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DRIVEN

Un film sulle corse automobilistiche con ritmi forsennati, musiche assordanti, invenzioni visive roboanti e da videoclip del terzo millennio.

driven

22.08.2001 - Autore: Adriano Ercolani
Strana, stranissima operazione, questa di Driven: un film sulle corse automobilistiche, sotto-genere dellaction movie che al cinema non ha mai funzionato alla grande, girato in maniera hi-tech, con ritmi forsennati, musiche assordanti, invenzioni visive roboanti e da videoclip del terzo millennio. Già così loperazione sembrerebbe avere qualcosa di non omogeneo, di piuttosto incoerente. Aggiungetevi degli attori tutti piuttosto imbalsamati, con ovviamente in testa Sylvester Stallone, e la frittata è compiuta. Ma, ahinoi, tutto questo non basta: se i difetti del film si limitassero a questi, in pratica questa ennesima fatica dellex Rambo sarebbe identica al precedente La vendetta di Carter, che comunque si lasciava vedere senza infamia né lode. Il maggior difetto delloperazione di Driven è invece quello di aver lasciato scrivere la sceneggiatura allo stesso Stallone, che la infarcisce di talmente tanti luoghi comuni, di figure stereotipate e di buonismo, che alla fine sfocia nellumorismo involontario. La storia è talmente attenta a non scontentare nessuno dei personaggi, che alla fine manca ciò di cui ogni film dazione ha bisogno: un cattivo, o quantomeno un contendente! In Driven invece sono tutti buoni, dallasso rivale di Jimmy, che vuole soltanto amare la sua ragazza, allex moglie di Joe, che lo odia ma non è poi così vero. Unica idea che avrebbe potuto risultare interessante, sarebbe stata quella di relegare il personaggio dellex pilota esperto ad un ruolo secondario, di chioccia per il giovane inesperto. Purtroppo però la gara finale è tutta per Tanto-Stallone, che alla fine con la sua scalcinata macchinina compie una serie di acrobazie degne di Batman sulla sua Batmobile, vola per la pista come un jumbo, arriva terzo senza una ruota, e si presenta sul podio felice come una Pasqua. E noi a ridere... Brutto passo indietro dunque per Renny Harlin, che ha dimostrato in passato di essere almeno un efficace regista di film spettacolari, ma che ormai non ne azzecca uno da svariato tempo. Gli auguriamo di riprendersi presto dalla crisi personale, a patto però di non tentare di ripetere la strada di girare film del genere come se fossero spot pubblicitari della Nike. Aspettiamo poi di vedere la bella Estella Warren nel remake burtoniano de Il Pianeta delle Scimmie, consci che comunque una prova dattrice peggiore di questa non può fornircela...  
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