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Il volto di un'altra - recensione

Pappi Corsicato in concorso a Roma con un'opera grottesca e sopra le righe

Il volto di un'altra

12.11.2012 - Autore: Ludovica Sanfelice
Caro Pappi Corsicato. Difficile volergli male. Anche dopo aver visto Il volto di un'altra, pastiche di generi colorato e kitsch che racconta la storia di una conduttrice televisiva e del marito chirurgo plastico e direttore di una clinica nel Sud Tirolo che tentano una truffa da dieci milioni di euro pur di mantenere un posto sulla ribalta volgarissima della prima serata.

Come in un teatrino, la sceneggiatura procede alla costruzione di maschere. C'è il chirurgo, la stella della tv, gli alpini, la suora, le infermiere, i pazienti bendati e l'operaio. C'è persino il pubblico. E sono tutti corruttibili, nessuno escluso.

Il volto di un'altra

Lasciando completamente da parte la realtà, pur utilizzandola come bersaglio, Corsicato preferisce esprimere il proprio disgusto per la società dell'immagine sfigurandola in una caricatura grottesca, acida ed esteticamente volta a richiamare le commedie degli anni Cinquanta, il musical, il melò. Ci sono anche delle parentesi in bianco e nero riservate alle scene ambientate nella sala operatoria perchè al chirurgo il sangue fa impressione.

Il volto di un'altra

La recitazione è volutamente antinaturalistica e i due protagonisti rispondono all'invito con entusiasmo. Soprattutto Laura Chiatti, perfetta nel ruolo della capricciosa starlette che donerebbe un rene pur di non indossare mai un paio di ballerine.

A completare l'artificio: una colonna sonora strabordante e in continuo contrappunto.
Insomma si esagera, si esagera, si esagera.

Dopo la folgorazione iniziale dovuta soprattutto alle scenografie del compianto Andrea Crisanti cui il film è dedicato, è però la sceneggiatura ad ostacolare i deliri di Corsicato, risultando esile e stiracchiata. Anche la minaccia di collisione con un asteroide finisce per lavorare come una forza contraria, praticamente una distrazione.

L'eccesiva lunghezza è comunque la sensazione che strangola maggiormente il film. E scoprire che infondo lo spettacolo è durato solo 84 minuti obbliga a qualche riflessione.

La ciambella non riesce con il buco eppure a Pappi nessuno gliene vuole, perchè, pur commettendo passi falsi, azzarda un cinema diverso.