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Ciao Age

Famoso per il suo duo con Scarpelli, ci lascia Age lo sceneggiatore che ha firmato le più belle pagine della storia del cinema italiano: da 'I soliti ignoti' a 'C'eravamo tanto amati', da 'La grande guerra' a 'Il buono, il brutto e il cattivo'

Age

12.04.2007 - Autore: Valentina Grassi
Se pensiamo al cinema italiano di un tempo, pensiamo ad un’epoca d’oro segnata da grandi nomi nelle file dei registi e degli attori, che hanno reso celebre e ammirabile i nostri film in tutto il mondo, con apprezzamenti che premiano la profondità e l’intuizione di casa nostra.

E allora pensiamo poi al tempo che passa e ai nomi che se ne vanno, ma che mai cadono in oblio, per non dimenticare una parte di cinema vero e veritiero, quello della commedia all’italiana che ha lasciato un’eredità imprescindibile per le nuove generazioni. Uno dopo l’altro, con gli anni che avanzano,  per tutti, ci hanno lasciato registi, attori e sceneggiatori memorabili.

L’ultimo posto, però primo, nel tempo, è toccato ad Agenore Incrocci, in arte Age, che è morto a Roma il 15 novembre, in una clinica, all’età di 86 anni. Famoso per il suo duo con Scarpelli, ha firmato insieme a lui, le più belle pagine che hanno fatto la storia del cinema italiano, citando da 'I soliti ignoti' (1958) a 'C'eravamo tanto amati' (1974), da 'Totò sceicco' (1950) al western 'Il buono, il brutto e il cattivo' (1966) di Sergio Leone.

Questi film, ma tanti altri, restano nel ricordo e nel cuore, non solo per gli italiani che hanno vissuto quel periodo, ma sono diventati un simbolo e un esempio per tutti, vista la loro capacità di far sorridere e piangere amaramente, ma con coscienza.

Bresciano d’origine, nato nel 1919, Age, era coetaneo di Scarpelli, iniziò la sua carriera come giornalista, prima di debuttare come sceneggiatore per il film 'I due orfanelli' di Mario Mattoli. La sua collaborazione con Scarpelli cominciò nel 1952 e le loro sceneggiature, divennero un esemplare campionario di personaggi rappresentativi dell'Italia del dopoguerra, dalla quale ebbe origine il miracolo economico e gli anni del ''boom''. Ritratti di uomini, attraverso il tempo e nel tempo, una vena satirica e incisiva, una predisposizione descrittiva con pochi eguali, un modo di inventare e reinventare davvero unico. Un saluto, nella promessa di un ricordo riverente e malinconico, ad uno dei grandi tratteggiatori di storie che fu, e che rimarrà sempre nel testamento delle sue opere, quelle di Tenore Incrocci. Grazie Age.