Home | Film | Personaggio

Dirk Bogarde

DATA DI NASCITA: 28/03/1921
LUOGO DI NASCITA: Hampstead, London
DATA DI MORTE: 09/05/1999
Il padre, di origine olandese, era grafico del Times, la madre, Margaret Niven, una raffinata attrice. Prestò servizio militare in guerra sia sul fronte europeo che sul Pacifico raggiungendo il grado di capitano, venne fatto prigioniero dall'esercito tedesco e trascorse un duro periodo di prigionia nel campo di concentramento di Bergen-Belsen. Di questa esperienza Bogarde serberà un ricordo indelebile e della disumanità sperimentata durante la prigionia molti anni dopo avrà a dire che piuttosto che trovarsi in ascensore con un tedesco, preferiva fare le scale a piedi. Paradossalmente, alcuni dei suoi ruoli più significativi sono proprio di personaggi tedeschi. Tornato in patria, a 26 anni, fu la madre a introdurlo nel mondo dello spettacolo. Grazie al suo aspetto fisico venne ingaggiato dalla Rank Organization, maggior industria cinematografica britannica. Il suo primo ruolo da protagonista fu quello del giovane criminale Riley in Tragica incertezza (1950) di Terence Fisher; i ruoli successivi rischiarono di ingabbiarlo nella figura del criminale disadattato e dal cuore d'oro, ma il ruolo che gli diede la definitiva popolarità fu quello del giovane medico nella commedia Quattro in medicina (1954), di cui verranno girati ben sei sequel.  Uomo molto dolce ed elegante, pur essendogli state attribuite molte relazioni con donne (celebre la sua storia sentimentale con l'attrice francese Capucine), rimase sempre celibe, e la lunga convivenza con il suo manager Anthony (Tony) Forwood ha spesso fatto sì che circolassero voci sulla sua omosessualità. Queste voci sono comunque sempre state smentite dall'attore, che ha parlato del suo convivente sempre come un buon amico, con cui ha condiviso due residenze (prima in Inghilterra, poi in Francia) e che ha assistito fino alla morte, sopravvenuta nel 1987 per complicanze legate alla malattia di Parkinson. Con il film Simba (1955), si parlò di un suo grande amore con l'attrice Nora Ricci, mentre con il film Un dottore in alto mare (1955) la stampa montò un suo flirt con una giovanissima Brigitte Bardot, in uno dei suoi primi ruoli. Ciò contribuì a fare di Bogarde lo scapolo d'oro inglese degli anni cinquanta, ma il ruolo cominciò a stargli stretto e l'attore cercò ruoli più complessi, per mettere alla prova le proprie capacità drammatiche.  Nel 1961 fece scalpore il suo ruolo di tormentato avvocato omosessuale in Victim di Basil Dearden, primo film britannico che affrontò in modo serio il tema dell'omosessualità. Un simile ruolo avrebbe bloccato all'epoca la carriera di chiunque, ma Bogarde lo affrontò con coraggio dimostrando le sue doti d'attore. La sua convincente interpretazione porterà anche a un mutamento del costume, poiché il Parlamento del Regno Unito sarà costretto, dal movimento d'opinione creatosi dopo il film, a cancellare alcuni reati legati all'omosessualità. Dirk Bogarde e Jane Birkin al Festival di Cannes 1990  Negli anni successivi, più volte Bogarde impersonò personaggi ambigui e controversi per grandi registi: in Ombre sul palcoscenico (1963) recitò accanto a Judy Garland in uno dei suoi ultimi ruoli cinematografici. Seguì l'interpretazione forse più difficile di tutta la sua carriera ne Il servo (1963), firmato da Joseph Losey, e successivamente Per il re e per la patria (1964) dello stesso regista. Nello stesso anno apparve poi nel film d'avventura Il sole scotta a Cipro (1964).  Per John Schlesinger interpretò Darling (1965), dopodiché tornò a essere diretto dal fedele Losey con Modesty Blaise, la bellissima che uccide (1966) con Terence Stamp e Monica Vitti, e L'incidente (1967), con Jacqueline Sassard. Recitò anche per Richard Attenborough, interpretando Oh, che bella guerra! (1969) con Vanessa Redgrave, e Quell'ultimo ponte (1977).  Da ricordare inoltre la sua proficua collaborazione con il cinema italiano: Luchino Visconti non ebbe dubbi nell'assegnargli le parti dello spietato capitalista Frederick Bruckmann ne La caduta degli Dei (1969) e dell'attempato e infelice professore Gustav von Aschenbach nel capolavoro Morte a Venezia (1971), mentre Liliana Cavani gli affidò l'interpretazione del perverso Max, l'ex militare nazista de Il portiere di notte (1974).  Altri suoi ruoli di rilievo furono quello del vecchio scrittore in Providence di Alain Resnais (1977), e quello del pericoloso dissociato in Despair di Rainer Werner Fassbinder (1978). Dopo il film Daddy Nostalgie (1990) di Bertrand Tavernier, si ritirò dal cinema. Scrisse sette romanzi e una monumentale autobiografia.  Morì per attacco cardiaco all'età di 78 anni.

(wikipedia)