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SPY KIDS

Una commedia strampalata girata dal tarantiniano Robert Rodriguez con un Banderas che fa il verso al macho latino.

23.08.2001 - Autore: Adriano Ercolani
Anche questo nuovo Spy Kids conferma ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, lestrema verstilità di Robert Rodriguez, regista che si è imposto con opere indipendenti come Dal Tramonto allAlba (From Dusk Till Dawn,1995) e Desperado (id.,1996). In questultima occasione il cineasta si è invece cimentato in una commedia dazione con un target decisamente familiare, riuscendo nel tentativo di girare una pellicola allo stesso tempo divertente e soavemente strampalata. Senza estrema attenzione al dispiegarsi della trama (come daltronde spesso capita nei suoi film) Rodriguez costruisce una storia veloce e ritmata, piena di buone invenzioni visive e di ottime trovate registiche. Il film perciò si lascia seguire molto volentieri, sia appunto per la spigliatezza dellimpostazione che per la bravura degli attori, tutti consapevoli di partecipare ad un giocoso scherzo cinematografico; primo tra tutti Antonio Banderas, che si adegua a prendere egli stesso in giro i suoi numerosi ruoli da macho ed eroe. Ottimo nel ruolo del cattivo (che poi tanto cattivo non è) Alan Cumming, attore versatile da tenere docchio. Come al solito poi non possiamo non lodare la grande professionalità di un caratterista consumato come Tony Shalhoub, qui in un ruolo forse troppo sacrificato. La sorpresa della pellicola sono comunque i due giovani e finora semi-sconosciuti protagonisti, Alexa Vega e Daryl Sabara, che interpretano i loro rispettivi ruoli con efficace spontaneità ed ironia; se il bambino è imbambolato e sornione al punto giusto, la ragazza lo spalleggia con uninterpretazione spigliata e vezzosa. Spy Kids è dunque unoperazione piuttosto originale, se si considera chi vi ha partecipato, ma assolutamente riuscita nel risultato finale. Il pubblico ad essa più adeguato è sicuramente quello familiare, ma il film non mancherà di certo di stuzzicare linteresse sia dello spettatore medio che di un pubblico più cinefilo e smaliziato. Un altro buon risultato ottenuto perciò da Rodriguez, regista capace di mescolare e di giocare senza difficoltà con i generi spuri del cinema americano, come il western o lhorror (recuperate anche il suo divertente The Faculty), e di proporre sempre e comunque uno spettacolo dal tocco personale e un po stralunato. Aspettiamo con fiducia il suo prossimo lavoro.