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Cronache da Berlino

Cronache da Berlino

Berlino

06.02.2002 - Autore: Cristina Piccino
BERLINO. Nella città inondata di orsi coloratissimi, simbolo della Berlinale, prende oggi il via la 52a edizione del festival che finita lera di Moritz De Hadeln, riparte con il nuovo direttore, Dieter Kosslick. Nellambiente è considerato da molti «il più simpatico dei burocrati», uno che da funzionario della Westfalia-Renania cercava di finanziare i film culturalmente più avanzati. Comunque che tiri unaria più leggera si vede dal concorso, 23 titoli meno istituzionali di quelli che proponeva la gestione precedente. Fuori concorso troviamo Robert Altman con Gosford Park, omaggio al regista al quale verrà dato lOrso alla carriera. E poi Ron Howard, A beautiful mind, ritratto di uno schizzatissimo matematico. La gara mette insieme molta Europa, Stati uniti, Asia, continente questo esplorato minuziosamente nelle altre sezioni, a cominciare da Forum, forse grazie anche alle «cessate ostilità» con il festival di Rotterdam, che precede la Berlinale e che è il luogo di appuntamento deccellenza per la produzione asiatica. LItalia ha un solo titolo in gara, Brucio nel vento di Silvio Soldini. Numerosa la presenza francese, in competizione e nel festival anche sottoforma di coproduzioni. Amen di Costa Gravras, girato a Roma, racconta i rapporti ambigui tra nazismo e diplomazie alleate e del Vaticano. Laissez-passer di Bertrand Tavernier, ovvero il cinema francese ai tempi dellOccupazione, e il glamour rosa acido di 8 femmes, nel quale Francois Ozon, giovane e già affermato talento del cinema contemporaneo, mette insieme un cast di superstar: da Catherine Deneuve a Isabelle Huppert, da Fanny Ardant a Emmanuelle Beart e poi Virginie Ledoyen, Firmine Richard, Ludivine Seigner, Danielle Darrieux. E ancora, il surrealismo acido di Otar Ioseliani con Lundi matin. Inaugura Heaven di Tom Tykwer, il regista di Lola corre, che firma una coproduzione Usa-Germania con attori anche italiani, Stefania Rocca, Remo Girone, Giovanni Ribisi. Molta attesa anche per The Royal Tenenbaums di Wes Anderson, film salingeriano come il cinema del regista americano tutto pervaso dallinfluenza dello scrittore più amato e più misterioso dAmerica. Gwineth Paltrow, Ben Stiller tra i protagonisti, il film traccia i ritratti arrabbiati e depressi dei rampolli geni mancati per le circostanze della vita di questa famiglia. E il loro ritorno, anchesso casuale, nella casa dinfanzia... Tra gli altri titoli, Bloody Sunday di Paul Greengrass, ricostruzione (già in odore di polemica) del massacro di cattolici irlandesi da parte dellesercito inglese. E a proposito, il neodirettore Kosslick sembra avere puntato volutamente su storie a tono «politico» che possono aprire discussioni anche accese. E il caso, ad esempio, di Baader di Christopher Roth sul militante della Raf o di Kt di Junji Sakamoto sul sequestro, nel 73, del dissidente sudcoreano Kim Dae-Jung. Scorrendo ancora i titoli, troviamo (fuori concorso) Die Patriotin firmato da uno dei padri del nuovo cinema tedesco Alexander Kluge insieme, sempre fuori concorso, a uno dei cineasti più on the road, sempre in quellondata quale Wim Wenders presente con Ode to Cologne - A rockn roll film, quasi un ritorno alle sue passioni giovanili. Dagli Usa arriva anche Monsters ball con Billy Bob Thorton, regia di Marc Foster e dalla Cina il nuovo film di Zhang Yimou Happy Times. In giuria Mira Nair, che è il presidente, il critico di Variety Peter Cowe, Lucrecia Martel (La cienaga), il cineasta haitiano Raul Peck, Nicoletta Braschi, Renata Litivova, Declan Quinn, Claudie Ossard, Oskar Roehler, Kenneth Turan.