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Vittorio Sanipoli

DATA DI NASCITA: 28/10/1915
LUOGO DI NASCITA: Quinto al mare

DATA DI MORTE: 26/07/1992
Vittorio Sanipoli frequentò l'Accademia d'Arte Drammatica a Milano su suggerimento della zia, l'attrice Elvira Sanipoli, moglie di Annibale Betrone, ed esordì nel 1939 nella Compagnia dei Gialli, diretta da Romano Calò; recitò poi con la Compagnia Odeon di Milano (1941), e nel dopoguerra con Ruggeri e Ricci (1948). Negli stessi anni intraprese l'attività radiofonica, lavorando in trasmissioni di prosa come La strada del sole di Carletti (1939, regia di Ferrieri) e Così è (se vi pare) di Pirandello (1940, regia di Casella). Attore duttile, poliedrico, dall'interpretazione scabra e incisiva, dotato di ottima tecnica e presenza scenica, negli anni cinquanta fu nella Compagnia nazionale al Teatro Valle di Roma (1950-51), in quella diretta da Salvini (1951-52), e in quelle di De Bosio (Nuovo Teatro ETI 1954-55, Stabile di Torino, 1957-58) e Squarzina (1959), passando con disinvoltura dai ruoli drammatici a quelli brillanti ed ottenendo successi personali in Detective Story e in Anna per mille giorni, entrambi del 1951. La sua carriera proseguì densa di soddisfazioni e culminò nella stagione 1956-57 con la prima rappresentazione italiana di Un cappello pieno di pioggia per la regia di Squarzina con la formazione Proclemer-Albertazzi e, nel 1960, quando vinse come attore non protagonista, il premio San Genesio per la sua performance ne Il Revisore diretto da Virginio Puecher per il Teatro di Genova. La sua attività continuò positivamente negli anni successivi: nel 1963 ritrovò Squarzina che lo scritturò per Corte Savella, in seguito apparve in altri lavori e approdò nel 1970 al Piccolo Teatro di Milano scritturato da Strehler, per un personaggio di grande spessore nel mirabile Santa Giovanna dei macelli di Brecht.  L'esordio nel cinema avvenne in pieno conflitto bellico, con lo pseudonimo di Vittorio Sanni, da protagonista in due gradevoli film d'avventura salgariani, per proseguire una carriera di tutto rispetto in una serie innumerevole di pellicole come Napoletani a Milano di Eduardo De Filippo (1953) e La domenica della buona gente di Majano (1953). Il primo successo di una certa importanza arrivò con il ruolo del romano Marcus Virilius Rufus nell'epico Spartaco di Freda (1953). Specializzatosi in parti secondarie, che delineò con efficacia, fu l'ambiguo Ramón nella gangster story Grisbì di Becker (1954), il severo maggiore Venturi di La grande guerra di Monicelli (1959) e il questore del pungente e disincantato Roma bene di Lizzani (1971). Dotato di una voce roca ma dal timbro maschio e molto caldo, si dedicò anche al doppiaggio ma non con continuità, preferendo di gran lunga i ruoli, pur se secondari, nel cinema e soprattutto calcare le scene. Uno degli attori da lui doppiati in modo egregio fu il Wallace Beery di Pranzo alle otto nell'edizione ripresentata nel dopoguerra.  Gli anni cinquanta furono anche un periodo di intensa attività radiofonica; fra le innumerevoli interpretazioni, La casa sul fiume di Bonacci (1950, regia di Benedetto), Giovanna e i suoi giudici di Maulnier (1951, regia di Salvini), Knock o il trionfo della medicina di Romains (1953, regia di Tofano), Figlio di nessuno di Montherlant (1958, regia di Puecher), Un marito di Svevo (1959, regia di Bolchi). Negli anni sessanta e settanta proseguì la partecipazione al teatro radiofonico, con La signora Morli, una e due di Pirandello (1961, regia di Morandi), La grande orecchia di Bréal (1964, regia di Bollini), I tre colpi di mezzanotte di Obey (1965, regia di Benedetto), Le notti dell'ira di Salacrou (1966, regia di Benedetto), Ifigenia in Aulide di Euripide (1966, regia di Visconti), Il giorno della civetta di Sciascia e Sbragia (1967, regia di Benedetto), Otello di Shakespeare (1970, regia di Landi), Il revisore di Gogol' (1971, regia di Bandini), Volpone di Jonson (1972, regia di Masserano Taricco), Il treno d'Istanbul di Greene (1973, regia di Benedetto), Due prigionieri di Zilahy (1975, regia di Majano). Una delle sue ultime interpretazioni radiofoniche fu l'originale Le audaci memorie di una donna fatale di Torrelli (1985).  Ma Sanipoli ebbe anche una intensa attività televisiva a cominciare dalla sua presenza in sceneggiati, tantissimi, fra i quali Piccole donne di Majano (1955), Umiliati e offesi di Cottafavi (1958), Il mulino del Po di Bolchi (1963), La figlia del capitano (1965) e Luisa Sanfelice (1966) diretti entrambi da Leonardo Cortese, Scaramouche di D'Anza (1965), Sfida a Cuba di Schivazappa (1967), L'affare Dreyfus diretto da Leandro Castellani per la serie I giorni della Storia (1968), I tre camerati di Lidia C. Ripandelli ed Eleonora di Blasi, entrambi del 1973, L'assassinio dei fratelli Rosselli di Silvio Maestranzi (1974), Accadde a Lisbona di D'Anza (1974), i tre ultimi episodi di Orlando fuorioso di Ronconi (1975), Il caso Liuzzo di Fina (1976) e Nero su nero di Guardamagna (1978).  Ma fu anche ottimo interprete di opere teatrali ridotte per la televisione come Proibito al pubblico di Corrado Pavolini (1955), Svegliati e canta di Blasi (1956), Piccole volpi di Fino (1960), Il candeliere di Fenoglio (1961), Corte marziale per l'ammutinamento del Caine di Vaccari e L'aiuola bruciata di Claudio Fino, entrambe del 1965, quindi Ross di Giuseppe Fina (1969), Chatterton di Orazio Costa (1971) e moltissime altre. Da non trascurare poi gli episodi di varie serie di successo come Maigret, Nero Wolfe, Processi a porte aperte, Tenente Sheridan, Vivere insieme e tante altre. Partecipò inoltre a vari programmi come Il girasole (1972-75).  Dalla fine degli anni settanta abbandonò gli schermi.  Sposato con l'attrice Amalia D'Alessio, morì in un ospedale romano il 25 luglio 1992 per una malattia ai polmoni.

(wikipedia)