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Tutti pazzi per Valerio

Folla di fans e amici per l'incontro di Valerio Mastandrea con il pubblico dell'Arcipelago.

Valerio Mastandrea

14.06.2009 - Autore: la redazione
Mastandrea è infatti l’attore italiano che più di ogni altro può vantare nel suo carniere una nutrita e variegata collezione di cortometraggi: sulla distanza del “film breve”, l’attore romano riesce a concentrare come forse non mai le sue doti di assimilazione col personaggio. La sua è una maschera che contiene molte sfaccettature: vitellone, sfigato, impunito, rugantino, rockettaro, sindacalista, poliziotto, delinquente…

Nell’incontro con il pubblico di Arcipelago, sollecitato sul come mai Mastandrea ha recitato in così tanti corti Valerio fa il sardonico e dichiara che non gli paice per niente girarli: “fare i corti è un vero martirio. Non mi diverto per niente” Sorprende tutti con questa ironica risposta provocatoria e spiega: “lo faccio per ricatto morale. Come faccio a dire di no a giovani registi, produttori?….E’ il senso di colpa che mi frega. E’ un prezzo da pagare. Doveroso a dare una opportunità a chi vuole fare questo lavoro.”. “Non per eccesso di modestia mi sto chiedendo se non avevate di meglio da fare di sabato pomeriggio con tutto questo sole, non per fare l’umile e semplice ma un po’ di stupore sano me lo porto appreso”.

E poi si lancia in una metafora calcistica: “Il corto lo si può paragonare al calcetto…in fondo non rischi molto.. la massimo le ginocchia…il lungo invece è come il calcio. Qui si che te la rischi. il medio è il calciotto?”.

Vera e propria musa dei cineasti di ultima (e penultima) leva (Virzì, Piccioni, Zanasi, Archibugi, Ozpetek, Chiesa, Vicari e via elencando), Mastandrea ha interpretato oltre una ventina di corti e videoclip, fino ad arrivare alla regia con Trevirgolaottantasette, con Elio Germano, in concorso a Venezia 2005 e vincitore, lo stesso anno, del Nastro d’Argento come Miglior Corto (ad Arcipelago giovedì alle 20), dirigendo un'opera ancora una volta sospesa tra realtà e sogno,  sulle morti bianche.

“Il regista l’ho fatto per vendetta. In modo deresponsabilizzante, facendo un corto anziché un lungo. Sapevo che tutti con il ricatto morale mi avrebbero detto di sì e avrebbero aderito.” E’ stata l’esperienza più divertente che io abbia mai fatto. Una sorpresa sconvolgente. E’ stato una sorta uno psicodramma. Mi son visto chiedere delle cose a un attore e dall’altra parte ho visto la risposta. E’ stato per me uno shock. E questo mi ha emozionato tantissimo… A me capita poco di emozionarmi nel fare l’attore…. “

Tanto gli è piaciuto che Mastandrea sta scrivendo una nuova sceneggiatura di un corto  che vorrebbe dirigere. “Una piccola storia quasi vera di un tiratore scelto di un corpo di polizia messo in una casa dove vive una persona anziana. Abbiamo cercato di raccontare un microcosmo non raccontato di Genova 2001. E’ molto difficile dal punto di vista delle immagini e del racconto trovare la chiave giusta. Simbolicamente forse si possono toccare delle cose.”

 Nel fitto programma di Arcipelago sono disseminanti tutti i giorni i cortometraggi di Valerio (vedi www.arcipelagofilmfestival.org).

Tra tutti segnaliamo Basette, di Gabriele Mainetti, in cui il personaggio si ispira a Lupin, della fortunata serie di cartoni animati. E’ la storia di Antonio che insieme ai suoi due inseparabili amici, tenta “la svolta”. Dopo furti e furtarelli è arrivato il momento di una rapina a un ufficio postale.... Una storia di periferia tra il Quadraro e Tor Bella Monaca, un rebel without a cause che sogna di essere un eroe di anime (Arsenio Lupin creato dal mangaka giapponese Monkey Punch), ma muore giovane come James Dean (domenica alle 18, giovedì alle 22). 

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