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Cannes: Marion Cotillard e l'incubo italiano

Ondata glamour sulla Croisette con Blood Ties. Al fianco di Clive Owen, Zoe Saldana e del compagno Guillaume Canet, la Cotillard racconta il suo personaggio italiano

Marion Cotillard

20.05.2013 - Autore: Pierpaolo Festa, da Cannes
Marion Cotillard in versione tricolore. Succede in Blood Ties, il poliziesco diretto dal suo compagno Guillaume Canet (lo ricordiamo come attore in The Beach e Last Night). Remake dell’omonimo thriller francese del 2008 diretto da Maillot, la pellicola strizza l’occhio ai film made in USA degli anni Settanta: quelli di Scorsese, Lumet e Jerry Schatzberg. 



La Cotillard entra in scena nei panni di una prostituta pronunciando battute in italiano: “E’ stata una mia idea – racconta l’attrice – La prima cosa che ho capito di questo personaggio e’ che poteva essere italiano. Avevo gia’ provato a recitare in quell’accento ma era stato un disastro. All’epoca avevo abbandonato l’idea. Non mi sono arresa: forse recitare battute in italiano e riprodurre l’accento e’ stata la cosa piu’ stressante di questo film”.

Al suo fianco Clive Owen racconta di aver accettato questo film nel momento in cui ha ricevuto una telefonata particolare: “Mi ha chiamato Alfonso Cuaron, dicendo che mi sarebbe arrivato il copione del film e che avrei dovuto prenderlo sul serio perche’ Guillaume e’ pieno di talento”.

Il regista parla invece dei problemi di lavoro oltreoceano. Tutti di natura psicologia/emotiva: “Gli americani sono abituati a lavorare per pochi giorni su un progetto per poi passare immediatamente a una cosa diversa. Sono certamente dei gran professionisti ma non hanno una particolare dedizione verso un unico film. C’e’ voluto del tempo per abituarmi a questa cosa. Un po’ ne ho sofferto”. Blood Ties e’ ambientato nella New York  a meta’ degli anni Settanta. Per colorarlo a stelle e strisce e’ arrivato James Gray, regista de I padroni della notte e del bellissimo Two Lovers: “Avevo bisogno di qualcuno che conoscesse New York meglio di me. Lui e' il mio co-autore” - afferma Canet.

La vera emozione dell’incontro con regista e cast e’ legata alla presenza del leggendario James Caan che rimpiange il cinema del passato: “Sono diventato piuttosto negativo verso i film di oggi - afferma l'attore - Quello che mi importa ormai sono i piccoli film indipendenti. Mi considero fortunato di essere stato chiamato da tanti registi negli anni Settanta. Quei film non facevano parte di franchise: avevano tutti un inizio, una bella parte centrale e una fine".

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