Festival di Roma 2013
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Giovanni Veronesi: "La mia commedia è drammatica come la vita"

Il regista inaugura il Festival di Roma con L'ultima ruota del carro

L'ultima ruota del carro

08.11.2013 - Autore: Marco Triolo
"Ho sempre amato la commedia all'italiana, i film di Risi, Scola, Monicelli. Cerco sempre di seguire le loro orme, perché la commedia all'italiana è un modo forte per raccontare il nostro paese. La mia ambizione era di fare una commedia che non fosse un film comico. Certo, fa ridere perché è grottesco e ironico, ma è anche drammatico, come la vita".
 
Parola di Giovanni Veronesi, il regista che, con il suo ultimo lavoro L'ultima ruota del carro, ha avuto l'onore e l'onere di aprire l'ottava edizione del Festival di Roma. Il suo film esce in un momento chiave della storia politica e sociale italiana e racconta tutto quello che è venuto prima, cinquant'anni di storia tra il boom degli anni Sessanta e l'ascesa di Berlusconi dopo Tangentopoli. Un affresco complicato che Veronesi opta di raccontare attraverso un punto di vista semplice, quello del camionista Ernesto (Elio Germano, in una interpretazione unanimemente lodata). "Anch'io sono stato contento di riscoprire la commedia all'italiana - dichiara l'attore nel corso della conferenza stampa, la prima del Festival 2013 - Questo è un film popolare, nel senso che racconta uno di noi, non un boss del crimine o un mito da copertina, ma un soldato semplice". Il film è ispirato alla straordinaria - perché ordinarissima - storia vera di Ernesto Fioretti, autista di cinema amico del regista. "Io ed Ernesto eravamo in viaggio in auto e gli ho chiesto di raccontarmi la sua storia. Quando sono tornato a casa, la sera, l'ho raccontata a mio fratello Sandro a cena e lui mi ha detto che dovevo farci assolutamente un film, altrimenti lui ci avrebbe fatto un romanzo!". Veronesi ricorda come "ogni episodio che Ernesto raccontava pareva un film di Scola. Lui parlava e noi scrivevamo: credo sia stato il mio film in cui ho inventato di meno".
 
"Questa nazione ci mette nel mezzo di paradossi, al punto che non sappiamo se ridere o piangere e credo che la cosa vari a seconda della distanza che uno ha dai fatti", continua Germano. Che è stato contento di lavorare "su così tanti registri e su una persona realmente esistita, ma non famosa. Almeno così la gente non mi ha criticato per non averla interpretata bene". Al centro del film c'è anche una storia d'amore molto forte, tra Ernesto e la moglie Angela, interpretata da Alessandra Mastronardi. "E' una storia d'amore forte - conferma Germano - forse l'unica senza corna nel cinema italiano oggi. Ernesto e Angela sono due persone che non imitano la vita di qualcun altro e non scappano da se stessi". E, a proposito di imitazione, non manca una parentesi politica quando Veronesi è spinto a citare una scena in cui Ernesto cerca di imitare il sorriso di Berlusconi: "Non è una presa in giro, perché Berlusconi all'epoca non aveva fatto breccia nei ricchi, ma nel popolo. In un momento in cui tutto andava a scartafaccio, lui sorrideva dai manifesti elettorali. Questa cosa me l'ha raccontata Ernesto e quindi non è una scena politica, ma vera".
 
L'ultima ruota del carro, in uscita il 14 novembre, è distribuito da Warner Bros. Italia.