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Isa Miranda

DATA DI NASCITA: 06/07/1909
LUOGO DI NASCITA: Milano
DATA DI MORTE: 09/07/1982
Nata da una famiglia contadina, fin da giovanissima Isa Miranda manifestò un carattere ribelle e anticonformista, che la spinse ad allontanarsi da casa dapprima per lavorare in un opificio a Treviglio, e a trasferirsi poi a Milano dove lavorò come dattilografa in un ufficio. Nel capoluogo lombardo entrò in contatto con numerosi esponenti del partito fascista, facendo il suo ingresso in società. Contemporaneamente studiò recitazione all'Accademia dei Filodrammatici fino ad esordire con piccole parti. Isa Miranda su Novella (1934)  Debuttò nel cinema nel 1933, e il grande successo arrivò già l'anno seguente con l'interpretazione nel film La signora di tutti (1934) di Max Ophüls, in cui impersonò una fascinosa e ammaliante avventuriera, che dopo aver portato alla rovina decine di uomini vanamente innamoratisi di lei, per un insuccesso sentimentale si taglia le vene. Il film fu un trionfo, e l'attrice iniziò a ricevere una proposta di lavoro dietro l'altra. Tra i film girati dalla Miranda negli anni immediatamente successivi al film di Ophüls si annovera Passaporto rosso (1935) di Guido Brignone, drammatica vicenda di un gruppo di emigrati che dall'Argentina fa ritorno in Italia per combattere nella Prima guerra mondiale. Fu tale il successo ottenuto in Italia ed in altri paesi europei (Francia, Germania, Austria) che alla fine degli anni trenta l'attrice venne richiesta dai produttori di Hollywood, intenzionati a trasformarla nella risposta italiana a Marlene Dietrich.  La Miranda venne accolta negli Stati Uniti con un certo clamore: al suo arrivo a Hollywood la macchina pubblicitaria della Paramount si mise in movimento. Splendide immagini furono scattate dai migliori fotografi hollywoodiani, che la ritrassero in pose fatalissime e promossero la sua immagine presso il pubblico. La grande costumista Edith Head creò per lei abiti sontuosi da indossare sul set.  Ma il primo impatto con Hollywood fu traumatico: il grande regista George Cukor l'aveva scelta per interpretare Zazà nel 1938. Un incidente stradale (in una celebre intervista di Oriana Fallaci, la Miranda dubitò della casualità dell'evento) e gli attriti con Alla Nazimova, che pretendeva di imporle i suoi punti di vista sull'interpretazione del personaggio, portarono alla sostituzione della Miranda con Claudette Colbert, che bramava la parte.  Del 1939 è l'esordio americano con Hotel Imperial di Robert Florey, un giallo in cui l'attrice recitò accanto a Ray Milland. Le recensioni della critica americana furono ottime, sottolineando sia la buona interpretazione che il talento come cantante della Miranda, che nel film interpretò con voce calda e sensuale la canzone Nitchevo. La pellicola non andava tuttavia oltre un normale standard professionale da studios, non ebbe il successo sperato e non uscì mai in Italia, a causa dell'embargo ai film americani imposto dal fascismo.  L'anno seguente interpretò La signora dei diamanti (1940) di John Fitzmaurice, che ottenne un discreto successo, ma le difficoltà ad adattarsi ai sistemi americani e lo scoppio della Seconda Guerra mondiale riportarono l'attrice in Italia.  Fu il marito produttore e regista Alfredo Guarini a proporle i primi film per cercare di ricostruire la sua carriera italiana ma saranno i film successivi a consacrarla agli occhi della critica oltre che del pubblico, soprattutto Malombra (1942) di Mario Soldati e Zazà (1944) di Renato Castellani, rievocazione non edulcorata della Belle époque, che la risarcì pienamente della delusione con Cukor. Nel dicembre 1945 venne coinvolta in un grave incidente stradale, a seguito dell'impatto con un camion alleato sulla via Nomentana in Roma, ma riuscì comunque a riprendersi e a proseguire la carriera cinematografica.  Il film Le mura di Malapaga (1948) di René Clément, le fece guadagnare il Prix d'interprétation féminine al Festival di Cannes, mentre il regista Max Ophüls la rivolle nel 1950 per Il piacere e l'amore (La ronde), commedia di produzione francese, tratta dal Girotondo di Schnitzler, con un cast prestigioso che riunì le più grandi star del cinema transalpino. La Miranda interpretò con il consueto charme il ruolo dell'attrice Charlotte. Fu forse questo l'ultimo ruolo di prestigio che le venne offerto dal cinema. Nel 1954 fu premiata con una medaglia d'oro a "Una vita per il cinema". Con Andrea Checchi nel film Senza cielo di Alfredo Guarini (1940)  Negli anni cinquanta sono comunque da ricordare anche le interpretazioni nell'episodio diretto da Luigi Zampa del film Siamo donne (1953), ne Gli sbandati di Francesco Maselli (1955), I colpevoli di Turi Vasile (1956), La febbre del possesso di Henri Verneuil (1957). Numerose anche le sue partecipazioni in produzioni internazionali realizzate in Italia come Tempo d'estate (Summertime) di David Lean, Una Rolls-Royce gialla (The Yellow Rolls-Royce) di Anthony Asquith.  A partire dal dopoguerra, l'attrice aveva inoltre rivolto l'attenzione alla carriera teatrale, che la portò nei decenni seguenti a recitare con successo negli Stati Uniti (Mike Mc Cauley - 1951), in Francia (Le serpent à sonettes - 1953) e in Inghilterra (Orpheus discending di Tennessee Williams - 1959, interpretato poi al cinema da Anna Magnani), dove si trasferirà negli anni sessanta per lavorare in numerose produzioni televisive.  L'ultima apparizione cinematografica degna di nota dell'attrice fu quella della contessa Stein nel film Il portiere di notte (1974) di Liliana Cavani. Dopo la scomparsa nel 1981 del marito Alfredo Guarini, l'anno seguente la Miranda apparve per l'ultima volta sul grande schermo nel film Apocalisse di un terremoto (1982) di Sergio Pastore.  Morì in solitudine, dopo un lungo ricovero presso l'Ospedale C.T.O. della Garbatella a Roma. È sepolta nel cimitero romano del Verano.

(wikipedia)