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Superstar - la nostra recensione

La parabola kafkiana dell'uomo che non voleva diventare famoso sbarca al Lido con la commedia grottesca Superstar.

Superstar

30.08.2012 - Autore: Ludovica Sanfelice
Non era bastato il trascurabile (e siamo buoni) episodio di To Rome with Love in cui il povero Benigni diventava “famoso per essere famoso”, a raccontare la parabola grottesca di un sistema ossessionato dalla fama e condannato alla vacuità. A ribadire il concetto arriva in concorso a Venezia il film Superstar, quinto lungometraggio del regista e sceneggiatore francese Xavier Giannoli, che racconta la disavventura kafkiana del povero Martin Kasinski (Kad Merad), un signor nessuno promosso di punto in bianco ad Illustre Sconosciuto da un incredibile tam tam su Internet.

15 minuti di illogica celebrità franano così sul mite uomo qualunque che ha come unica colpa un disinteresse strutturale verso la fama. E il malcapitato non può che distruggersi la testa chiedendosi Perché? quando sarebbe saggio smettere subito di farsi domande. E’ l’inizio di un incubo surreale, anzi grottesco, che spinge Kasinski verso l’abisso del cannibalismo mediatico di cui è massimo esponente l’infotainment.

Avvicinato da una bella produttrice (Cécile De France) che parla da sola e si illude di partecipare virtuosamente alla causa, l’omino finisce infatti nelle spire mannare della tv spazzatura perdendo sulla via il lavoro, la salute mentale, l’integrità e, come è ovvio, la stessa fama.

Superstar Cecile De France

La storia solitaria e disperata del pesce rosso tra gli squali strappa qualche risata amara ma a prevalere è un vago disgusto verso la superficialità con cui viene affrontato il tema di una società mannara, credulona e disillusa al tempo stesso (tutti lo vogliono perché è ingenuo ma nessuno crede alla sua ingenuità). La tesi da bar è infatti in agguato dal primo minuto e cerca di farsi strada verso la commedia cattiva appoggiandosi alla chiave dell’assurdo e tirando all’esasperazione un soggetto probabilmente più adatto al formato del cortometraggio. Un bel gioco dura poco.

Anche la sommaria disapprovazione per le derive di internet e l’idiozia collettiva sembra poggiare sulla base sabbiosa di quella triste chiusura che spinge certe persone a rifiutare e criticare la novità senza esplorarla.


Film.it è in prima linea al Festival di Venezia 2012: i film, i personaggi, le interviste e i dietro le quinte dal grande evento in laguna. Per conoscere tutto questo, vi invitiamo nel nostro speciale sulla Mostra.