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Eroi armati di penna e block notes

In occasione dell'uscita di State of Play, Film.it vi invita ad un piccolo viaggio nelle redazioni più interessanti viste al cinema. Ecco a voi la nostra Top Five dei giornalisti americani più memorabili del grande schermo.

Zodiac 2

28.04.2009 - Autore: Pierpaolo Festa
Russell Crowe è soltanto l’ultimo dei giornalisti cinematografici disposti a tutto pur di seguire una storia. Al cinema ne abbiamo visti di tutti i tipi: sciacalli a caccia di scoop, disperati che si rifugiano nella bottiglia, quelli disposti perfino a sacrificare la loro vita per la ricerca della verità e anche chi decide di mollare tutto per amore. Ecco a seguire, i nostri cinque preferiti.



Tutti gli uomini del presidente (All the President’s Men, 1976), regia di Alan J. Pakula
Quando si pensa ai giornalisti sul grande schermo, è impossibile non tornare con la memoria a Robert Redford e Dustin Hoffman nei panni di Bob Woodward e Carl Bernstein, responsabili di ricercare la verità sul caso esplosivo dello scandalo del Watergate. La pellicola di Alan J. Pakula, vincitrice di quattro Oscar, è stata accolta come uno degli esempi migliori di cinema americano.
La battuta da ricordare:
Bernstein: “Bob ascolta, penso di aver trovato qualcosa, ma non so esattamente cosa. Ma, da qualche parte nel mondo c’è un certo Kenneth H. Dahlberg, e dobbiamo trovarlo prima che lo trovi il New York Times, perché penso che abbiano anche loro la stessa informazione”.



Prima Pagina (The Front Page, 1974), regia di Billy Wilder
Vi presentiamo il giornalisti Hildy Johnson (Jack Lemmon), deciso di piantare il lavoro dopo aver trovato l’amore, e Walter Burns (Walter Matthau), il suo direttore che si ritrova improvvisamente nel panico. La situazione, però, si complica quando un condannato a morte riesce a fuggire dal carcere… e a Hildy tornerà l’istinto del cronista.
La battuta da ricordare:
Walter Burns: “Signora, sposi un impiegato delle pompe funebri, sposi un giocatore d’azzardo, sposi uno scippatore, ma non sposi mai un cronista!



Cronisti d’assalto (The Paper, 1994), regia di Ron Howard
La scena si apre con un automobile abbandonata in un vicolo di Williamsburgh a New York. All’interno un carico di morti: colletti bianchi uccisi per i loro affari loschi. La polizia, però, pensa ad un omicidio razziale e per questo arresta due giovani afroamericani che passavano per caso sul luogo del delitto. Toccherà al cronista del Sun Henry Hackett (Michael Keaton) salvarli… Un’impresa abbastanza difficile, soprattutto se la giornata in questione è quella in cui ha un importantissimo colloquio di lavoro, il suo caporedattore lo ha preso di mira e, soprattutto, quella in cui a sua moglie vengono le doglie!
La battuta da ricordare:
Henry Hackett: “Si sente immediatamente la puzza di una di quelle giornate di merda!”.



Fino a prova contraria (True Crime, 1999), regia di Clint Eastwood
Il cronista Steve Everett (Eastwood) è un uomo arrivato al capolinea: sua moglie lo ha lasciato e si è portata via la bambina e nemmeno al lavoro le cose vanno tanto bene… soprattutto dopo che ha avuto una storia con la moglie del suo capo. Tuttavia sarà proprio lui l’unica speranza per un innocente a cui manca solo qualche ora prima che gli venga praticata l’iniezione letale.
La battuta da ricordare:
Everett: “Quando il mio naso mi dice che qualcosa puzza… allora io devo crederci e basta”.



Leoni per agnelli (Lions for Lambs, 2008), regia di Robert Redford
Janine Roth (Meryl Streep) è sempre stata una professionista nel suo lavoro di reporter televisiva. Ma oggi è il giorno in cui dovrà intervistare il Senatore Jasper Irving (Tom Cruise) riguardo ad una nuova strategia antiterrorismo del governo americano. L’intenzione del politico è quella di manipolarla affinché la diffusione della notizia venga storpiata in modo da ingannare gli americani. Ma Irving non ha fatto i conti con una giornalista che non è disposta ad accettare alcun compromesso… anche a rischio di perdere il lavoro.
La battuta da ricordare:
Janine: “Siamo riusciti a conquistare l’Iraq?!… Mi sono persa qualcosa?”.

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