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Sordi secondo Verdone

A dieci anni dalla morte dell'attore, Carlo e Luca Verdone, realizzano il documentario Alberto il grande. Li abbiamo incontrati

Il vigile urbano - Alberto Sordi

21.02.2013 - Autore: Marco Triolo
Carlo e Luca Verdone sono ben consapevoli della sacralità di Alberto Sordi. Gli autori del documentario Alberto il grande, che ripercorre in un'ora e un quarto le tappe salienti della vita e della carriera di Sordi, ne riconoscono l'innata simpatia e lo charme che ne fecero una delle figure più imitate sia al cinema che nella vita di tutti i giorni, fino al punto da ostacolare il cinismo di certe sue gag. “Alberto ha colto perfettamente il DNA italiano nei tic, nei difetti e nei pregi, con grande cuore ma anche cinismo. Era bipolare”, ci spiega Carlo Verdone durante l'incontro avvenuto a Roma in occasione della prima del film. “Il suo problema era che lui era talmente simpatico che, anche quando faceva delle nefandezze, alla fine era imitato da tutti, come quando uscì Il medico della mutua ad esempio”.

Alberto Sordi documentario Carlo Verdone Luca Verdone intervista - La locandina di Alberto il grande

Ma Sordi era così anche nella vita reale: “Era un anticonformista geniale e pazzo – interviene Luca Verdone – Un gigante assoluto dotato di una ingenuità che rivelava doti di sincerità e poesia”. Tanto estroverso e compagnone nella vita di società, quanto rigoroso e riservato nel privato, Sordi viveva con le sorelle Savina e Aurelia e il fratello Giuseppe in una villa in Via Druso a Roma, e non ebbe mai intenzione di sposarsi in quanto “aveva sposato il lavoro”, sintetizza Carlo Verdone. “Con i tempi che corrono si sente l'esigenza di omaggiate un passato che era bello – continua il regista – La nostra è un'opera didattica che racconta un grande attore, non solo romano, ma italiano. Un lavoro didattico per le scuole, perché i giovani hanno bisogno di capire cosa c'è stato prima, non possono studiare solo Lynch e Tarantino, se no è finita”. Verdone è anzi convinto che “il cinema dovrebbe essere studiato anche nelle scuole. Al liceo dovrebbero dare ogni trimestre tre film da recensire. Questo aiuterebbe a sviluppare un senso critico nei confronti di un'opera, ma metterebbe anche a confronto lo studente con un periodo storico, con certi attori”.

Inevitabili, dato che si parla di un attore che ha colto tra i nostri difetti il trasformismo (vedi lo splendido Una vita difficile di Dino Risi), le domande sulla situazione politica e le elezioni: “La politica ci ha scavalcato – spiega Carlo – è dura farne un film e riderne perché la realtà ha superato la fantasia, è già un film quello che hanno fatto loro. Forse è arrivato il momento di vedere qualcosa di concreto, qualcuno di nuovo”. E aggiunge: “In questo paese non c'è nozione di futuro, si pensa a coltivare il presente ma non a proiettarsi avanti. Se non si comprende passato è difficile comprendere il presente ed è impossibile costruire il futuro”.

Alberto Sordi documentario Carlo Verdone Luca Verdone intervista - Alberto Sordi e Carlo Verdone

E conclude con un divertente aneddoto dal set di In viaggio con papà, film da lui diretto e interpretato accanto a Sordi: “A Sordi piaceva ricordare il passato e non comprendeva il presente. Un giorno, sul set, stavo ascoltando una canzone di Peter Gabriel, The Rhythm of the Heat, e lui mi disse 'Ma è proprio bella, dobbiamo usarla nella scena in cui tu fai il santone'. Io gli dissi: 'Non so, forse è troppo intellettuale', ma lui non voleva sentire ragioni. Telefonò alla Virgin per chiederne i diritti, ma gli dissero che Gabriel voleva cento milioni. Il giorno dopo venne sul set e mi disse: 'Ma ti pare che gli do cento milioni? 'Sto stronzo!”. Come Albertone non ne fanno più.