi tra loro, ma sono tutti ambientati nella stanza di Andy e riguardano il mondo dei giocattoli. “Cars 2” è molto diverso da “Cars”, eppure fa parte dello stesso mondo. L'ambientazione internazionale, il glamour e lo sfarzo delle città europee e del Giappone, il genere spy story, il tipo di gare e di auto... tutto è fantastico in questo film.

John Lasseter

Com'è nata la storia di “Cars 2”?
E' successo durante il tour promozionale di “Cars”. Avevo in testa queste auto antropomorfe, e continuavo a ridere immaginando cosa Cricchetto avrebbe combinato in tutti i paesi stranieri che stavo visitando. Mi chiedevo, come se la caverebbe Cricchetto nell'enorme rotatoria intorno all'Arco di Trionfo a Parigi? Sarebbe in grado di guidare dalla parte sbagliata della strada a Londra? Cosa farebbe se si perdesse nel dedalo di strade di Tokyo, senza segnali stradali in inglese? E in Italia, dove i segnali sono solo dei suggerimenti? Continuavo a pensare a questi scenari e a ridere da solo.

Ma “Cars 2” è soprattutto un film che gioca con gli stereotipi della spy story. Come avete ideato il personaggio di Finn McMissile?
Durante la realizzazione di “Cars” stavamo pensando alla scena in cui Saetta McQueen usciva per la prima volta con Sally, la Porsche. L'idea era che sarebbero andati a un drive-in, e ci chiedevamo quale film avrebbero visto. Adoro i film di spionaggio e pensai che sarebbe stato divertente vedere il genere ambientato nel mondo delle auto. Abbiamo quindi creato Finn McMissile, che sarebbe stata la star di questo piccolo film nel film. Anche se poi la sequenza non è stata realizzata, non ho mai dimenticato Finn McMissile e l'idea dello spy movie. Pensavo che avesse un grande potenziale.



Qual è il valore aggiunto del 3D a un film come “Cars 2”?
Credo di amare il 3D più di ogni altro regista. Ho fatto scattare le mie foto di nozze in 3D! Il nostro corto “Knick Knack”, che abbiamo realizzato nel 1989, era in 3D prima che ci fossero cinema in 3D. E ho sempre ritenuto che l'animazione al computer si adatti perfettamente ad esso. Il 3D della Pixar non privilegia quello che esce dallo schermo, piuttosto rende il mondo credibile e avvolgente, come se lo schermo fosse una finestra su una realtà parallela.

Cosa ne pensa del traguardo della Pixar, che quest'anno raggiunge i venticinque anni?
Beh, è semplicemente incredibile che siamo arrivati a venticinque anni, e abbiamo appena completato il nostro dodicesimo film. E poi è bello che “Cars” sia uscito durante il ventesimo anniversario e “Cars 2” durante il venticinquesimo. Sono molto, molto orgoglioso della Pixar, dei nostri film e dei nostri personaggi. Ma quello che conta di più per me è la gente, tutte le famiglie e gli spettatori che abbiamo intrattenuto. Per questo facciamo il nostro lavoro, punto e basta. A noi interessa fare film di grande qualità: non solo film d'animazione, ma pellicole che possano intrattenere con successo pubblici di ogni età, sesso e nazionalità. Questo è il nostro obbiettivo.