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Castellitto e Placido In crisi a In Treatment. Il regista: "Quel divano è una sfida per ogni attore"

Saverio Costanzo racconta la seconda stagione della serie in onda su Sky: "L'analista diventa paziente afflitto da enormi traumi"

23.11.2015 - Autore: Pierpaolo Festa (Nexta)
C'è una regola che Saverio Costanzo chiede ai suoi attori prima di battere il ciak sul set di In Treatment: "Devono avere una memoria molto forte, questo è il punto fermo dell'intero processo. Voglio che non pensino a quello che devono dire, devono invece lasciarlo andare". 
 
La macchina da presa del regista cattura al millimetro ogni espressione di Sergio Castellitto, ripreso da vicinissimo mentre pronuncia le sue battute o si lascia andare a silenzi riflessivi. In entrambi i casi si scava dentro il personaggio: il suo Giovanni Mari è più fragile al secondo round di In Treatment, traumatizzato dopo la separazione dalla moglie interpretata da Valeria Golino, afflitto dal senso di colpa per la morte di uno dei suoi pazienti, un evento che lo ha trascinato anche nel bel mezzo di un'inchiesta giudiziaria. "Sergio si mette più a nudo nella seconda stagione - ci racconta Costanzo per la seconda volta al timone di regia della serie realizzata da Sky - Questa è stata la sfida più grande per lui: era come interpretare non uno ma due ruoli. Da analista a paziente: dal lunedì al giovedì deve ascoltare. Il venerdì deve parlare dei suoi traumi. Sul set lo guardavo e mi chiedevo come ci riuscisse, notando il suo talento straordinario". 

Non c'è dubbio, eppure mi chiedo come abbia fatto in cabina di regia ad aiutare il suo protagonista?
Abbiamo girato le scene delle sedute alla fine della lavorazione. Prima abbiamo filmato tutti gli altri pazienti e poi ci siamo dedicati alle riprese all'interno della casa del personaggio di Licia Maglietta, l'analista di Sergio. 
 
In Treatment in versione italiana ritorna dopo un anno di pausa. Più volte ha elogiato la sceneggiatura come fonte primaria della qualità della serie. Quanto invece quelle stesse battute possono imprigionare la regia? 
La verità è che nel caso di In Treatment la sceneggiatura esalta ogni reparto di lavoro: gli attori e la regia stessa. Quando si hanno copioni così precisi non devi fare altro che stare a guardare. La forza è la parola, prima scritta e poi orale. Quello è il nostro caposaldo.  


Sono concessi dei fuori programma da parte degli attori? Ecco, accadono delle sorprese una volta che girate la scena? 
Tutti i giorni abbiamo portato a casa un piccolo "incidente". Mi è capitato di provare un senso di incredulità quando ho letto in sceneggiatura che il personaggio di Maya Sansa avrebbe acquistato un test di gravidanza e scoperto di essere incinta nello stesso episodio. Mi domandavo come avrebbe potuto essere credibile: poi però arrivano gli attori che in primo luogo mettono qualcosa in grado di rendere credibile anche l'inverosimile. Maya è senza dubbio una delle più grandi attrici nostrane, una garanzia per un regista. A In Treatment non abbiamo effetti speciali, né messe in scena particolari in grado di distrarre lo spettatore, abbiamo solo l'attore, ripreso da ogni angolo. Gli concediamo anche ciak di trenta minuti, senza interrompere mai la performance. Ecco come ci riescono: entrano dentro questa specie di rappresentazione perdendo la bussola. Non si orientano più. Improvvisamente diventano il personaggio. 
 
Tra le new entry c'è anche Michele Placido, qui alle prese con un ruolo di un uomo apparentemente forte che si dimostra estremamente fragile...
Michele non ha praticamente bisogno di nessuna direzione. Si è messo in gioco in maniera molto umile. Uso questa espressione perché non facciamo teatro, questa è TV: ogni errore può diventare gigantesco perché rimane per sempre. Mi ha colpito soprattutto l'intesa che Michele ha creato con i suoi colleghi, sia con Sergio sia con Alba Rohrwacher che interpreta la figlia in due episodi. E' lei il motivo per cui il personaggio entra in crisi.

GRETA SCARANO, NUOVA PAZIENTE A IN TREATMENT
 
I suoi attori piangono davanti alla macchina da presa: è più facile per uno che ha più esperienza come Michele Placido oppure un attore più giovane ci riesce con più facilità? 
L'attore di una certa età ha più difficoltà. E' una cosa che richiede coraggio. Per questo dico che Placido è stato coraggioso: non ha fatto fede sulla sua esperienza, si è buttato. I più giovani, invece, hanno meno esperienza e quando si trovano di fronte a questa sfida mastodontica la affrontano forse con più incoscienza. Detto questo Greta Scarano, una delle new entry della serie, è un'attrice puntuale, precisa e preparata che sa gestire molto bene le emozioni. E poi c'è anche Francesco De Miranda, il ragazzino che interpreta il figlio della coppia Bobulova-Giannini. Aveva dodici anni quando abbiamo girato le sue scene, e ha fatto un lavoro straordinario, aiutato da Sergio in scena. 
 
I 35 nuovi episodi di IN TREATMENT andranno in onda dal 23 novembre dal lunedì al venerdì in esclusiva su Sky Atlantic HD alle 19.40 e alle 23.10, e su Sky Cinema Cult HD alle 20.30.