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Movie Style: Colin Firth

Al Taormina Film Fest arriva l'ultimo dei romantici: "E' raro che finisca subito a letto con una donna, di solito diventiamo prima amici perché ho bisogno di instaurare un rapporto".

Colin Firth

17.06.2010 - Autore: Ilaria Mainardi
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Con quell’aria trasognata, da uomo poco incline ai lustrini fatui della celebrità e ad incontri lascivi al chiar di luna, Colin Firth è il sogno di ogni mamma e di molte figlie. In effetti, non risulta poi così difficile abbandonarsi a soavissimi pensieri di galanti romanticherie, se si lascia che il ricordo frughi soltanto pochi anni indietro nella memoria, quando il bell’attore inglese nei panni di Mark Darcy (ogni riferimento a Jane Austen non è puramente casuale…) si contendeva la goffa Bridget Jones con il più appetibile, e bastardo, Hugh Grant/Daniel Cleaver. Niente da fare, ahinoi! Colin è fedelmente sposato dal 1997 con l’italiana Livia Giuggioli (conosciuta mentre girava lo sceneggiato “Nostromo”), il che, a dirla tutta, potrebbe farci ben disporre circa la questione annosa del principe azzurro. Tuttavia l’esperienza insegna che non è cosa buona lasciarsi ingannare dalle apparenze, soprattutto se queste assumono la forma rassicurante di un signore inglese, quasi cinquantenne, già splendido Valmont nell’omonimo film, diretto da Milos Forman.

Colin Firth agli Oscar

Colin Firth non ha infatti delegato nulla della sua ascendente carriera a qualcosa che non fosse la ferma determinazione di diventare attore, maturata attraverso l’impegno e la severità del Drama Centre di Chalk Farm, al quale si iscrive contro il parere dei genitori che avrebbero auspicato una scelta universitaria. Sarà per una questione prettamente somatica della quale è consapevole (“posseggo una sorta di neutralità che, fisicamente parlando, mi aiuta. Il mio volto può sembrare molto migliore e molto peggiore di com’è, in base a come io voglio che sembri”), fatto sta che all'attore, i copioni, siano essi teatrali, cinematografici o televisivi, non sono mai mancati. Debutta nel West End con “Another Country”, a fianco di Rupert Everett, si cimenta con il ruolo di Mr. Darcy (l’originale!) in una serie in sei puntate, per la BBC, di “Orgoglio e pregiudizio”, diviene membro dotato ed apprezzato della Royal Shakespeare Company, con la quale realizza, fra le altre cose, un “Re Lear” tutt’oggi ricordato con ammirazione. Arriva dunque la stagione, ancora fiorente e senza che si paventi il minimo accenno di crisi, del successo planetario, dapprima grazie alla “bomba” mediatica di Bridget Jones , e successivamente in virtù di partecipazioni eccellenti come quelle in “Love Actually” o in “Mamma mia!”, accanto alla vulcanica Meryl Streep. Dello scoppiettante musical, Colin rivela: “Stellan e Pierce sono entrati e io stavo sprofondando in un vortice di paura, vedevo i loro volti come in delle spirali. E niente ti lega di più che il terrore cieco, veramente. Così, nel giro di pochi minuti sembravamo le Andrew Sisters intorno al microfono!”.

Colin Firth e Julianne Moore in A Single Man

Ma da buon attore inglese, forte della propria solida preparazione, non disdegna di impegnarsi in ruoli che mettano in luce il suo talento. Si fa dirigere da Atom Egoyan in “False verità” e da Micheal Winterbottom in “Genova”, film di equilibri precari e simbiosi paesaggistiche. E’ poi la volta di Tom Ford, debuttante alla regia e già notissimo stilista, che regala a Firth una delle parti più complesse della sua carriera cinematografica, insignita della Coppa Volpi a Venezia e nominata all'Oscar. Di “A Single Man” dichiara, in un italiano perfetto, “non si tratta di un film militante, è piuttosto un’osservazione onesta di un amore che potrebbe essere anche eterosessuale”. Aggiunge però: “Nel 2008, anno dell’elezione del primo presidente afro-americano, viene approvata in U.S.A. la Proposition 8, contro i matrimoni fra omosessuali. La battaglia non è finita”.

Se per caso lo incontraste al TaorminaFilmFest, dove riceverà il Taormina Arte Award, ditegli pure “sei bellissimo”…capirà!

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