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A Berlino si cantano ninne nanna

"Cheri" di Stephen Frears e "Forever Entrhalled" di Chen Kaige mettono a dura prova la resistenza degli spettatori il sesto giorno di festival, ovvero la giornata dello sbadiglio!

A Berlino si cantano ninne nanna

11.02.2009 - Autore: Andrea D'Addio
Era il 1993 quando Michelle Pfeiffer  vinse l'Orso d'argento per la sua interpretazione in "Due sconosciuti,  un destino". Oggi, dopo ben sedici anni, ma soprattutto aver superato quella fatidica età dei cinquanta anni che sembra essere il punto più basso per le carriere delle attrici americane (a meno che non si sia Meryl Streep), soprattutto se famose anche per la propria bellezza, la bella interprete lanciata da De Palma con "Scarface", ritorna a Berlino. Lo fa con "Cheri", nuovo film del regista Stephen Frears (altro Orso d'argento nel 1999 con "The Hi-lo Country"), tratta dall'omonimo racconto della grande romanziera francese Colette.

Nella Parigi di inizio `900, la bella cinquantenne Lea (Pfeiffer) si innamora del giovane Cherì (Rupert Friend). Gli scrupoli di coscienza della donna e il carattere ingenuo, ma possessivo del ragazzo, renderanno la loro relazione ricca di colpi di scena. La storia di “Cherì” è stata già portata altre quattro volte trasposta sul grande schermo. Stephen Frears e Michael Hampton non si preoccupano di aggiornare troppo il racconto, loro interesse è soffermarsi sulla femminilità di chi non è più giovanissima, ma ha ancora molto da dire o da fare. Purtroppo i vari dialoghi nonché la vicenda in generale, perdono ben presto di interesse. C’è poca autoironia, dei personaggi, le tante parti dialogate mancano di quel cinismo e arguzia che spesso rendono analoghe commedie inglesi piacevoli al di là di ciò che raccontano. Un passo falso quindi per Frears e Hampton da cui ci si aspettava senza dubbio di più.

Altro film della giornata, purtroppo anche più difficile da sostenere anche a causa della sua durata di due ore e mezza, è stato “Forever Enthralled” del maestro Chen Kaige. Una pellicola biografica su Mei Lanfang, il più grande cantante lirico cinese del diciannovesimo secolo, vero e proprio “rivoluzionario” dell’opera. Sarà che un europeo dalla cultura media, poco o nulla sa della lirica cinese, che quello che dall’altra parte del globo può risultare straordinario qui a prima vista neanche si riconosce come musica, ma al di là del tema trattato, il lavoro di Kaige sembra faccia di tutto per dilatare qualsiasi momento narrativo, quasi che annoiarsi sia un pegno da far pagare allo spettatore. Logico che dopo circa un’ora di proiezione, la sala fosse per la metà svutotata.

In serata è stata la volta di “An Education”, film scritto dal grande Nick Hornby. Una commedia divertente sull’educazione di una giovane diciassettenne nella Londra degli anni ’70. Finalmente qualche sorriso ha allietato la giornata, risvegliandola da quella che poteva diventare la giornata dello sbadiglio.