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Sion Sono, dal manga allo schermo

Venezia 68, Sion Sono presenta "Himizu"

Sion Sono

06.09.2011 - Autore: Arianna Curcio
Quest’anno al Festival di Venezia il Sol Levante è rappresentato da Sion Sono che lo scorso anno era stato protagonista al Lido con “Cold Fish”.
Il regista, famoso per le sue poesie trasportate sullo schermo spesso in forma documentaristica, presenta al giro di boa della Mostra il suo “Himizu”.
Il film, adattamento dell’omonimo manga di Minoru Furuya, segue le vicende di Sumida, un ragazzo continuamente maltrattato dal padre e poco considerato dalla madre. Nonostante la voglia di vivere una vita serena, il protagonista sarà trasformato dalle continue violenze domestiche in un assassino; ucciderà il suo stesso padre e in lui crescerà il desiderio di combattere tutti i “malvagi” che si nascondono nella società. Innamoratasi di lui, la coetanea Chazawa tenterà disperatamente di riportarlo sulla retta via.
Quello di Sion Sono è un film sull’ossessione sviluppata dal protagonista, una delle tante alle quali ci ha abituato il regista giapponese, conosciuto in Europa per “Suicide Club”, la storia di una serie di suicidi di ragazzi adolescenti che diverrà il primo dei capitoli di una trilogia sulla solitudine e l’alienazione.
La stessa solitudine che distrugge Somida, e la stessa alienazione che il regista vede nella società giapponese.
E se vogliamo, in questa pellicola si potranno scorgere i segni del terremoto e i disagi causati dalle centrali nucleari avvenuti in Giappone quest’anno. Sion Sono ha dovuto cambiare più volte la sceneggiatura in quel periodo e adattarla al tragico momento che la popolazione stava vivendo.
 
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