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Cell Block 99 - Nessuno può fermarmi, cercate un bel film disturbante? Lo trovate in DVD

S. Craig Zahler presenta il suo secondo film, un prison movie violentissimo e a tinte horror

07.05.2018 - Autore: Pierpaolo Festa
Più che di sangue si tratta di ossa che si spezzano. E di teste che vengono mozzate a calci. E poi c'è quell'altra scena scioccante che mostra cosa può accadere a un volto umano e che non vi sveliamo, perché se accetterete di vedere Cell Block 99 - Nessuno può fermarmi - appena uscito in DVD con Universal Pictures Home Entertainment - in qualsiasi caso finirete prima o poi per coprirvi gli occhi nel corso delle sue due ore e dieci di durata. 

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Un dramma sentimentale si trasforma in un gangster movie e successivamente in un prison movie. Succede tutto in mezz'ora. In trenta minuti il film di S. Craig Zahler vola su tre diversi generi cinematografici (tre e mezzo contando una componente horror/splatter nell'ultima mezz'ora) e lo fa lasciando il segno in ognuno di essi. Questo è anche merito di Vince Vaughn, attore che per anni ha scelto di dedicarsi soprattutto alla commedia ma la cui arma segreta è una forte componente drammatica. In Cell Block 99 è un uomo arrivato al capolinea: ha appena perso il lavoro e, nonostante la moglie lo tradisca, lui la ama ancora. Zahler, anche sceneggiatore, forgia un protagonista vincente nel suo essere loser e ci mette dentro anche un passato violento da pugile con problemi di alcool e una rinascita grazie alla fede (nel film Vaughn ha un enorme crocifisso tatuato sulla nuca). Per resettare la sua vita deve inevitabilmente darsi al crimine. D'un tratto, nel bel mezzo di un incarico, sceglie di compiere una buona azione. E la paga a caro prezzo. Si ritrova in galera, dove un potente boss della droga lo costringe a una missione impossibile: dovrà infiltrarsi nel Blocco 99, parte infernale di un carcere di massima sicurezza. Una volta giunto a destinazione, dovrà uccidere qualcuno. Se si rifiuterà, gli ammazzeranno la moglie che adesso è in attesa di un figlio.  



Brawl in Cell Block 99 (questo il titolo originale) è stato presentato fuori concorso all'ultimo Festival di Venezia: il film più violento visto in laguna ha tutte le carte in regola per diventare un piccolo cult, come già lo era Bone Tomahawk, il sorprendente western horror che Zahler ha diretto nel 2015. Quello era il suo primo film, Cell Block 99 è il secondo. E presto ne arriverà un terzo con Mel Gibson. Abbiamo parlato con il regista in occasione dell'uscita del nuovo film in home video.
 
Vince Vaughn è sorprendente e totalmente convincente nel film. Perfino nella sua forma fisica.
Volevo qualcuno che fosse naturale ma anche fisicamente minaccioso. Vince è proprio così: se lo incontri per strada ti trovi davanti a un tipo molto alto con un'espressione tutt'altro che carina. Può far paura. Il problema è che per anni ha interpretato gli stessi ruoli in svariate commedie. Io però non l'ho mai visto come lo vedevano tanti registi. 

Siamo bombardati da film di supereroi. Quanto questo personaggio dalla forza sovrumana è un supereroe?
Questo protagonista è in grado di fare molte cose e può stendere i suoi nemici meglio di chiunque altro.  Diciamo che arriva ai confini del sovraumano, ma non è un supereroe. I supereroi li preferisco più nei fumetti che al cinema. Ci sono tanti film di supereroi, i produttori fanno indossare una tuta di cuoio a un protagonista e semplificano tutto il resto. Guardo quei film e mi chiedo: se il mondo è in pericolo perché basta solo un pugno di Batman per salvare tutta la baracca? Al cinema mi sono piaciuti X-Men 2, X-Men: L'inizio e il secondo Captain America che era perfetto nelle scene d'azione. I miei film però sono diversi, mi piacerebbe che venissero accoppiati a titoli come L'ispettore Callahan, Rambo o Il giustiziere della notte. 


 
Hai nominato tutti film con antieroi come protagonisti...
Esatto. Abbiamo un duro come protagonista, un uomo che capisce cosa è meglio per lui e per la sua famiglia e che è pronto a tutto per farlo, anche se è la cosa sbagliata da fare. Diventa un criminale, un corriere della droga. Cosa che certamente non gli piace ma che gli permette uno stile di vita migliore: tanti soldi, una casa nuova, una soluzione alla sua crisi con la moglie. Non è a suo agio con il suo lavoro ma lo accetta proprio come succede a tante persone. Nel film lo vediamo arrivare al suo punto di rottura: davanti all'omicidio capisce cosa può accettare a livello morale. E cosa non può accettare. D'un tratto fa la cosa giusta e la paga a carissimo prezzo. 
 
Nel film scorre tanto sangue. Ci sono momenti splatter realizzati alla vecchia maniera e senza l'uso degli effetti speciali digitali.
Sin da quando ero ragazzo guardavo i film di Dario Argento e Lucio Fulci e horror come Re-Animator e La casa. Sono cresciuto a pane e splatter. Mi rendo conto che lo splatter realizzato al computer non è perfetto. Così come non è perfetto nemmeno quello realizzato con effetti speciali alla vecchia maniera. Però in quest'ultimo caso hai comunque qualcosa di concreto davanti agli occhi. Non ci sono pixel. Ho visto tanti film con un budget venti volte più grosso del mio in cui gli effetti speciali digitali erano tutt'altro che convincenti. 
 
Ok, ma parliamo del tuo approccio alla violenza e del modo in cui la scateni all'improvviso e in maniera disturbante nel film...
Sì, mi piace scatenare la violenza in un'unica inquadratura. E farlo all'interno di un film in cui per la maggior parte del tempo non c'è violenza. Di solito i registi tagliano un millesimo di secondo prima di mostrare la lama di un coltello nella carne della vittima. Ma se invece punti sul dramma e poi inserisci lo splatter, allora avrai un effetto più realistico. Se uso la violenza voglio vedere le facce degli attori il più possibile. Se vedo un primo piano di un braccio e poi vedo un coltello che lo penetra e una spruzzata di sangue allora il rischio è quello di disconnettersi dal dramma. Quando invece vedi la faccia dell'attore - e io ci provo il più possibile - allora manterrai realismo e connessione emotiva. 



Presto vedremo il tuo terzo film, Dragged Across Concrete, in cui hai diretto Vince Vaughn e Mel Gibson. Hai preso qualcosa dallo stile di regia di Gibson? Anche lui è uno che ama "sporcarsi le mani" quando gira un film.
Sono un grandissimo fan del Mel Gibson attore e del regista. Il mio stile però è diverso dal suo. I film che dirige lui sono pieni di ralenti, musica, epica. Un po' come quelli di Scorsese. A me interessa invece togliere enfasi. Per questo terzo film ho dovuto trovare un altro tono e un altro stile. Mantenere il tono è la vera sfida, spesso al cinema vedi film che provano diverse cose e che finiscono inevitabilmente per allontanarti dalle emozioni. Qualche volta sul set di Dragged Across Concrete Mel mi ha chiesto delle cose particolari sul mio lavoro e sull'inquadratura che stavo creando. Lui però ha recitato, non lo ha diretto. E ha fatto un grandissimo lavoro, lo vedrete. 

Leggi anche: Mel Gibson dall'altra parte della legge in Dragged Across Concrete
 
A parte fare il regista e lo sceneggiatore sei anche un romanziere. Da dove cominciamo a leggerti? Quale libro consigli? 
E' una domanda difficile. Ho scritto un nuovo libro intitoato Hug Chickenpenny: The Panegyric of an Anomalous Child ed è il mio preferito. Ho scritto cinquanta sceneggiature, pubblicato cinque romanzi, girato tre film (Dragged Across Concrete, arriverà nei cinema entro l'anno, N.D.R.) e inciso una decina di album di vario genere. Ma i romanzi sono la mia passione. Se siete fan dei miei film e volete avvicinarvi ai miei romanzi allora suggerisco un western intitolato A Congregation of Jackals and Wraiths of the Broken Land e un noir che si chiama Mean Business on North Ganson Street. Hug Chickenpenny è senza dubbio quello che amo di più, il racconto di un orfano che si sviluppa attraverso atmosfere gotiche e dickensiane. Mi sono ispirato anche a David Lynch.  

Parliamo un attimo della tua terza carriera: la musica metal. 
Se non facessi musica sentirei che mi manca qualcosa. Scrivere storie e fare musica sono cose che mi soddisfano in maniera diversa. Un buon album è qualcosa che voglio ascoltare venti, quaranta, cinquanta volte. Pensateci: quanti film avete visto venti volte? A me ne vengono in mente solo un paio.



Cell Block 99 - Nessuno può fermarmi è attualmente disponibile in DVD con Universal Pictures Home Entertainment Italia.
 
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