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I momenti più emozionanti dell'Italia agli Oscar

Benigni addosso a Spielberg, Fellini e la Masina in lacrime, Bertolucci nervoso e pieno di orgoglio e Cristaldi che non fa parlare Tornatore

La vita è bella

24.02.2014 - Autore: Pierpaolo Festa
L'Uragano Benigni
Quando ci si ricorda degli artisti italiani che hanno trionfato nel corso della “Notte delle Stelle”, la prima cosa che viene in mente è la loro capacità di aumentare il volume dello spettacolo. In altre parole, l'artista italiano si riserva sempre un momento tutto suo in fase di premiazione, un attimo che quasi certamente è destinato a rimanere nella memoria degli Oscar. A Sophia Loren è bastato un grido per dare il via allo spettacolo nel 1998: “Roberto!”. A quel punto Roberto Benigni era già passato da zero a cento in una manciata di secondi e, in sintonia con l'intero teatro, aveva già calcolato l'itinerario dalla sua poltrona al palco, passando sulle teste di Billy Bob Thornton e Steven Spielberg che gli prese le mani, condividendo con lui l'entusiasmo e mettendo fine, una volta e per tutte, a quei gossip maligni secondo i quali il regista di Schindler's List aveva poco gradito lo spirito de La vita è bella. Quella sera Benigni salì sul palco per ben due volte, battendo Tom Hanks e ritirando il premio come miglior attore, ed esclamò ad altissima voce: “I don't deserve this, but I hope to win some other Oscars” (lett: Non merito questo premio, ma spero di vincere ancora altri Oscar). L'intera platea era contagiata dal suo humour. Dodici mesi dopo, quando gli toccò presentare uno dei premi, Benigni fu introdotto da Billy Crystal, pronto a frenare la sua verve, dandogli la caccia con una gigantesca rete da accalappiacani.



L'ultima apparizione di Federico Fellini
Se Benigni ha scosso l'Academy con il suo umorismo, Federico Fellini qualche anno prima è stato il protagonista di uno dei momenti più teneri della storia degli Oscar. Era il 1993 quando si presentò sul palcoscenico del Dorothy Chandler Pavillion affiancato da Sophia e “Marcellino” Mastroianni (lo chiamò così) per ritirare l'Oscar alla carriera, dedicandolo alla moglie Giulietta Masina e chiudendo il discorso con: “Giulietta please stop cry!”. La telecamera stringeva sul volto di lei in lacrime, e il maestro si allontanava dal palco sotto una pioggia di applausi. Ecco cosa significa un momento da Oscar. Era la quarta volta che Fellini veniva premiato, quella fu la più emozionante: pochi mesi dopo sarebbe scomparso.



Bernardo Bertolucci imperatore per una notte
Una delle camminate più emozionanti verso il palcoscenico dello Shrine Auditorium è stata compiuta da Bernardo Bertolucci, nervosissimo in platea mentre Robin Williams rifilava una serie di battute a ognuno dei cinque registi nominati all'Oscar. Arrivato sul palco Bertolucci si liberò da ogni tensione. D'un tratto era sciolto e affermò che quel rito di premiazione hollywoodiana, una cosa che aveva sempre considerato lontana dalla sua concezione, aveva finito per travolgerlo: “Questo è uno dei momenti più emozionanti della mia vita”, disse il maestro accolto sul palco dalle note de L'ultimo imperatore, film che trionfò con nove Oscar dimostrando nelle parole del produttore Jeremy Thomas che “il cinema indipendente può essere epico”.



Il trionfo di Tornatore: Cristaldi ringrazia se stesso
Aveva trentadue anni Giuseppe Tornatore quando il suo Nuovo cinema Paradiso vinse l'Oscar come miglior film straniero. Emozionatissimo, salì sul palco accompagnato da Franco Cristaldi che gli rubò la scena facendo da “maestro di cerimonia”: “Vorrei ringraziare il signor Tornatore – disse il produttore - e scusate tutti, ma vorrei ringraziare anche me stesso per aver prodotto questo film!”. Seguì una risata liberatoria del regista siciliano e di tutto l'auditorium. Tornatore è stato nominato all'Oscar nel 1995 per L'uomo delle stelle. Successivamente il thriller La sconosciuta e il kolossal Baarìa candidati dall'Italia non sono riusciti a entrare nella cinquina finale dei nominati.



Gli altri maestri del cinema italiano campioni dell'Academy
La lista italiana agli Oscar non comprende solo registi, produttori e attori – tra questi i premiati sono stati Benigni, Anna Magnani (La rosa tatuata, 1955) e Sophia Loren (La ciociara, 1961) -  la fabbrica dei sogni ha anche individuato maestri italiani nelle altre categorie. In primis gli sceneggiatori: oltre a Bertolucci, gli Oscar hanno premiato anche De Concini, Giannetti e Germi per Divorzio all'italiana (1962). Tra i migliori scenografi: Elio Altramura e Gianni Quaranta (Camera con vista, 1987), Bruno Cesari, Osvaldo Desideri e Ferdinando Scarfiotti (L'ultimo imperatore, 1987), Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo (premiati per ben tre volte grazie a The Aviator, 2004; Sweeney Todd, 2007; e Hugo Cabret, 2011). Tra i direttori della fotografia: Pasqualino De Santis (Romeo e Giulietta, 1968), Vittorio Storaro (Apocalypse Now, 1979; Reds, 1981; L'ultimo imperatore, 1987) e Mauro Fiore (Avatar, 2009). Tra i migliori costumisti: Pietro Gherardi (Otto e mezzo, 1961; La dolce vita, 1963), Vittorio Nino Novarese (Cleopatra, 1963; Cromwell, 1970), Danilo Donati (Romeo e Giulietta, 1968; Il casanova, 1976), Milena Canonero (Barry Lyndon, 1975; Momenti di gloria, 1981; Marie Antoinette, 2006), Francia Squarciapino (Cyrano de Bergerac, 1990) e Gabriella Pescucci (L'età dell'innocenza, 1993). Migliori montatori sono stati Gabriella Cristiani (L'ultimo imperatore) e Pietro Scalia (JFK, 1991; Black Hawk Down, 2001). I maestri della musica premiati dall'Academy sono stati: Nino Rota (vincitore con Il padrino – Parte II, 1974), Giorgio Moroder (Fuga di mezzanotte, 1978; Flashdance, 1983; Top Gun, 1986), Nicola Piovani (La vita è bella, 1998) e Dario Marianelli (Espiazione, 2007). Curioso il caso di Ennio Morricone, sempre sfortunato in fatto di competizioni (cinque nomination, mai una vittoria), ma premiato alla carriera nel 2007 da Clint Eastwood che tradusse il suo emozionato discorso in italiano. “Credo che questo premio sia per me non un punto di arrivo, ma un punto di partenza per migliorarmi al servizio del cinema”.