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Perduti nella doppia ora

Venezia 66: E' il giorno di Filippo Timi e Ksenia Rappoport, in concorso con "La doppia ora", pellicola dalle atmosfere lynchane, diretta da Giuseppe Capotondi. Un noir dell'anima scritto anche da Ludovica Rampoldi, nostra collega di Film.it

La doppia ora - Ksenia Rappoport

08.10.2009 - Autore: Pierpaolo Festa
Il film si aperto da appena tre minuti e già davanti ai nostri occhi c’è una ragazza che si suicida.  Questo è solo il biglietto da visita de “La doppia ora”, opera prima di Giuseppe Capotondi in Concorso alla Mostra del Cinema. Un thriller dell’anima che si snoda attraverso il rapporto tra i due protagonisti: Sonia (Ksenia Rappoport), cameriera d’albergo di origini slave e Guido (Filippo Timi), che ha mollato il corpo di polizia da quando è rimasto vedovo e che adesso si occupa di sicurezza privata. Se all’inizio gli sceneggiatori ci presentano un dramma a sfondo noir, in realtà preparatevi ad un viaggio nelle tenebre, pieno di sorprese e con tanto di elemento paranormale. “La doppia ora" è un film sulla fiducia e sulla possibilità di cambiare – dichiarano gli sceneggiatori Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo - E questo cambiamento può avvenire solo se sei capace di perdonare… perdonare soprattutto te stesso. Volevamo mettere in scena un tema caldo come un rapporto sentimentale, in un clima gelido come quello del thriller e del noir”.

Ksenia Rappoport e Filippo Timi a Venezia
 
Cominciavo a leggere la sceneggiatura e sin dalle prime pagine ero già entusiasta – ci racconta Filippo TimiQuello che ho adorato del mio personaggio è il fatto che un uomo di 35 anni  s’innamora e trova la forza di mettersi in gioco: secondo lui è meglio correre dei rischi piuttosto che vivere col cuore recluso”. Entusiasta è anche Ksenia Rappoport, una delle attrici più richieste del nostro cinema: “Leggevo il copione e notavo che questo personaggio era un po’ diverso da quelli che ho interpretato negli ultimi mesi. Una donna normale, con un’aura angelica. In realtà pagina dopo pagina, rimanevo molto colpita da quanto questo copione fosse sorprendente e spiazzante”.

Ksenia Rappoport e Filippo Timi in La doppia ora

Coraggioso e di grande impatto visivo, “La doppia ora” a tratti strizza l’occhio al cinema di David Lynch: “Il progetto aveva una sceneggiatura di ferro – dichiara il regista – Ci sono dei film che lavorano in maniera inconscia su di noi e le cui immagini non vengono più dimenticate. Noi, però, ci siamo divertiti a cercare quel genere classico e abbiamo ripreso alcune situazioni volutamente”. E, intanto Timi continua a parlare del suo regista con grande ammirazione: “Non l’ho mai considerata un’opera prima. Ma un’opera diretta da un regista che sapeva quello che voleva e che aveva passato più tempo sui set di qualunque altro regista al suo terzo film”.

Il regista Giuseppe Capotondi con Ksenia Rappoport

Entrambi i protagonisti hanno provato per mesi prima delle riprese: “Noi veniamo dal teatro – dichiara Timi - il nostro scopo è incarnare e dare corpo a strati d’emozione. Diverse sequenze, sul set di Giuseppe, erano letteralmente sequenze di sottrazione. Ho pensato a perduti amori che non torneranno più. È stato difficile provare a vibrare di quelle emozioni”. E in quanto al lavoro svolto insieme alla Rappoport, l’attore non ha dubbi: “Sono stato davvero fortunato. C’è stato subito un trasporto. E’ bella, solare, simpatica e intensa. Già al primo ciak, avrei voluto sposarla”.

Filippo  Timi in La doppia ora

E, se vi chiedete come mai Filippo Timi ha un debole per questi ruoli abbastanza oscuri ed estremi, l’attore vi risponde: “Io considero quei ruoli come un regalo che la vita mi ha fatto. Certamente mi piacerebbe fare commedia, ma si tratta di una cosa così complicata. Da spettatore amo i film alla “Scemo e più scemo” o “L’aereo più pazzo del mondo”, ma per quanto riguarda recitare… non credo che faccia per me girare film il cui humour è basato su scorregge e tettone”.

 “La doppia ora” è distribuito nei cinema dalla Medusa Film.


Per saperne di più
Il trailer del film
Movie Style: Filippo Timi, una forza della natura 

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