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Comic-Con Episode IV - La recensione da Roma

Il regista di "Super Size Me" Morgan Spurlock punta i riflettori sul mondo dei geeks e sulla loro Mecca annuale, il San Diego Comic-Con

Comic Con: Episode 4 A Fan's Hope

30.10.2011 - Autore: Marco Triolo
Il mondo si divide in due categorie: chi è nerd e chi non lo è. Qualunque sia la vostra appartenenza, non potrete non farvi contagiare dal nuovo documentario di Morgan Spurlock, che dopo aver sbugiardato McDonald's in “Super Size Me” e dato la caccia al terrorista numero uno in “Che fine ha fatto Osama Bin Laden?”, torna a guardare all'America di oggi, ma stavolta con un occhio decisamente meno critico. Comic-Con Episode IV: A Fan's Hope” mette sotto i riflettori il mondo dei geek, altrimenti noti come nerd, ovvero i fanatici di fumetti, cinema e videogame che ogni anno si radunano a San Diego, in California, per quello che è considerato l'evento più importante del suo genere, il Comic-Con.

Morgan Spurlock al Comic-Con

Spurlock segue le vicende di un gruppo di protagonisti irresistibili: ci sono due aspiranti disegnatori di fumetti (di cui uno è addirittura un soldato), un fan di Kevin Smith che ha intenzione di chiedere la mano della fidanzata durante la conferenza del regista di “Clerks”, una cosplayer dal grande talento, un commerciante di fumetti che vorrebbe vendere il preziosissimo numero uno di “Red Raven”, un fumetto Marvel dal valore stimato di cinquecentomila dollari. Tutti convergono al Comic-Con per avverare i propri sogni nerd. E poi ci sono naturalmente i geek famosi, intervistati da Spurlock durante l'edizione 2010 della fiera: Joss Whedon, Stan Lee e il fondatore di Ain't It Cool Harry Knowles (anche produttori), Kenneth Branagh, Thomas Jane, Frank Miller, Eli Roth e Edgar Wright, solo per citarne alcuni.

Ne esce un ritratto sincero, divertente e a tratti toccante di un universo che da fuori potrà pure sembrare bizzarro, e in parte lo è, ma che in realtà è fatto della passione e dell'incrollabile entusiasmo di milioni di appassionati. Il Comic-Con diventa una sorta di Mecca, un luogo di aggregazione in cui non sentirsi più diversi, ma parte integrante di un'enorme famiglia con cui condividere gli stessi maniacali interessi. C'è posto anche per una velata critica alla direzione intrapresa dalla fiera negli ultimi anni: “Oggi c'è gente che arriva qui e neanche sa che c'è una sezione fumetti”, per dirla nelle parole di Harry Knowles. Ma non è che una voce marginale in un coro di storie avvincenti e ben raccontate.

Spurlock con i produttori Thomas Tull, Stan Lee, Harry Knowles e Joss Whedon

Al grido di “L'infanzia non finisce mai” e “Ci sono tre miliardi di donne al mondo, ma pochi buoni fumetti. La scelta non è così difficile”, Spurlock confeziona un lavoro che saprà parlare non solo a chi è già parte del culto, ma anche a tutti gli altri. Perché tutti, in fondo, abbiamo una passione che pensiamo gli altri non possano capire.

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