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Fratelli di sangue per Sidney Lumet

Ecco "Onora il Padre e la Madre", amaro noir familiare con Philip Seymour Hoffman e Ethan Hawke mai stati così viscidi.

Onora il padre e la madre

24.10.2007 - Autore: P.Dolce
Possa tu arrivare in paradiso mezz’ora prima che il diavolo si accorga che sei morto”.
Questo detto irlandese che cita la natura cattiva dell’uomo è il fulcro del nuovo film di Sidney Lumet, un noir teso e asciutto interpretato da Philip Seymour Hoffman e Ethan Hawke.
Nel film i due attori sono fratelli precipitati in grossi guai finanziari che decidono di mettere a segno un colpo nella gioielleria gestita dai loro genitori. Un piano praticamente perfetto in cui nessuno ci rimetterebbe…a meno che non ci scappi il morto!

Sulla carta l’operazione era impeccabile: il maestro Lumet dietro la macchina da presa, una storia alla vecchia maniera come non se ne realizzavano da anni e un cast da favola composto dai volti più interessanti  tra gli outsider di Hollywood.
Il risultato finale del film spezza, tuttavia, queste grandi aspettative: la pellicola di Lumet si presenta come un compito ben realizzato ma non senza difetti.
Tutto è perfettamente progettato a partire da ogni inquadratura: essendo un film ambientato nel cuore della famiglia, Lumet sceglie sempre il posto giusto dove piazzare la macchina da presa mettendo in scena un tono intimo fatto di tanti primi piani ravvicinati. Quello che il regista vuole è scoprire a poco a poco i tratti di mostruosità dei suoi personaggi.
A innalzare la qualità del film c’è l’ottima prova dei due attori: se Hoffman si diverte a fare il cattivo, spingendosi oltre la macchietta interpretata in “Mission Impossible” e mostrando davvero fino a che punto si può essere cani, Hawke per la prima volta è un personaggio fragile e debole. Un uomo immaturo con un matrimonio fallito e una figlia a carico: la sua debolezza e la passività davanti a tali eventi lo rendono il personaggio più disgustoso della storia.

In mezzo ai due uomini troviamo una Marisa Tomei mai stata così bollente: l’attrice 42enne, che appare spesso senza veli nel corso del film, interpreta la donna fatale di questa tragedia familiare. Standing ovation, infine, per Albert Finney nel ruolo del pater familias: un uomo vecchio e stanco che saprà tirare fuori la sua forza animalesca.
Lumet costruisce degli spaccati di vita interessanti, tenuti saldamente dall’ottima fotografia sporca e dalle scenografie tanto squallide quanto reali. L’intera pellicola è ambientata alla luce del giorno, ma si tratta di un sole i cui raggi offuscano la speranza.
Il problema del film risiede nella sceneggiatura, la storia ci viene raccontata attraverso salti temporali avanti e indietro e ripresentando più volte la stessa scena: una scelta che risulta troppo meccanica e stancante.

Nel terzo atto, la parte migliore del film, il regista sguinzaglia totalmente il lato mostruoso di ognuno dei personaggi, chiudendo il film coraggiosamente e in maniera perfetta.
Onora il padre e la madre” è un raro prodotto di genere che però non riesce a diventare memorabile, un’opera tanto amara che vi colpirà allo stomaco; resta però altrettanta amarezza che con queste potenzialità Lumet avrebbe potuto girare uno dei film migliori della sua carriera.