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Inside man

Accattivante ed ispirato da una vena comico-acidula molto proficua, questo "heist-movie" si inserisce nella filmografia di Spike Lee come graditissima sorpresa

Inside Man

19.05.2009 - Autore: Adriano Ercolani
E’ possibile realizzare la rapina perfetta? Dalton Russell (Clive Owen) ne è convinto, e sta provando a metterla in atto nella sede centrale di una delle più grosse banche di New York. A tentare di evitare ogni pericolo per gli ostaggi viene chiamato il detective Keith Frazier (Denzel Washington), poliziotto in difficoltà che ha la sua grande occasione per riscattarsi di fronte al proprio dipartimento. La situazione viene complicata dal fatto che nella cassaforte della banca si trovano dei documenti che, se resi pubblici, potrebbero costituire un enorme disagio per la società. Incaricata di fare in modo che questo non avvenga è Madeleine White (Jodie Foster), autorizzata ad agire al di sopra dell’autorità di Frazier e degli altri tutori dell’ordine. 

Da sempre Spike Lee è un autore abituato a muoversi dentro e fuori il sistema “mainstream”: a pellicole radicalmente indipendenti e “arrabbiate” ha spesso alternato prodotti di maggiore respiro, contenenti un messaggio socio/politico maggiormente attenuato – ma mai assente - e quindi destinati ad un pubblico più ampio: pensiamo a splendidi lavori come "Mo’ Better Blues" (id., 1990), “He Got Game” (id., 1998) ed anche “La 25° Ora (The 25th Hour, 2002). Ebbene, questo suo ultimo divertentissimo "Inside Man" è senza dubbio la maggior concessione del regista newyorkese all’industria hollywoodiana: nella sua concezione e realizzazione filmica si tratta infatti di un lungometraggio decisamente vicino a canoni più “classici” rispetto allo stile solito di Lee: tutte le componenti del film, dalla fotografia al montaggio, dalla musica allo script, sono improntate verso un’eleganza formale che esplicita piuttosto chiaramente la volontà del cineasta di arrivare al grande pubblico; ragionando da questo punto di vista, la prima testimonianza è proprio la sceneggiatura di Russell Gewirtz e Adam Erbacher, strutturata in modo piuttosto convenzionale, ma che contiene al suo interno una serie di scene assolutamente gustose: dentro il solito schema del “rape-movie” viene infatti inserito un tono scherzoso originale e spigliato, ma decisamente non conciliatorio. Dal canto suo Spike Lee dirige con polso molto fermo, assecondando la fluidità della storia con una messa in scena robusta ma non eccessivamente invasiva. Il campo viene quindi sgombrato per dare spazio ai tre protagonisti, perfetti per esaltare lo spirito vagamente iconoclasta e bizzarro di “Inside Man”: e se Denzel Washington e Clive Owen si confermano attori di talento e fortissima presenza scenica, il maggiore impatto a nostro avviso lo fornisce una Jodie Foster tirata a lucido e tagliente come raramente l’avevamo vista negli ultimi anni.

Accattivante ed ispirato da una vena comico-acidula molto proficua, questo “heist-movie” si inserisce nella filmografia di Spike Lee come graditissima sorpresa: è infatti la riuscita prova di come questo autore possa produrre uno spettacolo non convenzionale – e soprattutto e comunque non pacificatorio, guai a prendere sotto gamba i sottotesti del film! – anche lavorando su produzioni di più ampia portata mediatica. Speriamo che il pubblico risponda al meglio.