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Duro dal cuore d'oro: Intevista a Ed Harris

Alla sua seconda regia il grandissimo protagonista di "Appaloosa", western presentato al Festival di Roma, ci ha raccontato il suo rapporto sullo schermo con Viggo Mortensen e le difficoltà di riportare questo genere al cinema.

Appaloosa Ed Harris Regista

26.10.2008 - Autore: Pierpaolo Festa
Apollo 13” (1995), “The Truman Show” (1998), “Pollock” (2000) e “The Hours” (2002), quattro eccezionali prove nominate all’Oscar. Questo è il vero talento di Ed Harris, attore, caratterista e regista. Ha lavorato con i migliori registi oltreoceano, da Clint Eastwood a Ron Howard, da Oliver Stone a David Cronenberg. E adesso questo straordinario esempio di attore, presenta al Festival di Roma la sua seconda regia: “Appaloosa”, buddy western che ha anche interpretato al fianco di Viggo Mortensen e Renèe Zellweger.

Signor Harris, come mai ha scelto un western come sua seconda regia?
Non è che fosse una priorità per me girare un western. Stavo leggendo questo romanzo di Robert B. Parker e già a metà ho immediatamente chiamato il mio agente per sapere se i diritti erano liberi. Volevo subito fare il film. E nel trasportare la storia su pellicola, siamo rimasti fedelissimi al romanzo. Posso dirvi che l’85% del libro è rimasto anche nel film.

C’è stato un western a cui si è ispirato in particolare?
Non proprio. Non ho pensato ad un determinato film. Ma ne ho studiati tanti. Ho visto e rivisto western, compresi quelli che adoro di più: “Sentieri Selvaggi” di John Ford (1956) e “C’era una volta il West” di Sergio Leone (1968). Però posso dirvi di essermi concentrato anche su Paul Newman e sui suoi sguardi in "Nick Mano Fredda" (1967). Era uno dei miei attori preferiti.

Ci parli del suo rapporto con Viggo Mortensen. Com’è stato dirigerlo?
Ho portato personalmente il libro a Viggo, prima ancora di finire la sceneggiatura. Lui ha subito accettato. Quindi, mentre lo adattavo, sapevo che avrei recitato al suo fianco. È stato un ottimo modo per approfondire il mio ruolo. Avevamo recitato già insieme in “A History of Violence” (2005) e sono rimasto davvero felice di aver nuovamente condiviso lo schermo con lui. Non c’era nessun altro attore a cui avrei offerto la parte.

Una delle cose particolari del film è questo personaggio femminile abbastanza inedito nel genere western. Come mai ha scelto proprio Renèe Zellweger per quel ruolo?

Sapete, una delle cose più difficili nell’adattare il film è stata mettere in scena lo humour. Volevamo che ci fosse un certo divertimento nei rapporti tra i personaggi. Renèe è stata perfetta. Non volevamo portare in scena la solita donna stereotipo del genere… la prostituta che parla spagnolo o la vedova nera che alla fine frega tutti. E il suo personaggio è completamente inedito rispetto agli standard del genere.

Ci racconti invece le difficoltà che ha avuto nel realizzare il film che voleva fare: com’è andata la post-produzione? Quanto è stata stressante?
È stata una vera battaglia! Abbiamo combattuto contro i produttori senza guantoni fino alla fine. Sapete, quando fai un film e ne monti una prima versione, devi andare incontro a delle cose davvero ridicole. Fanno proiezioni di prova dove alla fine interrogano gli spettatori, facendo un sondaggio. A volte, quelle decisioni, possono perfino cambiare il destino di un film. C’erano tante di quelle scene che mi hanno chiesto di eliminare… io ho cercato di essere irremovibile. Ci sono riuscito, ma è stata tanto dura. La battaglia è durata almeno 9 mesi.

Lei ha interpretato film blockbuster e pellicole più indipendenti. Adesso che ha realizzato la sua seconda opera, quale è cosa che tiene un regista sottopressione in entrambe le tipologie di film?
Quando fai film, non c’è distinzione tra film commerciali e film d’autore: la pressione viene dal modo in cui decidi di raccontare una storia. Di sicuro devi renderla accessibile per gli spettatori e bisogna saperla raccontare, facendo le scelte giuste.

Il suo film parla di due eroi chiamati per far rispettare la legge. Secondo lei questo è un momento in cui l’America ha bisogno di eroi anche fuori dallo schermo?
Non servono eroi quando in giro c’è una persona come Sarah Palin… e ovviamente sto scherzando!!

Appaloosa” arriverà nei cinema nel 2009, distribuito dalla 01 Distribution.