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Arrival: incontro ravvicinato con Amy Adams e Jeremy Renner. “Cerchiamo gli alieni per capire noi stessi”

Abbiamo incontrato a Venezia le star del nuovo film di Denis Villeneuve e sviscerato con loro i suoi significati nascosti

Amy Adams e Jeremy Renner

03.09.2016 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Denis Villeneuve ha portato la grande fantascienza al Festival di Venezia con il suo Arrival, storia di una linguista che viene incaricata di comunicare con dei visitatori alieni apparsi all’improvviso sul nostro pianeta, per capire lo scopo del loro viaggio. E la comunicazione finisce per essere anche l’argomento principale di una lunga chiacchierata con Amy Adams e Jeremy Renner, i due protagonisti, poche ore dopo la presentazione del film al Lido.


LEGGETE LA NOSTRA RECENSIONE DI ARRIVAL.

“Da attrice la comunicazione mi ha sempre affascinata, perché quando recito magari io intendo dire una cosa, e il pubblico ne capisce un’altra", spiega la Adams. Le fa eco Renner: “La lingua può essere qualcosa che ci divide ma che ci unisce, anche. Lo stesso vale per le emozioni, come la paura, un sentimento che provano tutti quanti. Le emozioni sono comuni, a prescindere dalle nostre credenze religiose, politiche, dal nostro orientamento sessuale”.

Amy Adams rivela anche che la sorpresa finale del film è stata quella che l’ha convinta ad accettare la parte: “A questo punto della carriera, essere sorpresi da una sceneggiatura è una vera gioia”, confessa l’attrice, a Venezia anche per presentare Animali notturni di Tom Ford. Una delle attrici più richieste del momento, la Adams è anche parte di una generazione di donne che stanno finalmente ottenendo ruoli un tempo riservati agli uomini: “Credo che il cinema si stia mettendo in pari con le altre arti. La letteratura ha sempre dato spazio a donne forti, sia nel ruolo di muse che di autrici”.

Ai due attori chiediamo che cosa ne pensino dell’esistenza di altre vite nel cosmo: “Anche solo basandomi sulle statistiche e contando il numero di stelle e soli, credo fermamente che ci siano altre forme di vita - spiega Renner - Noi consideriamo la vita dal nostro punto di vista, quello di esseri che hanno bisogno di luce e acqua, ma magari altre forme di vita hanno bisogno di altro”. “Sono d’accordo con Jeremy – interviene la Adams – C’è una ragione se per generazioni abbiamo sempre guardato il cielo notturno. In noi c’è la speranza che ci sia qualcosa, là fuori, che ci aiuti a comprendere noi stessi”. “E poi Amy ha un pupazzo di E.T. nel suo giardino!”, scherza Renner, costringendo la collega a confessare: “E.T. era il mio film di alieni preferito da bambina”.



Infine, Amy Adams ha raccontato un divertente aneddoto della lavorazione: in un film così ricco di scene fantastiche e momenti altamente emotivi, la parte più difficile è stata imparare il mandarino per recitare alcune brevi ma fondamentali battute. “Ho pensato: due settimane per imparare quattro battute? Non sarà un problema. Sbagliavo. Il mandarino è una lingua bellissima e complicata e sono andata nel panico. Non riuscivo a ricordare le battute mentre recitavo! Di solito sono molto calma sul set, ma stavolta ero agitatissima. Quello che vedete è il risultato del mio duro lavoro”.

In uscita il 24 novembre, Arrival è distribuito in Italia da Warner Bros.

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