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Eleonora Giorgi ricorda Mia moglie è una strega: "Credo ancora alle favole"

La commedia recitata al fianco di Pozzetto compie 35 anni e torna in DVD. L'attrice in esclusiva ai microfoni di Film.it

23.06.2015 - Autore: Pierpaolo Festa (Nexta)
La strega o come lei stessa la chiama più volte durante la nostra conversazione "la streghina". Eleonora Giorgi ha fatto innamorare generazioni di grandi e piccini con i suoi occhi e i suoi sorrisi in Mia moglie è una strega. Sono passati trentacinque anni da quel film che non è stato mai dimenticato: "Ha avuto una lunga vita in TV fino all'inizio degli anni 2000. Poi è tramontato. Ci hanno messo vent'anni a risolvere una questione di diritti, adesso possiamo rivederlo in DVD". Film.it incontra la Giorgi in occasione della presentazione del film organizzata da UniVision, l’evento culturale promosso da UNIVIDEO – Unione Italiana Editoria Audiovisiva Media digitali e online che ha appena concluso la sua tappa a Roma.  

 
"Più generazioni sono affezionate a Mia moglie è una strega - afferma l'attrice - In qualsiasi altro cinema si sarebbero fatti dei sequel, da noi non è successo. Qualche anno fa uno studente del centro sperimentale ha convertito gli incassi dell'epoca con le cifre di oggi: il film avrebbe incassato 20 milioni di euro. Dunque è stato un fenomeno nonostante si sia trattato di un prodotto atipico per la commedia italiana". 
 
Come mai quel film non è stato dimenticato dopo tutti questi anni? 
Perché si rifà a uno stereotipo ben saldo, quello del "film favola". Ovviamente ci sono stati esempi migliori in quel genere, uno su tutti Frank Capra. Ecco penso che si tratti di una strizzata d'occhio a un genere che il cinema americano ha molto frequentato. 
 
Noi non lo abbiamo dimenticato e lei invece? Le è rimasto addosso quel personaggio in qualche modo? 
Be' a 60 anni sono ancora una persona "disneyana", una che crede nel lieto fine come premio per uno sforzo. Ho adorato questa streghina che aveva un temperamento ma era comunque immersa in buoni sentimenti. Si proponeva come un cartone animato. 

 
Che ricordi ha del lavoro svolto con Renato Pozzetto?
Mi ricordo tutto. Adoravo Renato, fa parte di quei grandi talenti con cui ho avuto la fortuna di lavorare. Lui era il Re dei comici lenti: pensiamo alle sue reazioni stupite, queste mi permettevano di essere veloce e candida. Quel set era bellissimo, avevo ritrovato Castellano e Pipolo dopo aver lavorato con loro in Mani di velluto e poi c'era Helmut Berger, lui era il più pazzo di tutti, specializzato nel trasformare il set in luogo di divertimento.  
 
L'altro giorno riguardavo la scena in cui volate sulla scopa, la sequenza più celebre del film. Si ricorda quel giorno sul set?
(Scoppia in una risata) Quel momento sul set è ormai un aneddoto storico legato a una situazione "artigianale" di effetti speciali. Eravamo a circa dieci metri da terra retti da un braccio meccanico e seduti su due selle di cavallo coperte dal mio vestito. Dovevamo simulare di andare in picchiata su Parigi e invece la differenza di peso tra me e Pozzetto ha fatto sì che andassimo in picchiata al contrario, a testa in giù. Meno male che avevamo le cinture di sicurezza!
 
Questa strega che cerca vendetta finisce per innamorarsi del suo carnefice. Ci sono state critiche sul suo personaggio all'epoca?
Assoluamente no! Perché all'epoca prevaleva il lato "dotto" della critica, non c'era ancora l'incredibile afflusso di opinioni diverse. Non c'era il grande lavoro sul web, non c'erano i social. Quindi nessuno entrava in merito quando si trattava di commedia, perché nessuna commedia era degna di questo tipo di considerazione. C'era uno snobismo forte verso la cultura popolare, una cosa quasi raccapricciante. 

 
Oggi invece il nostro cinema produce commedia in quantità industriale...
E' una cosa che mi fa impazzire. Quando un tempo i film si facevano con il denaro dei privati, la commedia di alto livello veniva snobbata dalla critica. Oggi le commissioni provvedono a sovvenzionare prodotti cinematografici sostenendo spesso una commedia più scadente, un prodotto che più che rifarsi al cinema americano, lo scimmiotta. Un film come L'ultimo bacio raccontava e introduceva una generazione e le sue problematiche, quello che però poi ne è derivato è terribile: è arrivato un tipo di commedia che ritengo insopportabile, quella radical chic dove vediamo una serie di individui più o meno benestanti senza capire mai come mai questi personaggi hanno i soldi. Li vediamo soprattutto in salotti di lusso mentre parlano per ore. E poi non parliamo della commedia al femminile odierna... 
 
Parliamone invece. Quanto è cambiata la qualità dei personaggi femminili al cinema?
Parliamo delle cose belle: abbiamo attrici straordinarie! Personalmente sono innamorata di Micaela Ramazzotti, Alba Rohrwacher e Isabella Ragonese. Poi c'è la Buy che è sempre un grande classico. Queste attrici trovano personaggi che consentono loro di esprimersi. Tutto l'altro femminile cinematografico - spesso quello dei grandi incassi - è fatto di personaggi che sono assimilabili ai loro omologhi maschili, protagonisti di storielle all'americana che raccontano una gioventù che esiste solo in parte. 
 
Alla fine di ogni intervista chiedo sempre qual era il poster che aveva in camera da ragazzina...
Alla mia epoca non credo nemmeno che ci fossero i poster! Se ne avessi avuto uno però sarebbero stati i Beatles. 


Mia moglie è una strega è ora disponibile in DVD grazie a Mustang Entertainment