NOTIZIE

Elizabeth Olsen, la terza sorella

Abbiamo intervistato l'attrice, "sorella d'arte" e protagonista del dramma scabroso "Martha Marcy May Marlene" che la ha lanciata nella settima arte

Elizabeth Olsen

26.07.2011 - Autore: Pierpaolo Festa
“Chi l’avrebbe mai detto?” Questa è la domanda che ci invade la mente quando scorrono i titoli di coda del dramma scabroso “Martha Marcy May Marlene”, presentato nella sezione Un Certain Regard al sessantaquattresimo Festival di Cannes. Una domanda che ci poniamo dopo aver assistito alla prova intensa di Elizabeth Olsen, sorella delle più celebri gemelle Olsen e protagonista assoluta del film, una distribuzione 20th Century Fox di cui potete vedere il trailer qui.

Elizabeth Olsen e Sarah Paulson in Martha Marcy May Marlene

Quello della ventiduenne Olsen, che ha già interpretato l’horror “Silent House”, è senza dubbio uno dei breakthrough cinematografici più interessanti dell’anno: “Sono così orgogliosa di questo film – afferma l’attrice che interpreta una ragazza manipolata e abusata dai membri di una setta - Penso che la cosa più importante era vivere le motivazioni del mio personaggio: cosa le è accaduto per trovare rifugio in questa setta? Quello che mi ha colpito è stata la sua voglia di trovare una destinazione per il percorso della sua vita. Lei però, finisce per essere ospite di un posto che si trasforma in un incubo”.

Raccontaci come hai vissuto questo ruolo parecchio difficile…
Mi piace definirmi “persona emotivamente disponibile”, accettare il film dopo aver letto il copione è stato facile. Sul set, invece, era tutto diverso. Prepararmi al ruolo è stato come allenare i muscoli, è stato doloroso. Ero intrigata dall’aspetto paranoico del personaggio e dal fatto che non riesce a comunicare il suo problema a nessun altro. Sul set pensavo spesso al film che per me è più doloroso, “A Beautiful Mind”: non mi sono mai sentita così a disagio nel vedere qualcuno soffrire in quel modo. Ok, a parte i film di Gaspar Noé.

Elizabeth Olsen posa per il photocall di Cannes

Grazie a questo film hai avuto altre offerte per nuovi ruoli. Qual è dunque il tuo obiettivo, vuoi continuare con indie movies?
L’unico obiettivo che ho è continuare a fare questo mestiere, voglio trovare qualcosa che personalmente sento di poter raggiungere e avere il tempo di farlo. Sogno di interpretare ruoli quando sarò più vecchia, come quello di Katharine Hepburn ne “Il lungo viaggio verso la notte”.

A parte la Hepburn, quali sono gli altri tuoi idoli?
Adoro Diane Keaton e Annette Bening per il loro talento nel dare vita a personaggi forti, divertenti e interessanti. Come attrici più giovani, invece, rimango sempre colpita da Kate Winslet e da come riesce a passare dal cinema indipendente a quello degli Studios.

Da piccola sei stata esposta nello show business indirettamente, a causa delle tue sorelle. Che ricordi hai di questa esperienza?
Crescendo a Los Angeles ho visto che la privacy può essere persa all’improvviso con i paparazzi pronti a saltarti addosso. Ti portano via tutto. Personalmente, però, non ho problemi con i fotografi oggi, e poi non vado mai ai party o a eventi di gala, preferisco andare al cinema invece. Sono felice di vedere che, nonostante tutto, le mie sorelle sono state incredibili e fanno ancora il loro lavoro al meglio. Oggi sono diventate fashion designers e questo mi ha ispirata tanto.

Elizabeth Olsen

Dunque non sei una party girl, come mai?
Abito a New York City in un appartamento piccolissimo, e vivo praticamente come una studentessa. Non faccio shopping, e non vado in giro più di tanto. Faccio film indipendenti e vi rivelo un segreto a bassa voce: non si fanno soldi in questo giro...

Come mai vivi a New York?
Perché ho studiato lì. Ovviamente negli USA avere la possibilità di studiare comporta costi altissimi, ma i miei genitori ci tenevano tantissimo. Mi sentivo fortunata e allo stesso tempo non volevo deluderli.

Come sei diventata un’attrice?
Da piccola volevo fare la ballerina e ho studiato danza per tanto tempo. È stato più recentemente che alla scuola di recitazione ho assistito alle prove di uno show teatrale per tre mesi: vedere gli attori al lavoro ti ispira perché ti fa pensare che anche tu puoi riuscirci. Un altro evento che mi ha ispirata sono state le settimane passate in Russia presso la scuola di teatro di Mosca, dove mi sono innamorata di Chekov. Ho studiato la loro cultura e la letteratura, e quando sono tornata a casa ho cominciato a fare i provini: ci sono voluti sette mesi per trovare il primo lavoro.

Elizabeth Olsen e John Hawkes in Martha Marcy May Marlene

E adesso eccoti in questo film particolarmente duro. Come hai lavorato alle scene torbide del tuo personaggio e qual è stata la reazione della tua famiglia?
La mia famiglia non ha ancora visto il film. Voglio che lo vedano con me. E per quanto riguarda le scene di nudo, posso dire che il mio collega John Hawkes (lo abbiamo visto in “Un gelido inverno” n.d.r.) è una persona fantastica: un uomo gentile che ti dà tutto per metterti a tuo agio. Mi sono trovata benissimo con lui, avevamo set intimi per queste scene disturbanti. Una volta battuto il ciak però, mi sono ritrovata John sulla schiena e non riuscivo a smettere di ridere.

Hai detto che le tue sorelle si occupano di moda. Parliamo un momento del tuo stile...

Mary-Kate e Ashley sono molto intelligenti e vestono le donne in maniera impeccabile. A me, però, piacciono le donne che vestono anche come uomini, un po’ come Diane Keaton in “Io e Annie”. Mi vestivo come lei quando avevo dodici anni.

Se non fossi diventata un’attrice che mestiere avresti intrapreso?

Ho sempre sognato di aprire un ristorante. Dopo il cinema tutto quello che amo è il cibo.