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Detective Dee - La nostra recensione

Tsui Hark presenta a Venezia il suo nuovo film, ambizioso e divertente cappa e spada che utilizza con originalità la struttura del film giallo. Con un intenso Andy Lau.

Detective Dee - Andy Lau

05.09.2010 - Autore: Marco Triolo, nostro inviato al Festival di Venezia
Il genere cappa e spada, o “wuxiapian”, è uno tra quelli di maggiore successo in Cina, con una produzione che comprende film e miniserie televisive e che attira registi e star di grande calibro. Non a caso, John Woo ha scelto proprio un wuxia per il suo ritorno in Cina (“La battaglia dei tre regni”) e ne ha presentato uno anche qui a Venezia, “Reign of Assassins” (qui la nostra recensione). Il suo amico e collega Tsui Hark non poteva essere da meno, e raggiunge il Lido con “Detective Dee and the Mystery of the Phantom Flame”. Il film, in concorso, racconta la storia di Di Renjie, detective della corte cinese che intorno alla fine del settimo secolo aiutò la reggente dell'impero Wu Zetian a scongiurare una minaccia terroristica che rischiava di impedirne l'ascesa al trono.

Tsui si affida al talento di Andy Lau per il ruolo di Renjie, e sceglie un tono tra la ricostruzione storica e il fantasy, introducendo parecchi elementi magici. Nel film si vedono demoni, cervi parlanti, mutaforma e una città sotterranea che sembra uscita dall'Inferno di Dante. Alcuni elementi sulle prime fanno sorridere, ma bisogna vedere tutto sotto l'ottica della diversa sensibilità cinese. E soprattutto, bisogna considerare con quanta astuzia Tsui utilizzi un registro molto ironico, con chiari elementi di commedia che rendono il tutto più appetibile per l'audience occidentale.

La regia è il punto di forza di Tsui, e non delude: le coreaografie del veterano Sammo Hung sono servite con grande sicurezza, e non mancano spettacolari campi lunghi che – con l'aiuto del computer – ci mostrano lo splendore e la ricchezza della capitale imperiale, la cui corte sorge all'ombra di una gigantesca statua del Buddha.

Ma se l'azione convince, non funzionerebbe senza dei personaggi ben fatti e un protagonista a tutto tondo, dotato di humor e arguzia. Andy Lau dà man forte all'ambizioso progetto di Tsui Hark di fondere cappa e spada con il cinema giallo e di detection. Nonostante la durata sia un po' eccessiva, possiamo dire che la missione sia compiuta. Il finale evoca lo spettro dell'11 settembre: forse non volutamente, ma di certo quelle immagini sono ormai scolpite nelle menti di ogni essere umano. “Detective Dee” probabilmente non vincerà il Leone d'Oro: ma i fan del genere rimarranno piacevolmente sorpresi.