Festival del cinema noir 2013
NOTIZIE

Neverlake: l'horror italiano riparte dal web

Intervista a Riccardo Paoletti e Manuela Cacciamani, regista e produttrice del web movie

Neverlake - Daisy Keeping

17.12.2013 - Autore: Marco Triolo
Produrre un horror in Italia fa già notizia di per sé, viste le immense difficoltà che è costretto ad affrontare qualunque autore o produttore che abbia intenzione di realizzare una pellicola di intrattenimento puro e semplice, in un Paese in cui solo il cinema “serio” è considerato degno. L'impresa si fa però particolarmente interessante quando, come nel caso di Neverlake, il film è girato in inglese ed è già stato venduto in diversi Paesi esteri tra cui Stati Uniti e Germania.



Un esperimento, nato come web movie per Rai Cinema, che il regista Riccardo Paoletti e la produttrice (e soggettista) Manuela Cacciamani hanno presentato con orgoglio al Courmayeur Noir in Festival, dove li abbiamo incontrati. Un elemento importante del film è l'ambientazione nella provincia di Arezzo, in un casolare che non può non ricordare quello de La casa dalle finestre che ridono, il cult di Pupi Avati. “Volevamo sfruttare la realtà storica – ci spiega Paoletti – cioè uno studio sugli Etruschi radicato sul territorio del Lago degli idoli, vicino alla sorgente dell'Arno, sull'appennino tosco-emiliano. Negli ultimi cento anni sono state scoperte lì delle statuette, che venivano gettate nel lago da pellegrini che speravano così di guarire parti del corpo dei malati”.

Neverlake è un progetto studiato a tavolino – ci ha detto la produttrice - con ingredienti specifici pensati per mercato internazionale: cioè la Toscana, che piace molto, e l'ambientazione in un luogo reale. Abbiamo individuato il Lago degli Idoli, vicino ad Arezzo, e scelto la trama legata alle statuette etrusche perché sono molto conosciute ed esposte nei musei di tutto il mondo, da Baltimora a San Pietroburgo”. “Abbiamo cercato di dare un'idea della Toscana fuori dagli schemi – prosegue Paoletti – in modo che fosse esotica per gli stranieri pur rimanendo all'interno degli stilemi del genere. Abbiamo girato tutto nel bosco di Sant'Egidio ad Arezzo, un bosco di due ettari che però, ripreso con la giusta luce, ha creato un'atmosfera 'canadese'”. Paoletti non si vergogna ad usare il termine horror, anche se gli preferisce la definizione “dark tale”: “Horror is nothing but the truth, dice la frase di lancio del film. Ed è vero: nel film la realtà della vita quotidiana è molto più spaventosa dell'elemento fantastico. La mia intenzione non era tanto spaventare durante il film, quanto lasciare un fastidio dopo la visione”.



Neverlake è un progetto che fa largo uso delle nuove tecnologie: “Nel film non c'è nemmeno un effetto fisico, è tutto digitale. Il trucco, il sangue, tutto è stato realizzato in post-produzione – rivela Manuela Cacciamani – Non capisco perché in Italia non si punti mai sulle storie da realizzare con le nuove tecnologie. A volte si banalizza dicendo che nei film italiani non ci sono effetti digitali perché manca il budget. In realtà è un problema di cultura, sia di chi scrive che di chi produce”. “Ci sono logiche di mercato che spingono i produttori a investire su certe formule – interviene Paoletti – La responsabilità non sta nella passività degli spettatori, ma nel pensare pretenziosamente che chi crea le opportunità sappia meglio del pubblico quello che è bello far vedere”.

Prodotto da One More Pictures, Neverlake è distribuito da Rai Trade.