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DiCaprio e Pitt sul nuovo film di Tarantino: "Una lettera d'amore agli outsider del cinema"

Le star insieme sullo schermo per la prima volta. Eccoli presentare C'era una volta a Hollywood al Festival di Cannes 

22.05.2019 - Autore: Pierpaolo Festa, da Cannes
Cannes - Un greatest hits del cinema di Quentin Tarantino. Questo è C'era una volta a Hollywood. Lo stesso regista lo conferma nel corso dell'incontro con la stampa al Festival, dove il suo film viene presentato in Concorso: "Non è stata una cosa a cui ho pensato di proposito, ma ho avuto questa rivelazione mentre lavoravo al progetto. Uno dei primi a leggere la sceneggiatura è stato il mio assistente, Bill Clark, lo stesso che lavora con me dai tempi di Pulp Fiction. Quando ha finito di leggere mi ha detto: 'Questo è il tuo film numero 9... e mi sembra come se fosse composto da tutti gli altri 8 messi insieme'". 

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A Cannes arrivano anche Brad Pitt e Leonardo DiCaprio, protagonisti del film. Entrambi alla seconda esperienza sul set di Tarantino, rispettivamente con Bastardi senza gloria e Django Unchained. Sullo schermo si ritrovano insieme per la prima volta: una coppia cinematografiche tra le più leggendarie viste a Hollywood negli ultimi 20 anni. "Mi piacerebbe tanto tornare a lavorare con Leo" - dichiara Pitt. Gli fa eco DiCaprio che afferma: "C'era piena fiducia ma anche una sensazione di tranquillità nel lavorare con Brad. Siamo della stessa generazione e abbiamo iniziato a lavorare nello stesso periodo. I nostri personaggi sono colleghi e amici da tanto tempo. Questa cosa rispecchia un po' il nostro rapporto nella vita".

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L'attore premio Oscar per Revenant continua: "Questo film racconta l'amore di Quentin per il mondo del cinema. E lo fa attraverso due personaggi che sono degli emarginati dell'industria. Ecco, è una lettera d'amore per gli outsider. Tutti noi a questo tavolo ci siamo sentiti outsider una volta. In questo senso il film di Quentin è come un ritorno a casa".
 
Pitt parla invece di "due personaggi che sono come un unico individuo. Raccontiamo un evento che simboleggia la perdita dell'innocenza di un'era. E alla fine il tema è l'accettazione, quella del posto in cui vivi, ma anche quella personale: i tuoi guai e le tue sfide". A quel punto guarda il collega e dichiara: "Il mio amico Leonardo ci regala una delle scene di esaurimento nervoso più belle della storia del cinema".

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A Cannes c'è anche Margot Robbie, che torna a lavorare con DiCaprio dopo The Wolf of Wall Street. Tarantino l'ha trasformata in Sharon Tate in questo suo film che riesplora gli eventi dell'8 agosto 1969. La notte in cui l'attrice, moglie di Roman Polanski, fu uccisa insieme ad altre quattro persone per mano dei seguaci di Charles Manson: "Inizialmente ho visionato tanto materiale su Sharon Tate - dichiara Robbie - Il lavoro di un attore, però, è capire lo scopo del tuo personaggio e individuare il modo in cui serve la storia. Quentin ha detto che è Sharon è il cuore battente del film. Una luce rara. Ecco volevo essere una luce. In questo modo ho capito che avrei onorato Sharon Tate". Probabilmente il film non entrerà nel palmares finale di Cannes, teniamo comunque d'occhio Margot Robbie per una potenziale nomination ai prossimi Oscar come migliore attrice non protagonista. 

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