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Numero Quattro, il teenager che cadde sulla terra

D.J. Caruso racconta la genesi e i temi del suo ultimo film, "Sono il numero quattro", in uscita questo weekend. Produce Michael Bay, scrivono gli autori di "Smallville"

Sono il numero quattro - Alex Pettyfer

15.02.2011 - Autore: Marco Triolo
Il cinema è pieno di alieni giunti sulla terra per gli scopi più disparati, ma fondamentalmente in pace. Da “L'uomo che cadde sulla terra” di David Bowie, a “Starman” di John Carpenter, passando per i protagonisti del serial fantastico-adolescenziale “Roswell”, l'idea che una persona apparentemente comune possa non essere ciò che sembra ha sempre fatto gola a sceneggiatori e registi. Michael Bay, di recente, l'ha coniugata in maniera leggermente diversa nella sua saga “Transformers”, dove anziché persone comuni, abbiamo veicoli comuni. In ogni caso, la parola d'ordine è sempre “More than meets the eye”, più di quel che appare.

Alex Pettyfer è il Numero Quattro

Abbiamo citato Michael Bay non a caso: è lui infatti a produrre “Sono il numero quattro” per la DreamWorks di Steven Spielberg, altro autore che, con “E.T.”, ha esplorato le implicazioni di un pacifico incontro tra umani e alieni nella periferia americana. Alla regia troviamo invece D.J. Caruso, autore di thriller (suoi “Disturbia” e “Eagle Eye”) che esordisce qui nella fantascienza. Il cast è composto da una serie di volti “di domani”: Alex Pettyfer è il Numero Quattro del titolo, uno di nove alieni esiliati dal pianeta di Lorien per sfuggire agli invasori Mogadorians. Accanto a lui troviamo Teresa Palmer (“L'apprendista stregone”), Dianna Agron (“Glee”), Timothy Olyphant (“La città verrà distrutta all'alba”) e Kevin Durand (“Lost”).

Dianna Agron e Alex Pettyfer

Il film è tratto da un romanzo di Pittacus Lore, che lo Studio ha opzionato ancora prima della pubblicazione. Ma le coordinate di “Sono il numero quattro” vanno tracciate tra la già citata serie TV “Roswell” e “Superman: come Kal El, i nove sono stati inviati sulla terra da bambini per scappare da una mortale minaccia, e sviluppano poteri stupefacenti. Non è un caso che gli sceneggiatori della pellicola siano i creatori di “Smallville”, Alfred Gough e Miles Millar. C'è pure un evidente richiamo alla saga dei robottoni di Bay: anche qui, la guerra tra due specie aliene viene trasportata sulla terra. Il progetto era stato inizialmente acquistato dalla DreamWorks per Michael Bay, appunto: “Steven Spielberg mi ha chiamato – ricorda Caruso – e mi ha chiesto se mi interessasse leggere il romanzo. Volevano davvero fare il film, ma Michael non aveva tempo. Così ho letto il manoscritto e mi è piaciuta l'idea, poi ho letto la sceneggiatura e ci ho lavorato per circa sei mesi”. Secondo il regista, Sono il numero quattro” non sarà un vero e proprio action movie: “Nel terzo atto c'è una grande sequenza d'azione. Durante il film, Numero Quattro impara a poco a poco a controllare i propri poteri, e tutto si scatena nel finale”.

Numero Quattro fa sfoggio dei suoi poteri

Caruso e la DreamWorks, naturalmente, pensano già al seguito: “Nel copione, manteniamo un sacco di mistero su Lorien, e se Dio vorrà nel sequel adatteremo la seconda parte del romanzo, in cui si racconta da dove provenga il protagonista e come sia arrivato qui da noi. A me interessava di più la sua ricerca di un'identità: chi è e chi vorrebbe essere sono due persone diverse, e qui sta il conflitto. Questo ragazzo pensa di poter rimanere nel paesino e innamorarsi della compagna di classe, ma il suo destino non glielo concederà”.

“Sono il numero quattro” uscirà venerdì 18 febbraio, distribuito dalla Walt Disney.