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Survival of the Dead - La nostra recensione

Dietro a questo nuovo horror si trova ancora un cineasta che ha qualcosa da raccontare, ed ha ben precisa l'idea di come farlo.

Survival of the Dead - Locandina

09.09.2009 - Autore: Adriano Ercolani
Sesto capitolo di una saga ideale dedicata ai morti viventi, ecco arrivare in concorso a Venezia 2009 "Survival of the Dead" (id., 2009) di George Romero, che con questo nuovo lungometraggio conferma ancora una volta (se mai ce ne fosse stato bisogno) di essere l'indiscusso maestro per quanto riguarda questo "sotto-genere" dell'horror.

Già, perché a ben vedere anche quesa sua utlima fatica, poverissima e ridotta all'osso nell'uso di trucco ed effetti speciali, risulta alla fine molto più interessante e lucida di molti zombie-movie visti recentemente, anche di quelli passati a questo festival. Il fatto è che Romero riesce ogni volta a sopperire alla mancanza di budget con le idee, con una storia che ancora una volta contiene in filigrana una spietata critica all'"american way of life". In aggiunta a questo, stavolta il geniaccio neworkese si spinge addirittura verso l'attacco frontale del genere americano/hollywoodiano per eccellenza, il western. Ambientato quasi tutto su un'isola popolata da umani che sono più mostruosi delle creature risorte, "Survival of the Dead" si presenta infatti come una variazione di western contemporaneo, lucido e stringato, in cui i personaggi si sfidano a colpi di battute virili e posseggono psicologie tagliate con l'accetta, in perfetto stile John Wayne. Il risultato però è efficace senza scadere nella parodia inerme, tutt'altro: dietro a tutto questo si trova ancora un cineasta che ha qualcosa da raccontare, ed ha ben precisa l'idea di come farlo.

George A. Romero è davvero uno dei grandi "puri" del panorama cinematografico contemporaneo. Continua imperterrito a portare avanti il suo cinema corrosivo, nonostante sia evidente che i mezzi a disposizione sono sempre pochi, e bastano a malapena. Eppure i suoi film continuano a convincere gli appassionati, magari anche soltanto i suoi. E questo "Survival of the Dead" non fa eccezione: non sarà angosciante come "La notte dei morti viventi" (Night of the Living Dead, 1968), non sarà nichilista come "Zombi" (Dawn of the Dead, 1978), ma rimane comunque un film di Romero, e conseguentemente contiene al proprio interno abbastanza elementi di interesse per strappare un giudizio positivo.