
Sia chiaro, non tutto è da buttare in questo “The Dictator”: innanzitutto, la prima ora circa fa davvero ridere. Cohen è istrionico nei panni dell'Ammiraglio Generale Aladeen, dittatore dello stato nordafricano di Wadiya, una carica che riveste con inettitudine e totale disprezzo per le vite dei suoi sudditi. Ma, in fondo, scopriamo che Aladeen è ancora un bimbo che non è mai stato davvero amato e si sente solo. Cohen riesce nell'impresa di renderlo simpatico nonostante tutto, e Charles strizza l'occhio più di una volta a “Il grande dittatore” di Chaplin, ribaltando però le carte in tavola in un sequenza finale che stravolge il senso del discorso alle nazioni di Charlot.
Gag davvero azzeccate (Aladeen che spaventa senza volerlo i turisti, il muro della vergogna su cui il dittatore conserva le polaroid di quanti si è portato a letto) si alternano ad altre che lasciano indifferenti, ma tutto sommato ci si diverte. La sceneggiatura gioca sulla classica struttura del “Viaggio dell'eroe” per raccontare la presa di coscienza al negativo di Aladeen, che, anziché imparare a migliorarsi, capisce di voler diventare “il più grande dittatore di tutti”. La morale della favola è nerissima: il potere dà alla testa e chi lo possiede non lo lascerà mai andare.

Poi, però, Charles e Cohen pestano l'acceleratore sulla volgarità gratuita e sulla provocazione fine a se stessa, e perdono la bussola. Nessuna categoria viene risparmiata: africani, cinesi, femministe, tutti finiscono nel tritacarne. Ne risulta un film confuso e superficiale, in cui qualunque velleità di denuncia – non solo contro l'estremismo, ma anche nei confronti del sistema occidentale – finisce inevitabilmente col perdere efficacia.
“Il dittatore”, in uscita il 15 giugno, è distribuito da Universal Pictures Italia. Qui potete vedere il trailer.