Festival di Torino 2013
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V/H/S 2 – La nostra recensione

Il found footage non è mai stato così divertente

V/H/S 2

27.11.2013 -
Di film realizzati con la tecnica del found footage se ne sono visti fin troppi negli ultimi anni. La tecnica resa popolare da The Blair Witch Project è stata adottata da alcuni dei film horror di maggior successo degli ultimi anni, come le saghe di Paranormal Activity e Rec, ma ultimamente Hollywood, galvanizzata dagli alti incassi a partire da investimenti ridicoli, ne ha abusato, portandola al sovraccarico e ad una certa ripetitività.

In un tale panorama, il progetto V/H/S vuole essere una sorta di rilettura artistica del found footage, utilizzato per realizzare cortometraggi che partano da strutture horror assodate per poi ribaltarle alla ricerca di strade imbattute o di un semplice ritorno alla sorpresa, che da troppo tempo al genere manca. Il sequel V/H/S 2, presentato a Torino, continua su questa strada con una certa dose di intelligenza, auto-ironia (ma senza essere auto-referenziale o forzatamente post-moderno), divertimento e tanti spaventi.

Alla regia dei vari corti, tenuti assieme da una cornice abbastanza pretestuosa diretta da Simon Barrett, troviamo un manipolo di autori davvero variegato. Si va da Adam Wingard, anche regista del primo capitolo e di You're Next (qui la nostra intervista), a Gareth Evans, autore del fenomeno action tailandese The Raid. E non a caso abbiamo citato The Blair Witch Project in apertura: Eduardo Sanchez e Gregg Hale tornano al genere che hanno lanciato con il segmento A Ride in the Park, una zombie-tale sui generis.

Il segmento diretto da Wingard – chiaro riferimento a The Eye e all'episodio Eye di Body Bags – è il meno riuscito, l'unico a non uscire dal seminato e ad abusare dei trucchi sonori per far saltare sulla sedia, in assenza di veri, genuini spaventi. I seguenti episodi, al contrario, sono una gioia per gli amanti dell'horror più cruento e bislacco: dalla setta di svitati tailandesi adoratori del maligno immortalata da Evans e Timo Tjahjanto, agli inquietanti rapitori alieni di Jason Eisener (regista di Hobo with a Shotgun), agli escursionisti zombi di Sanchez e Hale, ce n'è davvero per tutti i gusti. Si ride in momenti inaspettati e ci si inquieta nelle scene più disturbanti.

Sì, il tutto è raccontato con la tecnica che molti ormai detestano e va anche detto che, spesso, le telecamere che riprendono l'azione sono giustificate in maniera ridicola. Ma gli autori di V/H/S 2 sanno come si racconta una storia d'orrore e quali trucchi usare per rivoltarci lo stomaco o tenerci appesi a un filo, col risultato che dopo un po' ci si scorda della dimensione mockumentary e si entra nella storia per non uscirne più fino alla fine.

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